La Notte della Taranta. Si avvicina il Concertone finale di Melpignano

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I tamburelli della tarantaLa Notte della Taranta è arrivata alla diciottesima edizione. Quest’anno è iniziata il 3 agosto toccando i vari paesi della Grecìa e del Salento. E si concluderà con l’evento più atteso, che è anche il più importante in Italia e non solo in questo ambito: l’ormai famoso Concertone di Melpignano, che si svolgerà la sera del 22 agosto. Chi segue le cronache e le notizie che riguardano le musiche popolari nel nostro paese, avrà notato non solo un cartellone ricco di artisti di alto livello e differenziato. Ma anche la presenza delle ormai tradizionali critiche, che convergono spesso sugli stessi argomenti, anche se ogni anno si arricchiscono di spunti interessanti. Ciò che quest’anno mi è sembrato degno di nota più di altro è stata una sorta di scomparsa dell’oggetto stesso delle critiche. Il fatto cioè che poco o quasi niente si discute sulle musiche popolari e sulle varie forme che queste assumono nei contesti sociali e politici contemporanei, a vantaggio di una serie di osservazioni sul processo di organizzazione dell’evento – osservazioni che, beninteso, sono spesso costruttive, perché definiscono in ogni caso un flusso discorsivo che rientra e si riflette nelle produzioni espressive salentine, o comunque in quelle che in Salento sono selezionate per questo importante festival. Come ogni anno l’elemento che più di ogni altro catalizza l’attenzione è il maestro concertatore. Dal 1998 si sono susseguiti grandi artisti a “guidare” l’orchestra, dando modo alle migliaia di spettatori di ampliare la loro esperienza di ascolto e, soprattutto, di sperimentare i riflessi più originali che i repertori tradizionali salentini possono irradiare. Quest’anno tocca a Phil Manzanera, chitarrista e compositore straordinario, che prende la staffetta, virando drasticamente dal flusso tradizionale dei “classici” suonati dall’Orchestra Popolare de La Notte della Taranta (composta da circa trenta musicisti salentini), da Giovanni Sollima. Dalle interviste al chitarrista inglese (che ha collaborato con tanti gruppi, fra cui i Roxy Music), è emersa l’intenzione di insistere sul ritmo e sugli elementi più determinanti dei brani registrati nelle campagne documentarie effettuate da Alan Lomax negli anni Cinquanta. Oltre a dirigere l’Orchestra, Manzanera ha scelto anche alcuni ospiti, che interverranno durante la serata nei momenti che, per tradizione, sono i più attesi. Tra questi ricordiamo Ligabue (sicuramente inaspettato da buona parte del pubblico), Mauro Pagani e Tony Allen, il padre dell’Afro-beat.

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