Luglio 2014 – al via la quarantaduesima edizione di Pescara Jazz

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John ScofieldLa quarantaduesima edizione di Pescara Jazz abbraccia in pratica il mese di luglio e porta i suoi concerti oltre al Teatro D’Annunzio anche all’Aurum, con il Pescara Jazz Village, al Porto Turistico e al Città Sant’Angelo Outlet Village con appuntamenti che guardano in modo vario alle differenti anime del jazz odierno. Mostri sacri, personaggi di grande spessore e musicisti emergenti vanno a costituire un programma di ampio respiro all’interno del quale trova posto la novità di PJ in Festa, una vera e propria festa del jazz in programma sabato 19 luglio al Città Sant’Angelo Outlet Village. Il festival ritorna poi alla centralità del weekend al Teatro D’Annunzio senza per questo rinunciare alle sezioni inaugurate negli scorsi anni, vale a dire Pescara Jazz Village@Aurum e PJ@Marina, e all’appuntamento con il Dancing Party affidato quest’anno a Ray Gelato & The Giants.

Sono diversi i partner che si legano quest’anno a Pescara Jazz. Da una parte le istituzioni, da sempre vicine al festival, il Comune di Pescara, la Provincia di Pescara, la Fondazione PescarAbruzzo e la Camera di Commercio. Dall’altra gli sponsor privati che affiancano le serate del Pescara Jazz Village, Maico e Banca dell’Adriatico, il Città Sant’Angelo Outlet Village, l’Hotel Villa Maria, Degusto e Il Centro come mediapartner. Il Pescara Jazz Village, inoltre, viene realizzato per il terzo anno in collaborazione con l’Aurum e si rinnova la partnership con Estatica per la sezione PJ@Marina del festival.

Per seguire il festival sarà possibile accedere a diverse forme di abbonamento, dal carnet complessivo per tutti i concerti agli abbonamenti per le singole sezioni.

Pescara Jazz prosegue la strada intrapresa con la quarantesima edizione e ne rinforza i presupposti e i contenuti. La scelta di “invadere” nuovi luoghi della città e del circondario, di portare nel cartellone esperienze diverse o, meglio, laterali al mainstream propriamente detto. Anche negli anni precedenti, c’erano state escursioni al di fuori del confine del jazz, pensiamo ai grandi nomi del rock e della canzone d’autore oppure ad alcuni progetti di mostri sacri del jazz alle prese con materiale “eterodosso”, uno per tutti il progetto River of Possibilities di Herbie Hancock. La chiave cercata dal festival in questi anni, e anche con il recente Pescara Jazz Off, è stata invece quella di iniziare, con gradualità, ad invitare formazioni che pur vivendo all’interno del jazz – nel circuito dei festival, nelle produzioni, negli organici – guardano ad espressioni diverse e, di conseguenza, possono andare a esplorare le potenzialità delle nuove sedi scelte per i concerti. Un dialogo tra luoghi e sonorità, rivolto a dare nuove modalità di ascolto agli spettatori del festival.

Quest’anno saranno quattro i posti dove si svolgerà Pescara Jazz. La tradizionale arena del Teatro D’Annunzio è stata affiancata di recente dall’Aurum e poi dall’Anfiteatro di Marina di Pescara. La serata proposta dal festival per sabato 19 luglio ci rivela un nuovo “teatro” della rassegna: il Città Sant’Angelo Outlet Village sarà rivestito dei colori e dei suoni del jazz, per una vera propria festa dove si alterneranno concerti, presentazioni di libri, mostre e animazioni per bambini, la tradizione della cucina del territorio e attività che si collegano a vario titolo con il jazz. Un’idea pensata per fare del festival una realtà in movimento, capace di affiancare alla musica e al valore della consolidata esperienza di Pescara Jazz, il lavoro delle associazioni del territorio, la disposizione di un luogo con le sue precise dinamiche a farsi teatro per un giorno di una iniziativa aperta e accogliente e l’intenzione di conquistare a suon di musica il pubblico con una situazione leggera e informale nella fruizione, pur senza compromessi.

Sono diverse le linee che si intrecciano nel cartellone. Dalla presenza di alcuni personaggi del panorama jazzistico internazionale alle varie sfaccettature della scena italiana – in entrambi i casi, alternando musicisti emergenti o ben saldi nel loro percorso – per arrivare agli incontri in duo e alla conferma del dancing party, affidato quest’anno a Ray Gelato & The Giants.

Un programma vario, si diceva, ma dove ogni concerto riesce a far parte sempre di almeno un paio di quelle linee e quindi a connettersi con quanto avviene nella stessa serata o in quelle immediatamente vicine.

E, in questa maniera, ognuno può trarre il proprio fil rouge nel programma. Seguire gli sguardi alle tradizioni, utilizzate come punto di partenza per nuove evoluzioni o per espressioni personali, e incontrare così il pensiero musicale di Thelonious Monk interpretato dal sestetto di Franco D’Andrea, il pirotecnico lavoro di scrittura narrativa impostato da Mauro Ottolini su Bix, l’esecuzione di The Black Saint and the Sinner Lady effettuata dalla Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale e l’incontro sul palco del Teatro D’Annunzio di Tony Pancella e Bepi D’Amato sulle pagine di due dei più grandi compositori della storia del jazz. Oppure ricercare le tante diaspore del jazz rock e delle manipolazioni sonore scaturite dalle esperienze davisiane e presenti nel programma con la Uberjam Band guidata da John Scofield e la Billy Cobham Band. O ancora ripercorrere con Tom Harrell e il suo nuovo progetto Colors of a dream, con il Max Ionata Organ Trio impreziosito dalla presenza di Gegé Telesforo, con il trio guidato dalla pianista Hiromi e con il quintetto di Daniel-Sidney Bechet le derivazioni di una musica che prende le mosse dal mainstream e porta sul palco quanto è ancora possibile “tirar fuori” da quel linguaggio. Abbiamo tenuto per ultimo l’incontro sul palco di Stefano Bollani e Hamilton de Holanda perché riassume tutte queste istanze nel repertorio nato dalla reinterpretazione magistrale di brani scelti in modo vario e animata dal gusto di due virtuosi sempre capaci di mettere la tecnica al servizio della musica.

E, naturalmente, viste le connessioni e gli intrecci, sarà possibile per gli spettatori tracciare una lettura capace di mettere insieme nuove scoperte e amori musicali già condotti alla prova del palco.

Come è d’abitudine, il cartellone del festival si arricchisce poi delle esibizioni di musicisti di assoluto livello, provenienti da contesti anche diversi tra loro, ma uniti al “marchio” Pescara Jazz dalla loro qualità indiscussa e dalla vicinanza del pubblico del jazz con quanto verrà portato sul palco. Anche in questo caso si alternano ritorni e prime esibizioni nella rassegna, arrivata ormai alla quarantaduesima edizione. La voce di Al Jarreau è stata diverse volte protagonista del festival con la sua classe e la sua eleganza, il ritorno di Simona Molinari avviene con un progetto incentrato sul songbook e sulla figura di Ella Fitzgerald. Yann Tiersen, autore conosciuto per le sue minimali e descrittive colonne sonore, sarà a Pescara con il concerto in piano solo che nasce dal suo recente lavoro, Infinity. Steve Hackett porta al Teatro D’Annunzio un concerto che ne rappresenta a pieno la vicenda artistica, sin dal titolo: Genesis Extended è la sintesi estrema in due parole di un repertorio che parte dal celebre gruppo di cui il chitarrista è stato parte integrante nel periodo progressive, quello più significativo dal punto di vista creativo, passa per i brani proposti nei dischi in solo e con gli altri protagonisti di quella stagione e, grazie alla presenza di una band formata da musicisti passati per le formazioni più rilevanti del rock, arriva alla definizione di quanto accade oggi sulla scena internazionale.

 

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