Daniele Falasca: famiglia e natura come muse ispiratrici

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Daniele FalascaFisarmonicista, pianista e compositore di rara sensibilità e pacatezza espressiva, Daniele Falasca è un puro talento del panorama musicale tricolore. Marco Tamburini, Tullio De Piscopo, Fabrizio Bosso, Luca Bulgarelli, Fabio Zeppetella, Aida Cooper, Rossana Casale e Max Gazzè sono solo alcuni dei prestigiosi musicisti con i quali ha collaborato. Attraverso questa intervista racconta il suo excursus umano, musicale, descrive le caratteristiche di Incipit, la sua nuova creatura discografica realizzata con Daniele Mencarelli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria e svela i suoi nuovi progetti per l’immediato futuro.

Hai ereditato la passione per la musica da tuo nonno, a soli 4 anni. Quanto è importante il sostegno della famiglia per un musicista?

Mio nonno è stato il mio primo insegnante di vita e poi anche il mio primo insegnante di musica. Mi ha trasmesso la passione per la musica classica, per il jazz e il rispetto per la musica in generale interpretata con professionalità. Mio padre avrebbe voluto per me una professione “sicura”, una laurea in Ingegneria, ma io ho seguito da sempre gli studi musicali, senza nessun dubbio. Già da piccolo volevo fare il direttore d’orchestra.

Quando e perché hai deciso di dedicare la tua vita alla fisarmonica?

Ho iniziato a 4 anni con la fisarmonica. Dai 16 ai 36 mi sono dedicato esclusivamente, per diverso tempo, allo studio del pianoforte e ai concerti con questo strumento. Successivamente ho sentito il bisogno di tornare a esprimere le mie idee musicali con l’accordion, uno strumento eccezionale, attraverso una rinnovata passione. Ho inciso cinque CD di mie composizioni originali, con la fisarmonica, che mi hanno regalato tante soddisfazioni personali.

Quali sono i fisarmonicisti che ti hanno maggiormente influenzato durante il tuo percorso di studi?

Ho conosciuto Wolmer Beltrami all’età di 8 anni. Adoravo il suo modo di suonare, la sua musicalità. Per quanto riguarda la fisarmonica, però, non ho avuto un vero modello al quale mi sono ispirato. Per il pianoforte classico, invece, il mio idolo è sempre stato Arthur Rubinstein.

A che età hai iniziato a esibirti professionalmente?

A 14 anni suonavo in una grande e rinomatissima balera di Tortoreto. Ero accompagnato da straordinari musicisti più grandi di me. L’esperienza di suonare davanti a un pubblico numeroso, come solista, mi ha preparato ad affrontare situazioni di grande responsabilità, con professionalità, già da giovanissimo.

Sei un musicista particolarmente poliedrico che riesce a spaziare con naturalezza dal jazz, al pop, dal latin jazz alla world music. A cosa devi questa tua versatilità?

Nasce dall’ascolto in gioventù. Ho trascorso giornate intere ad ascoltare musica classica, jazz, fusion e tanti altri generi ancora. Penso che un ascolto della buona musica eseguita da talenti e grandi musicisti sia fondamentale per chi aspira a realizzarsi in questa professione. Il gusto che può trasmetterti un disco non si può mai assaporare in nessun manuale. Ho assistito anche a tanti concerti tenuti da grandi nomi come Michel Petrucciani, Gino Vannelli e Michael McDonald.

Sei un profondo compositore, oltre che un ottimo interprete. Quali sono le fonti di ispirazione alle quali attingi per comporre i tuoi brani originali?

Molte delle mie composizioni originali sono dedicate al mio amore, Fiorella, mia moglie. Le mie prime composizioni come La Mia Pioggia, Primavera, Inverno e Il Parco Nazionale D’Abruzzo sono nate trovando ispirazione dalla natura, che da sempre mi affascina.

Qual è stata la più grande soddisfazione artistica della tua carriera?

Ho avuto molte soddisfazioni artistiche nel corso della mia carriera. L’esperienza con i ragazzi de Il Volo è stata indubbiamente quella più emozionante. Nel 2014 sono stato loro ospite nelle diverse tappe del tour italiano. Suonare con loro negli antichi e meravigliosi teatri di Taormina e Pescara, davanti a 10.000 persone, è stata un’emozione indescrivibile. Sul palco di Pescara, prima di duettare con Gianluca Ginoble, ho fatto la mia proposta di matrimonio. Questi sono stati momenti indelebili che resteranno sempre vivi nel mio cuore. Anche l’esperienza di suonare una mia composizione in RAI, nel famoso programma condotto da Antonella Clerici, La Prova del Cuoco, è stata un’esperienza molto arricchente professionalmente e gratificante, che mi ha regalato grandi emozioni.

Chi è stato il musicista che più di tutti ti ha arricchito umanamente e artisticamente?

Il musicista che più mi ha arricchito a livello artistico e umano è stato mio nonno. Grazie a lui ho iniziato ad ascoltare e ad apprezzare dischi di qualità già in tenera età. Mi avvicinavo ai tasti della sua fisarmonica sui quali vedevo scivolare le sue dita e, insieme a queste, tutta la passione che egli nutriva per la musica. Con lui le note brillavano e a me brillavano gli occhi. Un artista che stimo molto è Fabrizio Mandolini, un bravissimo sassofonista. Quando ero ragazzo ho avuto l’onore di ascoltare le sue note dal mio balcone di casa, perché abitavamo uno di fronte all’altro. Amo il suo modo di appoggiare le note e di interpretare la melodia. Proprio per questo, spesso collabora con me come sassofonista nelle mie composizioni, nei miei dischi e nei miei concerti. Con lui mi capita sovente di scambiare idee musicali. È sempre un arricchimento continuo.

Daniele Falasca - IncipitQuest’anno hai realizzato una nuova creatura discografica, intitolata Incipit, licenziata dall’etichetta Irma Records. È un album scevro di virtuosismo pacchiano, che punta dritto a un forte impatto emozionale, frutto di una commistione fra svariati stilemi musicali. Daniele Mencarelli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria sono i valenti sodali che ti hanno accompagnato in questa nuova avventura. Come nasce questo tuo disco?

Il disco nasce dall’esigenza di realizzare un progetto in trio, dove tutto è più libero e snello dal punto di vista armonico. Oggi, suonare con professionisti di un certo livello, in formazioni numerose, è veramente impossibile, perché non vi è mai il giusto compenso. In trio riesco a ottenere sia il risultato musicale che ho voluto raggiungere, sia la remunerazione dignitosa che spetta a chi svolge questa professione in modo impeccabile. Ho scelto due validissimi musicisti, sia per fantasia che per competenza. Hanno interpretato in modo stupendo le mie musiche e ci siamo divertiti molto nell’inciderle. Venti brani in un giorno, buona la prima, sempre! Grazie alla Irma Records e all’etichetta Materiali Musicali sono riuscito a stampare questo gioiello che spero di far ascoltare in giro per il mondo.

Sei già proiettato verso nuovi progetti?

Il mio nuovo progetto è dedicato a mia figlia. Nascerà a fine settembre e io ho scritto per lei nove brani, nove proprio come i mesi di gravidanza. L’album comprenderà un brano strumentale e otto cantati. Il genere prevalente è il pop. Inciderò le nove composizioni il 30 e il 31 agosto con musicisti eccezionali, Massimo Moriconi al contrabbasso e al basso, Nicola Oliva alla chitarra e poi tanti altri amici e talenti meravigliosi. In questo progetto, oltre ad aver composto le musiche, ho scritto anche gran parte dei testi. Uno dei testi, però, è stato scritto dall’amico e grande cantautore Dante Francani. Il 30 e il 31 agosto suonerò il pianoforte e l’accordion per realizzare un progetto dedicato a mia figlia. L’emozione è tanta: non vedo l’ora!