Un cocktail per la fisarmonica
Da molto tempo, aspettavo quest’occasione. Intervistare Francesco Antonioni per “Strumenti&Musica Magazine”. Ma, per una rivista che si occupa quasi esclusivamente di fisarmonica, la conditio (…)
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Da molto tempo, aspettavo quest’occasione. Intervistare Francesco Antonioni per “Strumenti&Musica Magazine”. Ma, per una rivista che si occupa quasi esclusivamente di fisarmonica, la conditio (…)
Il 2011 di Pauline Oliveros non si era esaurito con Octagonal Polyphony. Nello stesso mese di gennaio, in una sessione sostanzialmente senza soluzione di continuità con la precedente, e con (…)
Quattro compositori/esecutori per otto brani. Il risultato, tutt’altro che aritmetico, è Quartet For The End Of Space (Pohus, 2011). L’attività di Pauline Oliveros, nel 2011, non si esaurisce (…)
Era inevitabile che, prima o poi, si incontrassero anche sul piano professionale. Pauline Oliveros e Chris Brown erano amici da tempo, appartenenti a due diverse generazioni (Brown è nato (…)
Oltre mille anni e circa diecimila chilometri separano le origini – storiche e territoriali – della fisarmonica da quelle del koto giapponese (VIII sec. d. C.). Eppure, in Accordion Koto i (…)
Il vecchio millennio si chiude, per Pauline Oliveros, con due album. Dal ritorno alla collaborazione con Andrew Deutsch, e felicemente sostenuta da Tony Conrad (violino elettrico), Alexandra (…)
Col declinare degli anni ’90 del secolo scorso, sarebbe declinato – secondo alcuni critici – anche il valore artistico delle incisioni di Pauline Oliveros. Mi permetto di dissentire: (…)
Ventidue fisarmoniche, cinque strumenti a percussione, ascendenze musicali che spaziano dalle danze celtiche ai Continuum per clavicembalo (1968) di György Ligeti (1923-2006). È The Wanderer (…)
Ha suonato (la fisarmonica, what else?), composto, scritto saggi di teoria musicale. Ha sperimentato, soprattutto. D’altronde, aveva visto la luce a Houston, la città del Centro di controllo (…)