“COME MARE SQUARCIATO D’ESTATE”
Il futurismo musicale
(seconda parte)
Nel marzo del 1911, cinque mesi dopo aver pubblicato il Manifesto dei musicisti futuristi, Francesco “Balilla” Pratella torna sul tema con La musica futurista – Manifesto tecnico.
Per Pratella le forme musicali non sarebbero altro che “apparenze e frammenti” di un unicum “tutto ed intero”. Ogni forma musicale è correlata alla facoltà di espressione e di attuazione del motivo passionale suscitatore e alla capacità dell’artista di percepirlo. Solamente la motivazione passionale guida il musicista verso la rivelazione formale e sintetica di sé stesso, essendo la sintesi proprietà cardinale dell’espressione e dell’estetica musicale, sinestesia che persegue la concentrazione di tutte le sensazioni entro un unico ambito spazio-temporale. Il contrasto tra più motivazioni passionali e “i rapporti fra i loro caratteri espressivi e fra la loro potenzialità di espansione e svolgimento” costituiscono la sinfonia futurista, che considera come sue massime forme il poema sinfonico, orchestrale e vocale e l’opera teatrale:
– il sinfonista puro non deve attenersi ad altro criterio che non sia il proprio senso artistico di equilibrio e di proporzione futuristi, cioè il raggiungimento della massima intensità di espressione;
– l’operista richiama nella sfera musicale tutte le altre arti, moltiplicandone l’efficacia espressiva;
– la voce umana, massimo mezzo d’espressione, dovrà essere avvolta e pervasa dai suoni dell’orchestra, che accoglie in sé tutte le voci della natura, rappresentate per mezzo dell’arte.
Pratella rimarca che il poema potrà essere concepito per la musica esclusivamente se dettato da uno stato d’animo musicale e nel quadro dell’estetica musicale perché l’operista, “creando ritmi nel collegare le parole, crea già musicalmente ed è autore unico dell’opera propria. Musicando invece la poesia d’altri, egli rinuncia stupidamente alla sua particolare fonte d’ispirazione originale, alla sua estetica musicale, ed assume da altri la parte ritmica delle sue melodie”. Bando, inoltre, al recitativo: sulla scena, gli uomini devono cantare un “canto naturale, spontaneo, senza la misura dei ritmi o degl’intervalli, artificiosa limitazione dell’espressione”, così come, in altri luoghi e in diversi contesti, “presi da un’intima volontà di espansione e di dominio”, erompono genuinamente nel linguaggio umano. Il musicista, infine, deve fare proprie tutte le capacità espressive e dinamiche dell’orchestra, e considerare la “istrumentazione” come un universo sonoro perennemente in movimento nel quale tutte le sue parti si fondono.
L’unico vero melodramma di Pratella è L’eroe, successivamente portato in scena col titolo L’aviatore Dro. Vi si possono riconoscere, però, solamente alcuni elementi della poetica futurista. Filippo Tommaso Marinetti lo definisce “prima aeromusica dell’aviazione» e suggerisce a Pratella di introdurvi più intonarumori di Russolo perché così “si delineerebbe nettamente la tua figura di primo musicista che abbia col suo genio rivoluzionato l’orchestra saltando coraggiosamente il fossato che separa, in musica, il futurismo dal passatismo”.
Nel 1927, con il brano Popolaresca, Pratella partecipa alla tournée della compagnia della “Pantomima Futurista” di Maria Ricotti ed Enrico Prampolini, per poi comporre, nel 1931, la colonna sonora del film Terra madre, di Alessandro Blasettie, nel 1938, quella de L’argine, di Corrado D’Errico. Tra le altre, numerose composizioni vanno ricordate: Inno alla vittoria, cantata per coro e orchestra, op. 29 (1918); La canzone del niente per canto e pianoforte, op. 36 (1919); Il tamburo di fuoco (1922); Trio, op. 28 (1924); La guerra, tre danze per orchestra, op. 32 (1924); Giallo pallido. Tempo per quartetto d’archi, op. 39 (1924); Sonata terza per quartetto d’archi e pianoforte, op. 55 (1937); Preludio e danza dei serpenti, op. 40 (1938); Quattro serie di Cante romagnole, op. 43 (1924), 49 (1928), 51 (1930) e 56 (1938); Musica inedita per Nostra médar Rumagna, op. 61
[1] https://www.strumentiemusica.com/rubriche/come-mare-squarciato-destate-il-futurismo-musicale/
[2] http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-balilla-pratella_%28Dizionario-Biografico%29/
PER APPROFONDIRE
BIBLIOGRAFIA
CRISPOLTI, Enrico, Il mito della macchina e altri temi del futurismo, Trapani, Celebes Editore, 1971.
DE MARIA, Luciano (a cura di), Per conoscere Marinetti e il futurismo, Milano, Mondadori, 1973.
MARINETTI, Filippo Tommaso, Lettere ruggenti a Francesco Balilla Pratella, Milano, Quaderni dell’Osservatore, 1969.
PRATELLA, Francesco Balilla, Autobiografia, Milano, Pan Editrice, 1971.
ROSSI, Mattia, Rumorosi pentagrammi. Introduzione al futurismo musicale, Chieti, Solfanelli, 2018.
VERDONE, Mario, Teatro italiano d’avanguardia, Roma, Officina Edizioni, 1970.
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