La fisarmonica della tedesca Christa Behnke: una compagna di vita

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christaInizia a suonare la fisarmonica da giovanissima vincendo anche numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Il suo motto è affrontare ogni esperienza lavorativa come una grande opportunità da vivere insieme alla sua fisarmonica. Gervasio Marcosignori, Pino di Modugno e Art Van Damme le sue fonti di ispirazione senza mai trascurare un pizzico di originalità. In uscita il suo nuovo libro che parla di musica.

Come definisce il suo stile e quali sono le sue fonti di ispirazione?

All’età di 6 anni cominciai a prendere lezioni di fisarmonica senza avere idea di che genere musicale e direzione seguire. Mio padre suonava il bandoneon, cosa che mi affascinava moltissimo. A 10 anni vinsi il titolo di vice-campionessa in un concorso di fisarmonica tedesco e da quel momento in poi iniziai ad interessarmi solo di musica e, per l’appunto di fisarmonica. La passione per questi elementi non si è più affievolita e non mi abbandonerà mai. Nel corso della mia vita ho partecipato a diversi concorsi portando una nota originale all’interno del mondo classico della fisarmonica fino a sviluppare un vero e proprio stile personale nell’universo dei virtuosismi. Io amo l’Italia che considero la mia patria musicale e soprattutto vedo la mia fisarmonica Beltuna come la Mercedes degli strumenti!

Perché ha scelto di suonare uno strumento Beltuna?

Castelfidardo rappresenta indubbiamente l’eccellenza dell’artigianato ed è un po’ “la Mecca” per tutti i fisarmonicisti. Lì sono tutti bravi a costruire fisarmoniche, ma la Beltuna è come un cioccolatino, colorata, bella, leggera… Si fa ammirare come una bella donna!

Lei era molto amica di Gervasio Marcosignori. Quali ricordi ha di lui?

Gervasio è stato un caro amico. Un suo ricordo incancellabile è legato al suo carattere allegro, gioviale… Era sempre disponibile con tutti, poi, era un artista! Riusciva a far sembrare facili anche le esecuzioni dei brani più difficili. Il suo estro, la sua simpatia, il suo romanticismo… Mancherà a me, ma credo a tutto l’ambiente della fisarmonica. Un grande!

Molto spesso duetta con Pino Di Modugno con cui c’è grande affiatamento e feeling musicale. Tra voi è nata prima l‘amicizia o l‘intesa musicale?

Con Pino c’è stata sempre una grande sintonia, un’intesa musicale. Condivide i miei gusti nella scelta dei brani, il mio modo di improvvisare e di passare da un genere all’altro, perché lui, come me, ama la musica e non uno stile… E poi… è un grande amicone!

Se un giorno dovesse realizzare il suo sogno di aprire una scuola di musica, come convincerebbe i giovani di oggi ad avvicinarsi ed interessarsi allo studio della fisarmonica?

Mi piacerebbe tanto insegnare musica ai giovani e, specificatamente la fisarmonica. Il mio consiglio per le nuove generazioni è quello di studiare e di avvicinarsi ad uno strumento, la musica è una compagna di vita meravigliosa! Mi voglio appropriare di un detto dell’amico Pino Di Modugno: “Non ha importanza quale strumento scegli di suonare, l’importante è che suoni la fisarmonica”.

La fisarmonica è uno strumento ancora oggi associato all’uomo. Come donna, ha trovato difficoltà ad entrare in questo mondo?

I fisarmonicisti maschi non sono mai stati degli avversari per me. Certo è che per un uomo è più semplice reggere il peso dello strumento per questo motivo io frequento due volte alla settimana un corso di Fitness-Training. Ritengo di non essere un caso isolato comunque perché esistono molte altre affascinanti fisarmoniciste.

Quali consigli può dare ad una giovane fisarmonicista che si avvicina allo studio dello strumento?

Ad una giovane fisarmonicista io consiglierei di non iniziare a suonare uno strumento di peso eccessivo. Io l’ho fatto ma col passare del tempo ho costatato che quello che conta è l’allenamento e la continuità. Solo la perseveranza conduce al successo.

La fisarmonica per me è una compagna di vita, nei periodi buoni e in quelli meno felici. Con lei ho viaggiato in tutto il mondo visitando e conoscendo cose e posti meravigliosi senza mai pentirmi per questa speciale occasione che mi è stata regalata.

Quale è stata la sua soddisfazione professionale più grande?

La soddisfazione più grande è stata quella di aver vinto tanti concorsi e riconoscimenti nel corso della mia vita. Oltre ai premi nazionali ho ottenuto il primo posto al Festival di Fisarmonica di Pavia, sono stata per tre volte consecutive vice campionessa mondiale, rispettivamente a Nizza, Amburgo e Ancona e una volta campionessa mondiale ad Helsinki in Finlandia. La fisarmonica è il mio mestiere e da solista sono stata ospite in diverse manifestazioni ed eventi, oltre a programmi radiofonici e televisivi. Ogni esperienza è stata una grande soddisfazione per me.

A che cosa sta lavorando ora e quali sono i suoi prossimi impegni?

Sono sempre in giro a suonare in occasione di eventi anche se noto, con rammarico, che l’interesse mediatico nei confronti della fisarmonica è un po’ calato e spero vivamente che un giorno si possa accendere un riflettore su questo strumento che merita una visibilità maggiore.

Al momento sto anche lavorando ad un libro di musica che uscirà in autunno: Volume 2 “Consigli dita” e poi c’è il mio sogno nel cassetto da coltivare: quello di fondare una scuola di musica per le nuove generazioni.