Il duo aborigeno Stiff Gins registra un brano su cilindro di cera

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Stiff singersLe Stiff Gins, un gruppo musicale formato da indigene australiane di Sidney, hanno registrato un loro brano su un cilindro di cera. L’esperimento è interessante per più motivi. Innanzitutto perché è la prima volta che una musica commerciale viene registrata nel fonografo che Edison ha inventato nel 1890 e che non è più in circolazione da circa ottant’anni. In secondo luogo, perché le Stiff Gins – come si può leggere in un’intervista riportata sulla testata online “abc.net.au” – hanno deciso di effettuare questa registrazione dopo aver ascoltato la voce di una donna indigena della Tasmania, impressa sul cilindro di Edison nel 1903. Ascoltare quella voce, ricorda la cantante del gruppo Nardi Simpson, è stata un’esperienza “spirituale” e non semplicemente il contatto “con un altro tempo e un altro luogo”.

Fanny Cochrane Smith – la donna aborigena registrata all’inizio del Novecento – nacque a Flinders Island nel 1834 e, come gran parte degli aborigeni di quell’epoca, parlava sia in inglese che in lingua indigena. Le registrazioni dei suoi canti sono depositate nell’archivio della National Film and Sound Archive (NFSA) e rappresentano gli unici documenti in lingua aborigena della Tasmania.

Per l’occasione le Stiff Gins hanno composto un brano in lingua indigena sul tema dello spirito, della cultura, della vita e della loro prosecuzione dopo la morte. “Abbiamo fatto concerti per quindici anni”, ha sottolineato la Simpson, “e finalmente abbiamo fatto qualcosa che parla del nostro posto nel mondo”.

Dal punto di vista tecnico, la NFSA ha dovuto mettere in campo le abilità di ingegneri e archivisti per rendere possibile l’operazione. Una volta recuperato il cilindro di cera – l’unico costruttore di questi supporti sembra si trovi in Inghilterra, nel Devon – hanno ripristinato un vecchio fonografo e lo hanno fatto funzionare. Il team ha soprattutto lavorato a ‘decodificare’ il funzionamento del fonografo. Come ha precisato l’archivista Graham McDonald, “non c’è elettricità, il cilindro viene azionato da un motore a orologeria. Si canta ad alta voce nel corno, la voce produce un’energia meccanica che muove l’ago su e giù sul cilindro di cera”.

Le cantanti hanno registrato in una stanza rivestita in legno della NFSA. Ascoltando la registrazione, si nota una certa compressione del suono – che caratterizza anche i documenti storici – che rende le voci molto più vecchie di quello che sono. Le Stiff Gins hanno commentato positivamente il risultato, che per loro ha assunto un valore simbolico, oltre che storico-culturale, nella misura in cui ha stabilito una connessione molto più diretta con il patrimonio storico delle produzioni musicali aborigene. Come hanno precisato loro stesse, “non si tratta solo di raccogliere qualcosa e riporlo in un’apposita casella”, si tratta di conoscere meglio la storia e considerarla in un quadro di rispetto e valorizzaizone. Da un punto di vista politico, invece, l’operazione compiuta dalle Stiff Gins rappresenta la volontà di raccontare le condizioni di un gruppo sociale, dando una voce contemporanea a uno strumento che ci ha sempre raccontato la storia, il passato. Questa inversione, ci ricordano, dovrebbe spingere la gente a cambiare prospettiva, a non pensare ai documenti come a qualcosa di irreversibilmente statico: “questi oggetti sono ancora vivi e stanno parlando tra di loro. Ci sono storie che aspettano solo di essere ascoltate”. Il video della registrazione è disponibile qui.