“Che Schönberg mi perdoni” (1° parte)
La serata è solenne. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Dalle quinte, un occhio indiscreto scruta, segretamente, la sala ormai piena. È il momento di iniziare. Per l’ultima volta (…)
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La serata è solenne. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Dalle quinte, un occhio indiscreto scruta, segretamente, la sala ormai piena. È il momento di iniziare. Per l’ultima volta (…)
L’incontro tra Freud e Mahler è del tutto anomalo dal punto di vista della prassi psicanalitica (nel 1910, Freud non aveva ancora stabilito regole rigide). Eppure, un solo colloquio, durato (…)
Premetto che in fatto d’arte non sono un intenditore, ma un profano. Ho notato spesso che il contenuto di un’opera d’arte esercita su di me un’attrazione più forte che non le sue qualità (…)
Dopo il successo di L’oiseau de feu, quello di Petrouschka (1911). Nel nuovo lavoro di Igor Stravinsky, il pianoforte compie “evoluzioni acrobatiche suscitando rabbiose reazioni dell’orchestra (…)
Per il personaggio del Prestigiatore Cinese di Parade, Picasso disegna un costume rosso, nero, giallo e bianco a segmenti, raggi, spirali, che alludono sia al sol levante, sia ai trucchi (…)
Non meno dei nonsense che gli piace scrivere – per esempio: “Benché le nostre informazioni siano false, non le garantiamo” – e che lo faranno tanto amare dai dadaisti, le composizioni di Erik (…)
“Si fece insieme delle gite a Napoli […] e là passammo alcune settimane in stretta compagnia. Entrambi fummo molto colpiti dalla Commedia dell’Arte, che vedemmo in un’affollatissima saletta (…)
“Ogni tanto Dessau mi telefona e mi suona al telefono una nuova quartina. Sembra che venga da un altro pianeta”. Così scrive Bertolt Brecht, affettuosamente, nel proprio Diario di lavoro (…)
Dopo il successo de L’opera da tre soldi, prosegue la collaborazione tra Bertolt Brecht e Kurt Weill. Il 1929 è l’anno di Happy End e di Il volo dei Linbergh un dramma didattico radiofonico (…)
Un uomo è un uomo, scritto a cavallo tra il 1924 e il 1925, è il primo dramma di Bertolt Brecht per il quale Kurt Weill concepisce le musiche, sebbene solamente per il suo secondo allestimento (…)