“Bag to future”. Il disco della Zampognorchestra oltre la tradizione

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ZampognorchestraZampognorchestra è un ensemble di quattro musicisti che hanno fatto della sperimentazione l’elemento cardine del loro progetto. Fin qui niente di nuovo: siamo nel campo della musica e un certo grado di sperimentazione è sempre richiesto. Ma in “Bag to future”, il disco uscito per le edizioni Rara Records, si è alzato il tiro e soprattutto ampliato, finalmente, lo spettro delle aspettative. Perché i quattro musicisti sono zampognari e le zampogne che tutti conosciamo (e che entrano generalmente nel panorama sonoro contemporaneo orami solo a Natale) non hanno mai suonato come quelle della Zampognorchestra (l’allitterazione è d’obbligo). Perché non solo questa band ripropone alcuni repertori tradizionali, ma si è spinta a interpretare alcuni classici rock e jazz, stendendo oltre misura le potenzialità di uno strumento poco conosciuto e, soprattutto, legato a vecchi stereotipi. In un’intervista Giuseppe Moffa spiega così l’idea del progetto: “abbiamo cercato di confrontarci con stili musicali diversi, proprio per far comprendere che la zampogna non appartiene solo al natale ma che da essa si può tirar fuori un suono contemporaneo”. E a proposito del disco “Bag tu future” precisa: “ci sono brani originali che rimandano alla musica classica, al jazz, ma anche brani dei Rolling Stones e dei Beatles, così come composizioni di Beethoven e Dvorak”. E infine: “considerare la zampogna uno strumento da pastori è fin troppo riduttivo, noi abbiamo cercato un dialogo con il futuro, abbiamo cercato di renderla viva ed interessante come può esserlo una chitarra elettrica. Non a caso poi abbiamo utilizzato diversi tipi di zampogna come la 6 palmi, la 25 molisana, la 30 zoppa e le ciaramelle”.