“QUANDO IL VENTO APPENA SOFFIAVA”
Il Fado, Lisbona, la letteratura
(prima parte)
Nel fado, poesia e canzone si fondono e si confondono e lasciano senza risposta, ancora una volta, l’interrogativo «atavico» su dove inizi l’una e dove finisca l’altra: poeti che scrivono versi da cantare, cantanti che attingono alla tradizione poetica del Portogallo, autori di canzoni le cui parole, a volte, non hanno nulla da invidiare a quelle dei poeti.
“Il Fado nacque un giorno
Quando il vento appena soffiava
E il cielo il mare prolungava,
Nella murata di un veliero,
Nel petto di un marinaio
Che poiché era triste cantava”[1]
Sono le origini mitiche del fado, vagheggiate dal poeta modernista[2] nel 1941. Alla magia della poesia si sostituisce la concretezza della storia: il primo fado nasce oltremare, nelle colonie del Brasile, e, prima che canzone, è una “danza di negri così immorale e al contempo così incantevole […]”. Lo scrive nel proprio diario, pubblicato nel 1829, Carl Schlichthorst, ufficiale tedesco di passaggio in Brasile qualche anno prima. Che aggiunge: “La danza preferita dei neri si chiama Fado. Consiste in un movimento che fa ondulare soavemente e tremare il corpo, e che esprime i sentimenti più voluttuosi della persona in un modo tanto naturale quanto indecente”[3]. La danza è accompagnata dalla chitarra e dal canto dei ballerini, che si alterna a quello del chitarrista.
Quel corpo a corpo di avvicinamento e di allontanamento tra i ballerini, quei movimenti ondulanti dei loro fianchi, che culminano nel ventre contro ventre, ricordati dagli osservatori dell’epoca, esprimono una chiara simbologia erotica. Non è difficile supporre che nei teatri e nei salotti borghesi di Lisbona siano portate in scena delle varianti edulcorate della danza, ma nelle strade perdura la coreografia originaria, quella carnale, quella che s’insinua nelle taverne e nei bordelli dei quartieri popolari della città.
Ma il primo grande scrittore portoghese a confrontarsi con il fado è Camilo Castelo de Branco (1825-1890), un narratore originale, che allo spirito romantico, allora dominante in Portogallo, unisce una buona dose di umorismo sferzante.
A partire dall’ultimo trentennio dell’800, l’universo del fado si allarga ad altri ceti sociali, come, per esempio, la gioventù aristocratica bohémien, che ama frequentare i locali malfamati della capitale. Di pari passo a questo fenomeno, e conseguentemente ad esso, si moltiplicano le rappresentazioni letterarie dell’ambiente fadista e le contaminazioni del genere da parte di espressioni poetiche colte: Guerra Junqueiro (1850–1923), vate nazionale post mortem, scrittore satirico e poeta allegorico, si erge a protettore di António Maria Eusébio, O Cantador de Setúbal, fadista celebre per la sveltezza e il sarcasmo delle sue improvvisazioni poetiche.
“Mi misi a fissare la tipa
E mi feci tanta rabbia,
Che per poco non la infilza
Il mio coltello, la trafficona.
Aveva un’aria da pupazza,
Da venditrice ambulante.
Ma non volli attaccar briga
Nonostante la sbronza,
Non mi volli misurare con lei,
Perché aveva un coltello nel reggicalze”[11]
nell’epoca ispirata dalla poesia colta, si canta così:
“Silenzio! Chitarra mia,
Lascia ascoltare, lascia cantare,
Alla tenue luce della luna
La vergine che adoro e seguo.
Rumori che passate
Per i roseti in fiore,
Venite a sentire il mio amore.
Che sogna amori con me”[12].
E così, i temi romantici della donna amata come un essere verginale, destinato a morte precoce, diventano propri anche del fado.
NOTE
[1] Cit. in Rui Vieira Nery, Il fado. Storia e cultura della canzone portoghese, Roma, Donzelli Editore, 2006, pp. 42-43.
[2] “Modernismo” è il termine con il quale viene designato il movimento letterario che mutò il corso della letteratura di lingua spagnola tra il 1880 e il 1914. È usato anche per indicare la letteratura d’avanguardia fiorita in Brasile e in Portogallo intorno agli anni ’20 del ’900. In Portogallo, Fernando Pessoa può esserne considerato l’iniziatore in qualità di animatore della rivista Orpheu.
[3] Carl Schlichthorst, Rio de Janeiro wie es ist, Im Verlage Hahn’schen Hofbuchlandlung, Hannover, Simões, A. 1974.
[4] Manuel Antonio de Almeida, Memórias de un sargento de milícias, Livraria Martins, Sao Paulo, Andrade, M. de 1989.
[5] Cfr. il mio articolo “Combattere può essere una festa”, pubblicato in 3 parti su questa stessa testata:
https://www.strumentiemusica.com/notizie/combattere-puo-essere-una-festa-prima-parte/;
https://www.strumentiemusica.com/notizie/combattere-puo-essere-una-festa-seconda-parte/;
https://www.strumentiemusica.com/notizie/combattere-puo-essere-una-festa-terza-parte/.
[6] Idem.
[7] Cit. in Rui Vieira Nery, op. cit., p. 31.
[8] Ibidem, p. 33.
[9] Idem.
[10] Ibidem, p. 91.
[11] Ibidem, 75-76.
[12] Ibidem, 105.
PER APPROFONDIRE
BIBLIOGRAFIA
GIACOBBE, Il fado di Coimbra. Storia e significato sociale della canzone accademica portoghese, Lecce, Besa, 2017
LOURENÇO, Eduardo, Il labirinto della saudade. Portogallo come destino, Parma, Diabasis, 2006.
SARAIVA, José H., Storia del Portogallo, Milano, Bruno Mondadori, 2007.
SARAMAGO, José, Viaggio in Portogallo, Milano, Feltrinelli, 2015
LINK AUDIOVISIVI