Semionov presenta “Sonata № 3 Reminiscence of the Future” – 1° parte

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Sonata №3 “Reminiscence of the Future”Yulia Amerikova
Intervista esclusiva con Viatcheslav Semionov
di Yulia Amerikova
 

Oggi vorrei parlarvi di un colloquio con un meraviglioso musicista, insegnante e compositore, Viatcheslav Semionov, che ci presenta la sua nuova composizione – “Sonata № 3 Reminiscence of the Future”.

Scritta nel 2013 e pubblicata nel 2014, Sonata № 3, con la sua intensità di immagini, idee ed energia, è il simbolo di una nuova fase del compositore Viatcheslav Semionov che ci ha descritto questa produzione con l’entusiasmo di chi sa di portare aria nuova nel panorama musicale mondiale.

 

 

Viatcheslav SemionovDopo quasi 30 anni dalla tua prima sonata “Sonata № 3 Reminiscence of the Future” è forse la tua più grande composizione dopo il concerto Frescos, per concetto ed esecuzione. Come è iniziato tutto? Raccontaci, per favore, come, quando e perché hai sentito la necessità di scrivere un’opera di così ampia portata. Avevi fin dall’inizio l’idea di realizzare una sonata oppure pensavi solo ad una nuova composizione che poi si è sviluppata così maestosamente?

In realtà tutto nella mia vita è “non convenzionale”, faccio raramente qualcosa di appositamente previsto, forse perché non ho mai avuto un lavoro sistematico. Vale a dire, io lavoro costantemente e molto, ma il sistema che adotto è, diciamo, “ramificato” tanto da sembrare a volte inesistente, ma comunque fuso. Come l’albero che ha molti rami, la mia vita-albero ha tanti rami, alcuni più vicini altri più lontani. Poi, per un motivo sconosciuto una forza nuova è comparsa nella mia vita.

Comincio da lontano… Nel corso della vita di ogni uomo, e soprattutto di un uomo creativo e riflessivo, sorgono costantemente domande che esigono una risposta. La vita non si ferma e, anche se molte cose si ripetono, questa ripetizione si verifica in una nuova fase di sviluppo della storia umana e della società ovviamente con una percezione dell’accaduto sempre diversa. Mi ricordo che nel 2002, in seguito alla tragedia del sottomarino “Kursk” (2000), ho sentito la necessità di creare un pezzo che riflettesse ciò che avevo accumulato nella mia anima: i tanti modi in cui la gente manifesta i propri sentimenti, i modi in cui reagisce a situazioni estreme, i modi in cui si mostra agli altri… Osservando il mondo ho visto che ci sono uomini veri, quelli con la “U” maiuscola e creature umanoidi. Vorrei riflettere sull’uomo vero, sulla comprensione delle sue impronte.

Quindi la musica è anche uno specchio delle tue riflessioni…

Il materiale musicale che è diventato la base di Caprice № 2 “SOS” sarebbe dovuto essere il primo movimento della Terza Sonata, ma il soggetto è così dolente che sono stato clemente con il mio pubblico e ho deciso di non tormentarlo con una grande composizione tragica.

Quando accadono tragedie umane come il “Kurs”, il mio animo è molto tormentato, il susseguirsi di questo genere di eventi così catastrofici passa tutto attraverso di me per poi riflettersi nelle mie opere; è per questo che quando si scrive qualcosa di significativo, cinque minuti di esecuzione non sono sufficienti e solo una grande sonata può raccogliere tutto al suo interno.

Come movimento iniziale, ad ogni modo, ho deciso che il “Caprice” sarebbe stato sufficiente, e devo ammettere che gli ascoltatori hanno subito accettato.

Poi nel 2003 ho composto “Frescos”, un concerto per fisarmonica e orchestra da camera. Qui ho posto problematiche più ampie a cui ho cercato di trovare le risposte attraverso l’ideologia cristiana. E sembra che ci sia riuscito, anche se quando ho iniziato a scrivere questo concerto, non avevo intenzione di realizzare un’opera così importante. Dovevo fare una composizione per fisarmonica e orchestra da camera (ca. 8 minuti) per il concorso nazionale di Surgut, ma poi quando ho iniziato a scrivere, l’opera è cresciuta da sé e la tematica si è sviluppata con estrema naturalezza durante la sua stesura.

E poi, dopo che alcuni membri del comitato CIA “Coupe Mondiale” tra cui Frédéric Deschamps (celebre fisarmonicista francese e insegnante) mi chiedevano informazioni sulla Terza Sonata, tutti iniziarono a domandarmi regolarmente: “Quando potremo ascoltarla?” Me lo chiedevano su Internet, su Facebook, ovunque… A quel punto ho capito che era arrivato il momento. Ma avevo paura di iniziare. La Terza Sonata di Vl. Zolotarev è stata per me un valido aiuto, anzi oserei dire un vero e proprio punto di svolta; dopo la sua comparsa sulla scena musicale molte cose sono cambiate nel repertorio per fisarmonica e per la prima volta, nella storia della stessa, sono state poste questioni umanitarie gravi come sfondo tematico. Beh, mi sto avventurando verso l’infinito…

Torniamo alla Sonata № 3… Perché hai deciso di scegliere la sonata?

Sonata, sinfonia – per me è la stessa cosa… La sinfonia è per orchestra mentre la sonata può essere eseguita anche da uno strumento solista. Ho notato, immodestamente (sorride), che Beethoven tratta molte delle sue sonate come una sinfonia. Beh, noi di solito siamo ispirati dalle gesta dei grandi personaggi del passato, quindi, se Beethoven le chiamava sonate, perché dovremmo identificare qualsiasi composizione significativa come una sinfonia? Dopo tutto lo sviluppo di una sinfonia può essere anche in sonata. Forse proprio perché ho deciso di dedicare una delle mie opere più importanti alla “comunità della fisarmonica”, questa composizione è diventata una sonata…

Continua…