Un caleidoscopico diario musicale

Teodoro Anzellotti, “Origami”

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Teodoro Anzellotti - OrigamiOrigami è il titolo del nuovo album di Teodoro Anzellotti, iconico musicista della contemporaneità, che continua a giocare un ruolo decisivo nello sviluppo del repertorio e del cammino artistico della fisarmonica da concerto, attraverso la sua nota attività di concertista, di didatta (è, infatti, docente alla Hochschule der Künste di Berna) e di collaborazione con i compositori, che ha condotto alla creazione di più di quattrocento lavori per diversi organici strumentali.

Prodotto dalla WDR (Westdeutscher Rundfunk Köln) e pubblicato dall’etichetta Winter&Winter, Origami viene presentato come una sorta di diario musicale degli ultimi anni, costituito da cinque lavori per fisarmonica sola, creati in tempi diversi, dal 2015 al 2020, da altrettanti compositori di differenti nazionalità.

Trasversalmente all’unicità della cifra creativa di ogni compositore, tutto il disco offre una scrittura caleidoscopica, che convince e coinvolge per la solidità dell’impianto compositivo, per la forza espressiva e per una ricerca linguistica e sonora che spinge “oltre” la configurazione della identità della fisarmonica da concerto.

Il materiale costituente ogni pezzo sembra proliferare come incalzato dall’interno dello strumento, dall’espandersi di un respiro strumentale che non può esimersi di trasformarsi in suono, mettendo in gioco tutta l’estensione dello strumento, la sua sonorità, anche quando il nucleo generatore è minimo e inizialmente limitato a una sola regione sonora. Le cinque composizioni non rinunciano alla continuità del suono della fisarmonica e alle sue articolazioni, alla plasticità delle dinamiche trattati, senza eccezione, ad alti livelli di differenziazione e vivendo di una vitalità multidimensionale, ma sempre pulsante.

Teodoro Anzellotti dà corpo a un’intenzione musicale costantemente interessante, fluida e vivente, anche nel dialogo con il silenzio. La sua interpretazione è estremamente sapiente, lucidissima e rigorosa, non concede nulla a un compiacimento emozionale, qui inopportuno, come a suggerire un’oggettività dell’esecuzione musicale: “dentro” il suono, di cui è fine cesellatore, ma, allo stesso tempo, come “distante”, a lasciare spazio alla scrittura e alla meraviglia di un suono che si moltiplica e si svela.

Generalmente, non amo leggere le note al programma prima di aver ascoltato, perché la musica deve saper parlare autonomamente, e in questo album la presenza musicale è, come è giusto che sia, di una sostanza indipendente da qualunque descrizione. Successivamente all’ascolto, Origami si arricchisce anche della visione dall’interno dei compositori, che hanno voluto generosamente condividere ora il processo compositivo, ora le motivazioni profonde della creazione, talvolta il pensiero visionario.

Georges Aperghis definisce il suo Merry Go Round (2019) un carosello di varie sequenze musicali che si susseguono in un moto giocoso, ostinatamente, senza transizione da un carattere all’altro.

Lied (2020), di Johannes Boris Borowski, è associato dall’autore a un tranquillo paesaggio innevato. Strofa dopo strofa, i contorni si oscurano, si allontanano e, allo stesso tempo, celano una vitalità: “chiudo gli occhi e vedo l’immensità del cielo solopra il fiume. Sento il potere e la forza”.

Vykintas Baltakas descrive ampiamente il processo di creazione di Cladi (2020), termine che, letteralmente, sta a significare rami, ma anche un gruppo costituito da un antenato comune e da tutti i suoi discendenti diretti. “[…] Il mio obiettivo era di creare qualcosa come un objet trouvée che stimolasse la mia creatività. In seguito ho reagito in modo abbastanza libero e intuitivo all’oggetto melodico: giocosamente ho cercato connessioni, interconnessioni, chiarificazioni, aggiungendo nuovi strati o cancellando materiale. Per me il processo di creazione era paragonabile alla crescita dei rami, da cui anche il titolo”.

Anna Korsun racconta così il suo Hauchdünn (2019): “Uno può immaginare gradualmente l’emergere graduale di filamenti vibranti, particelle elementari che sfarfallando, allungandosi, restringendosi, formano molto lentamente una materia vaporosa, un intreccio”.

Per Miroslav Srnka la composizione di Origami (2015) è stata una profonda e precisa esplorazione strumentale: “la fisarmonica affascina con la sua sonorità, ma volevo essere attratto da essa in modo più che sensuale”. La fisiologia dello strumento ha suggerito al compositore una creazione di materiali musicali tale da ottenre “un caleidoscopio armonico ondeggiante”.

Così, in Origami, nuove voci della fisarmonica a integrare l’universo musicale contemporaneo.

 

Teodoro Anzellotti, Origami

Etichetta discografica: Winter&Winter

Anno produzione: 2022

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