“POSSO SENTIRE UN OCEANO DI SUONI”
Nin, Miller, Varèse e la musica del cosmo
(prima parte)
Lui si chiama Henry Miller ed opera una potente rottura con le forme letterarie del proprio tempo; lei si chiama Anaïs Nin
Miller, Nin e Varèse nascono a distanza di circa dieci anni l’uno dagli altri e i loro percorsi – artistici, umani e “migratori” – si intersecano. Varèse è il più anziano dei tre. Nasce a Parigi nel 1883, da padre italiano e madre francese. Dieci anni dopo, la famiglia si trasferisce a Torino, dove Edgar inizia gli studi musicali. Nel 1904, in conflitto con il padre, torna a Parigi, dove continua lo studio della musica (pur senza conseguire un diploma) e dove inizia a comporre le prime partiture. Nel 1907, è a Berlino ed è nominato direttore del “Symphonischer Chor”. I suoi primi lavori ricevono gli elogi di Debussy, di Ferruccio Busoni e di Richard Strauss. Nella stessa città assiste, tra i primi, al Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg e alla Sagra della primavera di Igor Strawinsky. Nel 1915, Varèse, all’età di 32 anni, parte per gli Stati Uniti d’America.
Proprio lì, a New York, nasce, invece, nel 1891, Henry Miller.
In quello stesso periodo (1928), Varèse è tornato a Parigi ed altrettanto fa, un anno dopo, Anaïs Nin. Lei in Francia c’è nata (1903), ma nel 1914 la madre – abbandonata dal marito – l’aveva portata con sé a New York. Come gli altri due artisti, oltre che “giramondo”, anche Anaïs è figlia di migranti e in conflitto con la figura paterna. I genitori sono cubani: il padre, pianista, è di origine spagnola, la madre, cantante, ha origini francesi e danesi. Nel 1931, Anaïs pubblica il suo primo libro, D.H. Lawrence. Uno studio non accademico, un saggio sull’autore di L’amante di Lady Chatterley, cui seguiranno, trai numerosi altri, La casa dell’incesto (1936), un testo sperimentale, in bilico (o, meglio, in equilibrio) tra naturalezza ed esperienza onirica, scritto sotto l’influenza della lettura di Rimbaud e di Breton;
Varèse lascia, dunque, l’Europa per l’America ed è nel nuovo continente che conosce e frequenta alcuni dei protagonisti delle avanguardie artistiche, che lì si erano trasferiti in diversi momenti. Miller e Nin fanno il percorso inverso ed è in Europa, in altri anni, che s’innamorano delle stesse correnti artistiche e letterarie, Dada e Surrealismo prime fra tutte, e ne sono influenzati. Intellettuali come Francis Picabia, Marcel Duchamp, André Breton, Pablo Picasso, Joan Mirò, Tristan Tzara, Antonin Artaud e Jean Cocteau fanno parte degli “album di famiglia” di tutti e tre.
Negli Stati Uniti Varèse si dedica sia alla direzione d’orchestra che alla composizione. Nel 1921, dopo tre anni di lavoro, termina Amériques, che non passa inosservata nel mondo culturale dell’epoca. È un’opera nella quale sono ancora presenti suggestioni impressioniste e stravinskiane, ma che già prelude al suo stile futuro per “l’asciuttezza timbrica, l’uso estensivo dei glissando, la riduzione quasi al grado zero delle figure musicali e dei motivi, il fitto brulicare delle percussioni, un’intrinseca tendenza a dissolvere la distinzione fra suono e rumore”[I]. Nello stesso anno, compone Offrandes (per soprano e orchestra da camera) in cui trovano espressione i suoi nuovi principi costruttivi come l’uso “sistematico di intervalli dissonanti e l’assenza di ogni figuratività musicale [che] fanno emergere il timbro come la componente cui è prevalentemente affidato il senso del movimento sonoro nello spazio e nel tempo”[II]. In particolar modo con Hyperprism (1922-23) avvia una ricerca metodica sulle tensioni fisico-acustiche della materia sonora in movimento, traendone nuove rappresentazioni poetiche e nuovi presupposti organizzativi del suo lessico musicale.
Il successo tarda ad arrivare e tra il 1934 (dopo un nuovo soggiorno di circa cinque anni in Francia) e il 1940, Varèse viaggia quasi ininterrottamente per gli Stati Uniti, componendo solamente qualche brano per il cinema. È quando, finalmente, si stabilisce a New York, che conosce Henry Miller e Anaïs Nin. Ecco le impressioni su Varèse, che quest’ultima riporta sul proprio diario (dicembre 1940), dopo uno dei loro primi incontri: “Lo sguardo di Varèse è folgorante. Le sue sopracciglia cespugliose fanno pensare alla vegetazione della giungla.
Miller, appena tornato negli Stati Uniti dalla sua permanenza decennale in Francia, rievoca, invece, il primo incontro con la musica di Varèse: “Ricordo perfettamente la prima volta che udii la musica di Varèse, su un magnifico registratore. Restai sbalordito. Fu come se mi avessero messo fuori combattimento. Quando mi ripresi la riascoltai da capo. Stavolta riconobbi emozioni che avevo provato alla prima audizione ma che, per la novità, per il continuo, ininterrotto susseguirsi di novità, non ero stato capace d’identificare. Le mie emozioni s’erano accatastate in un crescendo il cui impeto mi colpì come un pugno alla mascella”[V].
Ancora, qualche mese dopo (aprile 1941), Anaïs Nin, sempre sul proprio diario annota il senso di insoddisfazione che l’accomuna all’amico musicista: “Egli pensa che l’America non voglia la sua musica e gliene deriva un senso di frustrazione e di ribellione. Vuole esplodere in modo rivoluzionario per affermare quella musica che nessuno vuole udire. […] Poiché lui e Louise ammirano il mio House of Incest gli confessai che anch’io avevo le stesse sensazioni, sentivo che l’America non voleva la mia prosa”[VI].
Se Anaïs Nin è affascinata da Varèse e non esita a metterne in luce, prima di molti altri, la grandezza artistica, Henry Miller – lo abbiamo visto – non è da meno.
NOTE
[I] Voce” Varèse,Edgar” in Enciclopedia della musica, Milano, Garzanti, 1999, p. 930.
[II] Idem.
[III] Idem.
[IV] Anaïs Nin, Diario III, Milano, Bompiani, 2016, pp. 94-95.
[V] Henry Miller, L’incubo ad aria condizionata, Torino, Einaudi, 1962, p. 172.
[VI] Ibidem, p. 165.
[VII] H. Miller, op. cit., pp. 164-169.
PER APPROFONDIRE
BIBLIOGRAFIA
BARONI, M., FUBINI, E., et al., Storia della musica, Torino, Einaudi, 1999.
MILA, Massimo, Breve storia della musica, Torino, Einaudi, 1977.
MILLER, Henry, Parigi-New York andata e ritorno, Roma, Minimum Fax, 2009.
MILLER, Henry, Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, Milano, Feltrinelli, 1962.
NIN, Anaïs, La casa dell’incesto, Milano, SE, 1990.
NIN, Anaïs, MILLER, Henry, Storia di una passione. Lettere 1932-1953, Milano, Bompiani, 2000.
TOSCANI, C. “L’esperienza creativa di E. Varèse: rottura e continuità con la tradizione europea”, in Sonus – Materiali per la musica moderna e contemporanea, Fascicolo 11, Anno V, N. 3-4 1993, pp. 33-42.
VARÈSE, Edgar, Il suono organizzato. Scritti sulla musica, Milano, Ricordi-Unicopli, 1985.
VARÈSE, Louise, A Looking-glass Diary. 1883-1928, New York, W.W. Norton and Company, Inc., 1972
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