Per scrivere la biografia di Debussy, Restagno è partito dalla lettura della Correspondance del compositore, un’opera imponente (oltre tremila lettere raccolte in più di duemila pagine), che l’editore francese Gallimard aveva pubblicato nel 2005. Fu proprio allora che nel musicologo maturò l’idea di lavorare a questo progetto, che, oggi, a distanza di sedici anni da quel fausto proposito, il Saggiatore ha portato in libreria. Claude Debussy. Ovunque lontano dal mondo incuriosisce come ogni biografia di personaggi di grande rilievo quando sia magistralmente scritta (e questa lo è), apre nuovi orizzonti allo studio dell’opera di Debussy e avvince come un romanzo in cui non manca alcuno degli ingredienti indispensabili a una drammaturgia che si rispetti: protagonista e antagonisti (materiali e immateriali), consenso e disapprovazione, disagio economico e desiderio ardente di conoscenza. Non manca, soprattutto, ça va sans dire, la “colonna sonora”, le opere di Claude Debussy, uno dei padri della modernità, che rinunciò alle convenzioni della struttura compositiva e che contestò il wagnerismo così in voga al suo tempo senza, per questo, poter essere tacciato di radicalismo. Recependo, anzi, la tradizione per lavorare a strategie innovative nel linguaggio e nella forma.
Enzo Restagno è un narratore abile e affascinante, capace di evocare i suoni con le proprie parole mentre, contemporaneamente, ci racconta le vicende da cui scaturirono, valorizzando la prosa epistolare di Debussy, che, per “bellezza, profondità ed eleganza […] fa onore alla grande tradizione letteraria francese”. E tutto ciò considerando che il compositore “non aveva frequentato neppure la scuola elementare” e che fu sua madre, donna di umilissime origini, “a insegnargli a leggere e a scrivere; tutto il resto è l’opera di un meraviglioso autodidatta”.
Nel libro di Enzo Restagno, al fianco di Claude Debussy c’è un altro protagonista, anzi una protagonista. È la Parigi a cavallo tra fin de siècle e albori del Novecento, la Parigi capitale internazionale di tutte le arti di cui Debussy è, in qualche misura, sintesi, fondendo le proprie opere in una visione che accoglie – senza fare per questo “musica a programma” – le poetiche di Monet, di Verlaine e di Mallarmé. Il Monet che rifiuta la dicotomia tra sensi e intelletto e sperimenta gli effetti di luce sulle superfici materiche; il Verlaine della “musica prima di tutto”; il Mallarmé che anela al raggiungimento della “poesia pura”, che comunichi attraverso la musicalità del ritmo e dei suoni. Suggestioni che fanno di Debussy una sorta di Cezanne della musica, teso ad afferrare l’essenza della natura.
Enzo Restagno ha insegnato Storia della musica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino per trentasette anni. Ha svolto e svolge attività di critico musicale per importanti quotidiani e periodici ed è stato direttore artistico di importanti festival musicali, tra i quali MiTo, nonché dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino. Ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la Rai, Radio France, Westdeutsche Rundfunk, BBC. È autore di numerosi libri su compositori del Novecento tra i quali Luigi Nono, Luciano Berio, Aaron Copland, Alfred Schnittke, Steve Reich, Sofija Gubajdulina, Arvo Pärt, Toru Takemitsu.
Enzo Restagno, Claude Debussy. Ovunque lontano dal mondo
Editore: il Saggiatore, Milano
Anno di edizione: 2021
Pagine: 624, ill., bross., € 39,00