Fotografie del cuore e ritratti dell’anima
Salvatore Cauteruccio, "Accordion Solo"
Salvatore Cauteruccio, Accordion Solo
Etichetta discografica: NSJ Label
Anno produzione: 2020
di Stefano Dentice
Scavare nei meandri della propria interiorità per raccontare e descrivere in note sensazioni, sentimenti, stati d’animo, attraverso una purezza, una contagiosa munificenza e una struggente e autentica comunicatività che fanno vibrare le corde più intime del cuore. Accordion Solo è la nuova opera discografica autografata dal sensibile, genuino e generoso fisarmonicista Salvatore Cauteruccio. La tracklist è formata da nove brani originali scaturiti dalla feracità compositiva di Roberto Musolino. Anche compositore e didatta, Salvatore Cauteruccio è un musicista eclettico, capace di spaziare dal repertorio in “Solo” a quello con l’orchestra sinfonica. Nel corso della sua fulgida carriera si è esibito praticamente a tutte le latitudini, dalla Russia alla Germania, dall’Olanda al Brasile, dalla Svizzera alla Slovenia, dall’Albania all’Inghilterra, riscuotendo sempre un eccellente successo di pubblico e critica. Anche la sua attività discografica è ricca, come testimoniano, su tutti, dischi come Algùn Dìa, In Milonga (nomination Orpheus Awards 2015 per fisarmonica nella categoria World Music), Alma (nomination Orpheus Awards 2013 nella categoria Fisarmonica Jazz), Tangout (nomination Orpheus Awards 2008 sempre per Fisarmonica Jazz) e Live in Studio, che si aggiudica il premio “IMAIE”, per musica da film, nel prestigioso festival internazionale di Castelfidardo. Inoltre, nel 2012, è inserito nella Top List dei primi dieci fisarmonicisti italiani ai “Jazzit Awards”. A riprova della sua poliedricità artistica, ha scritto e arrangiato musiche per svariati spettacoli teatrali: CuntOmbre, Senso, Liolà, Oltre La Strada, Deseo de Libertad. Dal 2013 al 2016 è stato in tour con la nota attrice Anna Mazzamauro per lo spettacolo Nuda e Cruda, rappresentazione teatrale per la quale ha curato gli arrangiamenti di alcuni brani di Amedeo Minghi. Dal 2016 ha avviato una collaborazione con Geoff Westley, con il quale ha dato vita a un progetto intitolato Friends in Argentina, con orchestra sinfonica e omaggio alla musica argentina e non solo, in duo. Nel 2020, in quanto artista dall’alta cifra stilistica e dalla spiccata umanità, ha ricevuto il premio “Marco Tamburini” da “Acep” – “Unemia” – “Pif”. Durante la sua attività concertistica ha condiviso il palco al fianco di numerosi e prestigiosi musicisti di blasone internazionale, come: Eric Daniel, Lutte Berg, Robertinho De Paula, Janice Watson, Nicole Slack Jones, Juan Carlos Zamora, Luca Aquino, Giovanna Famulari, Mariella Nava, Peppino Principe, Renzo Ruggieri, Daniele Scannapieco, Achille Succi, Paolo Vallesi e moltissimi altri ancora. Ritornando alla più stretta attualità, precisamente ad Accordion Solo, Quello che resta è una composizione evocativa, che Cauteruccio esegue e interpreta attraverso la sua solita e caratterizzante sobrietà espressiva, qualità che lo rende riconoscibile. Il mood di Stiamo bene insieme è carezzevole, rassicurante, rasserenante. Qui, in modo ancora più marcato ed evidente, il fisarmonicista cura la dinamica con gran gusto e saviezza, dialogando con tasti e mantice della sua fisarmonica come se conversasse con un essere umano. Sì, perché ogni singola nota ha un peso specifico, è ponderata con pathos, amore incondizionato e grazia. Dal buio dell’anima è un brano avvolto in un senso di mestizia, narrato da Cauteruccio con palpabile trasporto emotivo e toccante ricerca introspettiva. Il climax di Venice è melanconico, una composizione che aumenta vertiginosamente il livello dei decibel emozionali. L’interpretazione del fisarmonicista emana calore, brilla per intensità e per il tocco fatato, “soulful” di Salvatore Cauteruccio. In Quando mi sento solo emerge ancor di più il playing intimistico, romantico e tendenzialmente impressionista dell’autore del CD, che utilizza le sue dieci dita come fossero pennelli. Accordion Solo è un inno alla ricchezza interiore, alla poeticità, alla sensibilità interpretativa, dote, questa, che rappresenta l’inclita sinossi della maniera di intendere la musica da parte di Salvatore Cauteruccio. Un musicista che imbraccia la sua amata fisarmonica come se cullasse un bambino, come se lo strumento fosse un prolungamento della sua anima, la sua seconda pelle, come la sua eterna compagna di vita alla quale non rinuncerebbe mai, per nessuna ragione al mondo.
(Foto di Daniele Arieta)