Johann Sebastian Bach: l’enigma della musica
Peter Williams, musicologo, storico della musica, organista e organologo, nato nel 1937, ha dedicato quasi l’intera vita agli studi – tra gli altri, ma soprattutto – su Johann Sebastian Bach (…)
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Peter Williams, musicologo, storico della musica, organista e organologo, nato nel 1937, ha dedicato quasi l’intera vita agli studi – tra gli altri, ma soprattutto – su Johann Sebastian Bach (…)
Il Vocabolario Treccani online recita così: “quadratura s. f. [dal lat. tardo quadratura, der. di quadrare «ridurre a quadrato»]. […] In musica, la formazione di una melodia strofica che si (…)
Se volete dimagrire, seguite scrupolosamente il mio suggerimento: ogni giorno, prima dei pasti principali, leggete qualche pagina di Applaudire con i piedi: la sua lettura è così avvincente (…)
Col declinare degli anni ’90 del secolo scorso, sarebbe declinato – secondo alcuni critici – anche il valore artistico delle incisioni di Pauline Oliveros. Mi permetto di dissentire: (…)
IL SOGNO MUSICALE DI UN “PARADISO IN TERRA” Domenico Zipoli nella «Nazione della musica» Nonostante i numerosi titoli accademici e musicali che può vantare – o, più probabilmente, proprio per questo – Sergio Militello sa trattare temi assai complessi facendosi comprendere e apprezzare sia dagli esperti, sia dai profani. Forse perché alla competenza unisce […]
“COME MARE SQUARCIATO D’ESTATE” Il futurismo musicale (seconda parte) Nel marzo del 1911, cinque mesi dopo aver pubblicato il Manifesto dei musicisti futuristi, Francesco “Balilla” Pratella torna sul tema con La musica futurista – Manifesto tecnico. Come lascia chiaramente intendere il titolo, si tratta, stavolta, dell’esposizione di argomentazioni dettagliate, che entrano nel merito delle […]
Ventidue fisarmoniche, cinque strumenti a percussione, ascendenze musicali che spaziano dalle danze celtiche ai Continuum per clavicembalo (1968) di György Ligeti (1923-2006). È The Wanderer (…)
Prima ancora che lo facesse Walt Disney, lo avevano già fatto i futuristi. No, non animare disegni. E nemmeno creare fantasmagorici parchi giochi. Bensì, mettere in bocca a Igor Stravinsky (…)
Ha suonato (la fisarmonica, what else?), composto, scritto saggi di teoria musicale. Ha sperimentato, soprattutto. D’altronde, aveva visto la luce a Houston, la città del Centro di controllo (…)
L’esperienza dei musicisti minimalisti incrocia quella di Philip Glass, che, già forte di una rigorosa formazione accademica, aveva appreso da Ravi Shankar una diversa nozione del ritmo (…)