La mia non vuole essere una critica, ma una semplice analisi della situazione attuale. Come ho già affermato inizialmente, abbiamo una carenza rilevante di metodi e di supporti didattici adeguati. Questo è il motivo per cui voglio sottoporre alla vostra attenzione i seguenti libri di tecnica:
Germano Scurti, Technique for accordion, Volume 1;
Germano Scurti, Michele Bianco, Technique for accordion, Volume 2.
Germano Scurti, titolare della cattedra di fisarmonica presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, è da anni protagonista sulla scena fisarmonicistica nazionale e internazionale, sia in qualità di concertista che di didatta.
Michele Bianco, allievo dello stesso Germano Scurti, è uno dei giovani emergenti nell’attuale panorama fisarmonicistico italiano, vincitore di diversi concorsi nazionali e internazionali (tra cui il Premio delle arti, Concorso Internazionale di Mons in Belgio, etc.) e neovincitore, nella sezione musica da camera, della Coupe Mondiale de l’Accordeon svoltasi lo scorso ottobre a Monaco di Baviera (Germania).
Nella prima parte, sono presenti esercizi per l’articolazione e l’uguaglianza attraverso la tecnica parallela, ossia l’uso simultaneo delle due mani che eseguono il medesimo movimento ricorrendo a diteggiature identiche.
La seconda parte tratta in maniera specifica dell’utilizzo del pollice per la mano destra e dell’indice per la sinistra. Inoltre, troviamo esercizi per migliorare l’esecuzione di trilli, note ribattute e tremoli. La terza parte di entrambi i manuali è dedicata a esercizi finalizzati all’indipendenza delle dita, i quali, a mio avviso, risultano essere una pratica fondamentale e determinante per lo sviluppo, tramite la dissociazione muscolare e tendinea, della velocità.
La quarta parte si occupa dell’estensione tattile per mezzo di scale arpeggiate a ottava e arpeggi spezzati di ottave. Nella quinta parte, troviamo esercizi per la sola mano sinistra volti allo sviluppo dell’uso del pollice.
Il secondo volume di Technique for accordion si occupa esclusivamente dello sviluppo e del miglioramento della tecnica per mezzo degli arpeggi. Questo libro è diviso in quattro capitoli: nel primo, troviamo arpeggi su tutte le tonalità da una a quattro ottave; nel secondo, arpeggi da svolgere con l’uso della tecnica parallela; il terzo capitolo affronta lo studio attraverso i bicordi; la quarta parte, infine, è dedicata anche all’uso degli arpeggi tramite i bassi standard.
Dopo un’attenta analisi, constatiamo e affermiamo con sicurezza che l’intento dei due autori è quello di sviluppare una pluralità di esercizi, concepiti come parte fondamentale della pratica quotidiana di un fisarmonicista, in grado di portare allo sviluppo razionale delle qualità tecnico-funzionali, necessarie a produrre risultati esecutivi consapevoli e sicuri.
Lo scopo di questi lavori dedicati alla tecnica delle dita è, senz’altro, quello di disciplinare le contrazioni muscolari, sviluppare l’agilità contrattile e la velocità di esecuzione.
In conclusione, considerando che si tratta sicuramente di una serie di esercizi ricercati, scritti in maniera egregia ed esaustiva, con l’inequivocabile discernimento derivante da una grande esperienza e padronanza strumentale e musicale, non posso esimermi dal consigliare vivamente questi due trattati. Anzi, sento il dovere di ringraziare esplicitamente e pubblicamente i due autori, poiché, con il loro contributo, hanno avviato con grande slancio quello che dovrebbe essere il nostro obiettivo comune: la ricerca e lo sviluppo di un determinato, autorevole, necessario e unitario percorso didattico universale.