Percorsi sonori tortuosi e impervi ma stimolanti

Ferdinando Romano – “The Legends of Otranto”

16

The Legends of OtrantoAdagiarsi nella propria zona di confort, per alcuni musicisti, è un modo per sentirsi al sicuro, per evitare di correre “rischi”, una maniera di restare saldamente ancorati alla propria visione musicale, artistica. Un’idea rispettabile, legittima. Ma, al contrario, tanti altri musicisti, jazzisti in questo caso, preferiscono di gran lunga guardare oltre il proprio naso per esplorare sentieri stilistici diversi, anche in modo tale da alimentare la propria curiosità e per far sì che si possano allargare ampiamente i propri orizzonti. The Legends of Otranto, nuova opera discografica concepita come una sorta di suite da parte dell’ardimentoso contrabbassista, compositore e arrangiatore Ferdinando Romano, è una fulgida testimonianza di come si possa ambire alla (ri)scoperta di territori sonori e stilistici tortuosi, impervi, ma estremamente interessanti. Affiancato da una formazione di assoluto livello, composta da Veli Kujala alla fisarmonica, Kirke Karja al pianoforte ed Ermanno Baron alla batteria, Romano partorisce un album contenente sei brani originali figli della sua maliarda ubertosità compositiva. Contrabbassista, compositore, arrangiatore e improvvisatore votato alla sperimentazione, Ferdinando Romano, jazzista molto affine a un’estetica avanguardistica, brilla per una spiccata personalità artistica e per un’identità espressiva immediatamente riconoscibili. Nell’arco della sua carriera, grazie al suo talento, ha condiviso palco e studio di registrazione con una pletora di jazzisti di levatura nazionale e mondiale come Ralph Alessi, Enrico Rava, Benny Golson, Alexander Hawkins, Glenn Ferris, Logan Richardson, Ben Val Gelder, Francesca Remigi, Federico Calcagno, Evita Polidoro, Tino Tracanna, Roberta Gambarini, Dino Piana, Mario Raja, soltanto per nominarne alcuni. Oltre ovviamente all’Italia, in alcuni fra i festival jazz più prestigiosi e jazz club più rinomati, si segnala all’estero in Paesi come Inghilterra, Francia, Germania, Albania, Cina, Ungheria, Estonia, Spagna, Austria, Olanda, Svizzera e non solo. Focalizzando l’attenzione sulla discografia, The Legends of Otranto è il suo nuovo capitolo di recente consegnato alle stampe. L’atmosfera in La Torre del Serpe è tensiva, velatamente inquietante, volta a creare uno stato di suspense. Qui il quartetto dialoga all’insegna di un caos ordinato, in cui intrecci e incastri sonori, melodici, armonici e ritmici rappresentano il fil rouge della composizione, con il fisarmonicista Veli Kujala che disegna traiettorie melodiche evocative, eteree. Idrusa si apre con le asperità armoniche architettate agli ottantotto tasti da Kirke Karja, enfatizzate dal comping policromatico e poliritmico brillantemente intessuto dal tandem Romano-Baron. Kujala dà vita a un eloquio “storto”, ricercato. In La Cava di Bauxite il mood è tendenzialmente filmico e denso di pathos. Il brano, poi, si snoda attraverso un groove drum’n’bass, sottolineato in modo incalzante ed energico dalle pelli percosse da Ermanno Baron, per placarsi ritmicamente e creare suggestioni sonore che conducono l’ascoltatore verso un viaggio immersivo e immaginifico, quasi come se si volesse invitarlo a visitare un universo parallelo. Qui, il fisarmonicista, si lascia andare a un discorso improvvisativo vibrante, caratterizzato da un largo uso di incandescenti cromatismi che alzano sensibilmente il livello di adrenalina. L’Albero della Vita è un brano che esorta alla meditazione, alla contemplazione. I quattro musicisti, perfettamente in simbiosi, dialogano ispirati e guidati da un trasporto emotivo tangibile. Il mood in Le due Sorelle è enigmatico, soprattutto nelle prime misure. Specie in questa composizione, la pianista Kirke Karja dà prova di una sapiente gestione della dinamica, oltre a una notevole inventiva improvvisativa e armonica impreziosita da una lodevole ricerca intervallare. Il solo del fisarmonicista è ipnotico, ben supportato dalle ricche linee di Ferdinando Romano. L’album si chiude con Re Artù, in cui Kujala inanella vertiginose progressioni e virate nell’out playing, sempre stimolato dalla vivacità ritmica del trio Karja-Romano-Baron. Stilisticamente molto vicino al free e all’avant-garde jazz, arricchito da colorazioni ed effluvi provenienti dalla Scandinavia, The Legends of Otranto è un disco da cui emerge l’accattivante e fervida immaginazione musicale di Ferdinando Romano, assistito dai suoi tre formidabili partner, attraverso cui lui dipinge tele sonore complesse, talvolta cerebrali, ma dense di quella vitale sostanza comunicativa che permea l’intero lavoro.

 

(Foto di Valentina Cipriani)

 

Ferdinando Romano, The Legends of Otranto

Etichetta discografica: GleAM Records

Anno produzione: 2025

 

ACQUISTA L’ALBUM

GUARDA IL VIDEO