Il Fidharmoneon nasce, dopo un paio d’anni di studi, in un piccolo laboratorio ubicato sull’Appennino Bolognese, dalla combinazione di due strumenti, la fisarmonica, appunto, e il bandoneón. A prima vista appare del tutto simile a una fisarmonica tradizionale, che sprigiona, però, sonorità inedite, paragonabili proprio a quelle dello strumento inventato dal musicista tedesco Heinrich Band. Con la supervisione di Massimo Tagliata, il percorso di questo nuovo prototipo si delinea, successivamente, in modo più chiaro e concreto e si arriva alla produzione e al brevetto dell’ultimo modello. Il segreto di tutto ciò? A detta dei diretti interessati non c’è nessuna modifica sostanziale all’impianto di base, gli ingredienti sono sempre quelli: somiere, voci, pelli e il buon vecchio legno, magari assemblati in modo curioso.
Il Fidharmoneon si presenta con 37 tasti sonanti a destra, 96 bassi a sinistra e nessun selettore di timbro. A destra sono montate voci in seconda, ottava reale più ottava superiore, mentre sulla tastiera sinistra le voci dei bassi sono sempre in seconda (Do1 e terzetto) e anche gli accordi suonano in seconda (Do3 con la seconda voce che parte dal Fa#3). Disponibile nella versione sistema pianoforte o cromatico, con bassi standard o bassi sciolti per quinte, lo strumento è realizzato con la regia di un esperto del settore, Rodolfo Spadari.