Martynas Levickis N. 1 nella Classical Hit Parade UK (1° parte)

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Una piacevole conversazione tra i fisarmonicisti inglesi Romano Viazzani e Martynas Levickis

Martynas LevickisMartynas Levickis fa parte di una “generazione d’oro” di fisarmonicisti che hanno frequentato e continuano a studiare presso la Royal Academy di Londra nella classe del Maestro Owen Murray; una leva di artisti alla quale appartengono anche Ksenija Sidorova, Borut Zagoranski e Milos Milivojevi, solo per citarne alcuni. Il soggetto della nostra intervista, attualmente, ha monopolizzato tutta la stampa nazionale britannica in virtù del suo primo posto nella Classical Hit Parade del Regno Unito con il suo nuovo album intitolato Martynas.

R: Complimenti per i tuoi fantastici successi Martynas. Sono sicuro che ogni fisarmonicista britannico (e non) farebbe salti di gioia alla notizia di un “collega” al numero uno delle classifiche di musica classica nel Regno Unito. Anche io ho esultato per te, quando ho sentito che la prestigiosa etichetta Decca, che non produce un fisarmonicista da tempo immemore, voleva fare un album con te. Potrei sbagliarmi, ma credo che l’ultimo risale alla collaborazione con il recentemente scomparso Gervasio Marcosignori, circa cinquantanni anni fa… In ogni caso si tratta di produzioni molto diverse e con modalità differenti, ma entrambe riflettono i tempi in cui sono state registrate. L’album di Marcosignori è stato lanciato in un momento in cui la fisarmonica cercava di affermarsi nel panorama musicale classico e contemporaneo, senza per questo rinnegare la sua base tradizionale. Di conseguenza, Gervasio proponeva nella sua scaletta uno o due pezzi da balera per terminare poi con alcuni brani di compositori contemporanei come Felice Fugazza (Preludio e Fuga), Luigi Ferrari Trecate (Pantomima Umoristica) e Vittorio Melocchi (Balletomania). Il tuo album include, invece, arrangiamenti di temi popolari che sono di grande effetto, ma anche alcuni brani classici e persino musiche di Lady Gaga e Katy Perry.

M: Le scelte di repertorio nell’album non sono state così originali come si pensa, anche se tutti dicono si tratti di qualcosa che non è stato suonato né sentito prima. C’è stata, indubbiamente, un’azzeccatissima operazione di marketing a monte, questo grazie anche alla collaborazione della casa discografica che, forti della loro esperienza, hanno fatto diventare il mio disco una produzione di successo. Il mio contratto con la Decca prevede una produzione di cinque album e mi piacerebbe esplorare per ciascuno un repertorio sempre diverso, anche un po’ al limite dell’innovazione, se potrò farlo, perché ci sono così tante persone che lavorano insieme a me su questo progetto che a volte è difficile portare avanti le proprie idee.

R: È interessante… Nel settore discografico ci sono quindi alcuni professionisti che fanno la “substance” ed altri che sviluppano il “crossover” (prima la base e poi gli arrangiamenti n.d.r.), questo indistintamente nel mondo della musica classica, folk, jazz, pop, ecc. La realizzazione di un album di musica popolare ti consente di avere più visibilità, così il settore può testare l’artista e oggi sembra questa l’unica opportunità a disposizione di un bravo musicista, per dimostrare il proprio valore.

M: Spero davvero che questo è ciò che accadrà ed è quello che è successo in Lituania quando ho partecipato al Lituania Got Talent… Vendendo me stesso, la mia immagine per uno spettacolo TV molto popolare ho catturato l’attenzione della gente e degli sponsor, i quali mi hanno poi invitato ad esibirmi in grandi concerti con il tutto esaurito e la gente voleva ascoltare da Bach a Also Sprach Zarathustra, da Flashing a Scarlatti, qualunque cosa suonassi funzionava, perché forse il pubblico non sapeva cosa aspettarsi… Magari pensavano che eseguissi gli stessi brani che avevo fatto in TV, diciamo che li ho un po’ “truffati”. Io credo che questa formula possa andare bene anche per il Regno Unito, forse, vedremo… Ho già alcune idee per il secondo album, sto vagliando degli spunti che guardano verso nuovi orizzonti. Ad esempio, adesso, sto promuovendo su YouTube la Sunday Squeeze, un’opera molto difficile da eseguire, ma devo farlo, perché è un’ottima réclame; si tratta degli arrangiamenti di brani di musica pop che preparo da solo e che vengono trasmessi ogni domenica. È un lavoro abbastanza faticoso, anche se molto gratificante perché le varie incisioni sono presenti nelle Hit inglesi. Sono contento di tutto quello che faccio perché è molto positivo per la mia immagine, ci sono tante persone che lavorano per me e questa è comunque una grande responsabilità. Certo, non significa che si debba fare tutto e solo per il marketing, non bisogna assolutamente perdere la propria integrità per la fama, ma fare la cosa che si ritiene più giusta.

R: Sono perfettamente d’accordo con te. Anche se si sta suonando solo musica pop, si deve comunque fare del proprio meglio ed interpretarla in modo convincente, funzionale allo strumento, il che significa che devi impiegare molte ore per l’arrangiamento, lo studio e l’interpretazione. È molto faticoso!

M: Speriamo che questo segni la strada per un futuro migliore per tutti i fisarmonicisti.

R: Beh, ho sempre pensato che i precursori di questa nuova frontiera per la fisarmonica sarebbero stati i ragazzi come te, quelli della tua generazione. La mentalità di questi ultimi è molto lontana dalla “vecchia” parvenza obsoleta legata al nostro bellissimo strumento. Negli anni ‘60 e ’70 la fisarmonica era associata all’immagine di un vecchio ordine mondiale che la gente voleva dimenticare. Poi sono arrivati i Beatles con le loro chitarre (John Lennon ha, tra l’altro, suonato la fisarmonica…) insieme alla libertà sessuale e l’inizio della cultura pop giovanile; la fisarmonica in questo grande cambiamento non ha avuto accesso. Ciò che YouTube ha dimostrato è che alla gente piace ascoltare la musica, ma che forse non ha avuto la possibilità di scegliere, perché le case discografiche imponevano solo ciò che pensavano i giovani avrebbero acquistato. L’universo di YouTube è pieno di fisarmonicisti che fanno cose diverse, non solo musica musette francese o altri generi abitualmente associati alla fisarmonica in Gran Bretagna o nel resto del mondo. Prendiamo un pezzo da camera come il I movimento da l’Inverno de Le Quattro Stagioni di Vivaldi, entrambi l’abbiamo suonato ed abbiamo constatato che le cliccate sono aumentate sproporzionatamente, centinaia di migliaia di persone hanno ascoltato le nostre performance. Tutto ciò è straordinario per la fisarmonica. È da questi presupposti che è nata la tua idea di fare un arrangiamento dei brani di Lady Gaga?

M: L’idea iniziale mi è stata suggerita da un amico al ritorno dalla Lituania. Lo scorso anno ho pubblicato un album chiamato i-accordion in cui ho presentato una selezione di brani di musica pop arrangiati per fisarmonica e stavo appunto pensando di dare un seguito a questo progetto. Il mio amico disse: “Perché non suonare Lady Gaga? Ci sarebbe questa canzone…” Onestamente neanche la conoscevo, ma ascoltandola con attenzione, ne capii subito il potenziale. Poi, quando incontrai il mio manager gliela feci sentire e in seguito anche a tanta altra gente, e devo dire che è piaciuta a tutti!

R: Funziona davvero bene e anche l’esecuzione è veramente magistrale. Ti ho visto su BBC Breakfast ed è stato davvero impressionante, sei stato anche molto disinvolto durante l’intervista.

M: L’intervista è stata, in realtà, particolarmente stressante per me. Ho partecipato a un paio di sessioni di formazione sui media per aiutarmi a capire come parlare durante uno show. Non è andato niente nel modo in cui avevo previsto, è stato tutto davvero veloce. In ogni caso è stato fantastico soprattutto come promozione.

R: Anche Charlie Stayt ha suonato la tua fisarmonica! Il video clip è molto allettante. Tutti conoscono L’Overture de La Forza del Destino grazie a vari annunci TV e anche ai film. È stata proprio una buona idea, visto che è anche il bicentenario di Verdi e Wagner ed è anche il centenario di Benjamin Britten. Quindi ora dovrai registrare alcune opere di Wagner con la fisarmonica!

M: Ho alcune idee folli in testa e sto lavorando su dei temi di Britten, in realtà…

R: Nel tuo ultimo CD ci sono “classici popolari”, nonché alcuni brani di successo molto ben riprodotti, ma sotto sotto si avverte la mano di una “fisarmonicista di sostanza”. Ho sentito l’esecuzione di pezzi di incredibile complessità tecnica e che richiedono un’intensa interpretazione emotiva. Nel Regno Unito abbiamo appena formato la UKAAT (Associazione britannica degli Insegnanti di Fisarmonica), di cui, per fortuna, fai parte anche tu. Per i nostri lettori più giovani vorrei chiederti, quanto la tua formazione didattica ti ha davvero aiutato ad arrivare dove sei oggi?

M: Moltissimo, credo… Senza di essa non sarei stato così convincente. Ad esempio, sono sicuro che molte persone potrebbero suonare gli stessi brani del disco, forse non c’è nulla di tecnicamente così complicato, ma c’è un substrato (cioè l’interpretazione ed il patos n.d.r.) che fa la differenza, il valore aggiunto…

R: Assolutamente, la penso perfettamente come te! Lo studio costante ti ha permesso di suonare quei brani e allo stesso tempo di trasmettere la musica che è nelle tue mani (il tuo sapere musicale, ciò che la tua formazione artistica ti ha permesso di diventare n.d.r.), ossia quel qualcosa di più profondo e sensibile che è in ogni musicista. In questa epoca di talent show può succedere che un ragazzo dotato di una bella voce possa vincere un concorso, ma poi, per avere una continuità, è necessario mostrare anche altre doti, la cosiddetta “sostanza”, la “stoffa”, altrimenti si innesca una curva ripida, una parabola discendente sotto i riflettori dei media che ti conduce inesorabilmente all’anonimato.

M: L’esperienza Lituana credo sia stata molto utile anche sotto questo punto di vista e credo mi abbia un po’ trasformato, mi ha fatto crescere artisticamente. Poi sono arrivato alla Royal Academy di Londra perché ritenevo di non avere una formazione adeguata per la musica contemporanea, ma ormai ero nel posto giusto e Owen Murray è stata un’enorme fonte d’ispirazione per me. Mi ha insegnato a cercare quelle sfumature e, come dico parlando del mio ultimo album, ho imparato ad ascoltare e sentire da Owen Murray l’essenziale che è nella musica. Mi riferisco a tutti quei piccoli dettagli, a quegli accorgimenti che hanno contribuito a migliorare le mie performance. Sono sicuro che non sarei stato in grado di farlo senza una formazione classica importante. La gente a volte mi dice dopo un concerto: “questa è bella musica… si sente la tua preparazione classica!” Questo mi rende molto felice, mi gratifica. C’è una storia divertente che mi piace raccontare. Al Festival Hall Recital di febbraio, dove ho partecipato nella sezione di musica classica – contemporanea, alla fine ho anche suonato due pezzi dal mio album insieme ad un violinista. Un uomo di settant’anni, è venuto da me dopo il concerto e ha detto “Perché non suona Lady Gaga? “Non si sa mai quello che la gente si aspetta…