Dal 2 al 16 agosto la ventinovesima edizione del Monsano Folk Festival

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Gastone Pietrucci MonsanoLa Macina, Gruppo di ricerca e canto popolare, è divenuto una sorta di bene culturale del nostro paese. Per longevità e, in termini generali, per il modo in cui ha condotto e sviluppato la sua esperienza di gruppo di riproposta, che solca i palchi e i vari “territori” delle espressioni musicali di tradizione orale dal lontano 1968. Come scriveva Roberto Leydi nel 1998, in occasione della presentazione del disco “Je se vedea le porte dell’affanno… Canti satirici e liceziosi della cultura orale marchigiana”, “tra i numerosi gruppi che, negli ultimi anni, hanno cercato di animare il secondo folk-revival italiano […] quello marchigiano della Macina occupa un posto a parte e a mia conoscenza, unico”. La particolarità a cui si riferiva Leydi è probabilmente l’elemento distintivo più importante di questo gruppo. Il fatto cioè di essere riuscito a individuare e riempire uno spazio in bilico tra la riproposta in chiave spettacolare e lo studio, l’analisi – condotta spesso con rigore scientifico – dei repertori di tradizione orale marchigiani. D’altronde l’esperienza di molte formazioni di riproposta – di pari passi con le riflessioni degli studiosi che, oltre che sui repertori, si sono soffermati sull’analisi dei fenomeni di revival – ci suggerisce la necessità di conoscere il patrimonio orale delle aree a cui si fa riferimento e, soprattutto, di acquisire gli strumenti interpretativi adeguati alla comprensione del senso dei contenuti verbali, ma anche di quelli musicali e delle prassi esecutive. In questo modo l’esperienza del revival diviene più inclusiva e – nel solco di un progetto di rappresentazione più articolata, che possa generare anche momenti di approfondimento e confronto tra studiosi, appassionati, operatori culturali, cantori tradizionali e musicisti – spesso sono gli stessi gruppi di riproposta che organizzano rassegne ed eventi di carattere musicale e culturale. È il caso del Monsano Folk Festival, la manifestazione che quest’anno è alla ventinovesima edizione, che si svolgerà a Monsano dal 2 al 16 agosto. L’organizzatore è Gastone Pietrucci, il fondatore e il coordinatore de La Macina, e quest’anno ha inserito in cartellone proposte molto interessanti, tra le quali compaiono anche alcune serate dedicate ai repertori umbri. Il primo di questi appuntamenti è previsto per giovedì sette e sabato nove agosto, presso il Chiostro di Villa Nappi. Il titolo dello spettacolo è “Voci umbre. E le stelle del cielo son’ quaranta” e sarà a cura di Barbara Bucci, Gabriele Russo e Marco Baccarelli, tre componenti dei Sonidumbra, il gruppo di riproposta dei repertori popolari umbri più famoso. La sera del ventinove agosto sarà anche la volta de La nuova Brigata Pretolana, gruppo umbro di Pretola (Pg), che si esibirà nello spettacolo “Via della Brigata pretolana/ La tradizione continua… Storie di vita paesana cantate e raccontate con parole e immagini”. Lo spettacolo si terrà al Chiostro di San Francesco alle ore 22. Tra i numerosi appuntamenti ne segnaliamo, infine, un altro che, anche se indirettamente, interessa l’Umbria. Si tratta di “Bella ciao 50”, spettacolo di Gastone Pietrucci, Lucilla Galeazzi e La Macina che celebra il cinquantenario dello spettacolo proposto in anteprima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1964. L’evento è previsto in apertura del festival, il due agosto in Piazza dei Caduti.

Il programma completo della manifestazione si può consultare qui.