Nato nel 1941 a Beda-Derna (cirenaica), colonia italiana in Libia, Salizzato si era poi trasferito in Italia all’età di 7 anni respirando la beltà, l’humus culturale e intellettuale di Venezia alla quale è sempre rimasto profondamente legato. Un ambiente che ha alimentato e sorretto il suo naturale talento, cominciando sin da bambino a suonare la fisarmonica per poi avvicinarsi subito, all’insaputa dei genitori, alla composizione … tanto da pubblicare ad appena 10 anni il suo primo brano con l’editore “Daniele”. Il giovane Salizzato, pur non tralasciando mai del tutto la fisarmonica, si cimenta poi con il pianoforte, coltivando – parallelamente alla musica classica – la grande passione per il jazz, ritenendo l’improvvisazione elemento fondamentale a stimolare la fantasia.
Negli anni Sessanta e Settanta si esibisce come pianista in diverse orchestre nei più famosi locali della penisola e in Europa; nel ’68 compone la musica della raccolta “Poeta-Bach”, otto poesie di Andrea Cason in omaggio al premio Nobel per la pace Albert Schweitzer; questi stessi brani furono poi ripresi e revisionati e saranno gli ultimi suoi pezzi suonati in pubblico dal musicista.
Sempre attivo, interessato ad ogni forma d’arte musicale e attento alla comunicazione con il pubblico, nel 2015 ha avuto l’onore di lasciare l’impronta della sua mano destra nell’omonimo Museo internazionale dei Grandi della Fisarmonica a Recoaro Terme.