I diversi volti dell’espressività

Gianluca Lusi / Simone Zanchini / Luigi Masciari, “Gone”

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Gone - Masciari/Lusi/ZanchiniSeraficità espressiva e nerbo comunicativo allo stesso tempo. Può apparentemente sembrare un ossimoro, ma invece rappresenta un reale valore aggiunto quello di manifestare ed esprimere le proprie sensazioni, sentimenti e stati d’animo attraverso un racconto musicale comunicativamente cangiante e, a tratti, addirittura quasi agli antipodi. Gone è il nuovo capitolo discografico di Gianluca Lusi (sassofoni), Simone Zanchini (fisarmonica) e Luigi Masciari (chitarra). Il disco, concepito dal sassofonista, consta di nove brani originali, di cui sette (Beregynia’s Waltz, Give me Another Chance, Brothers, Little Brown Sugar, Gone, Song for S e Tiny Crazy Blues) sono frutto della sua rigogliosità compositiva, mentre Red Sand (Luigi Masciari) e Smile Please (Simone Zanchini) completano la tracklist. Dal playing intriso di lirismo e pacatezza comunicativa, ma al contempo assai energico, Gianluca Lusi è un sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore di talento. Dopo aver conseguito i diplomi in sassofono e in discipline musicali jazz con il massimo dei voti, frequenta il corso di perfezionamento di musica jazz, improvvisazione e musica d’insieme alla “Berklee Summer School. Non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti, Giappone, Francia, Slovenia, Croazia e Ungheria condivide il palco assieme a svariati jazzisti di statura internazionale, fra i quali: Joel Holmes, Reuben Rogers, Gregory Hutchinson, Ameen Saleem, Darryl Hall, Andy Gravish, Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Paolo Damiani, Fabrizio Bosso, Roberto Gatto, Giovanni Amato. Attualmente docente Miur, la sua attività discografica è sempre fertile, basti citare gli album Gotha 17, Rune, Loose, What’s New, Never Fault Behind The Scenes. Simone Zanchini è uno fra i più talentuosi e interessanti fisarmonicisti jazz italiani degli ultimi venticinque anni. La sua magistrale padronanza strumentale, la sorprendente creatività improvvisativa e la sua rara qualità interpretativa, fanno sì che lui venga particolarmente apprezzato a tutte le latitudini. Musicista a dir poco eclettico, affronta numerosi generi musicali con disarmante brillantezza. Francia, Austria, Germania, Inghilterra, Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Slovenia, Croazia, Macedonia, Spagna, Norvegia, Russia, Tunisia, Libano, India, Venezuela, Stati Uniti e Giappone sono solo alcune nazioni nelle quali tiene concerti. Mentre per quanto concerne le sue collaborazioni, calca i palchi (che ha calcato anche in passato) al fianco di musicisti blasonati in ogni angolo del mondo, ad esempio: John Patitucci, Adam Nussbaum, Frank Marocco, Art Van Damme, Javier Girotto, Gianluigi Trovesi, Marco Tamburini, Massimo Manzi, Paolo Fresu, Antonello Salis, Bruno Tommaso, Ettore Fioravanti, Michele Rabbia, Andrea Dulbecco, Giovanni Tommaso, Gabriele Mirabassi. In ambito discografico, annovera più di venti pubblicazioni. Chitarrista poliedrico, conoscitore del dizionario jazzistico appartenente alla tradizione, ma anche in grado di cimentarsi egregiamente con un linguaggio più moderno, Luigi Masciari collabora live e in studio di registrazione con nomi altisonanti della scena jazzistica del calibro di Aaron Parks, Jason Lindner, Danilo Rea, Paolo Damiani, Alfredo Paixão, Francesco Bearzatti, Giulio Carmassi, Michael League. Vincitore del prestigioso premio statunitense “Betty Carter’s Jazz Ahead for Performers and Composers” (2007), attribuitogli da vere e proprie figure iconiche come Curtis Fuller e Dr. Billy Taylor, è anche attivo in campo didattico, per l’esattezza è titolare della cattedra di “Chitarra Jazz” presso il conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. L’accattivante andamento ternario di Beregynia’s Waltz conquista fin dalle primissime misure. L’eloquio (al sax soprano) di Lusi è denso di verace musicalità, cantabilità e senso melodico. Zanchini si esprime con fervore comunicativo, adornando il suo discorso improvvisativo con godibili scorribande cromatiche. Red Sand è una composizione dal tema evocativo, dal mood contemplativo. L’elocuzione del sassofonista (anche qui al soprano) è riscaldante, magnetica, dall’imprinting mediterraneo. Il fisarmonicista dà vita a un solo denso di pathos, speziato, dal sapore arabeggiante. Gone, brano eponimo, è un inno al free, in cui Lusi, Zanchini e Masciari dialogano fittamente architettando intrecci melodici e armonici ipnotici, tensivi, impreziositi da vertiginose progressioni, nel segno di una libertà che travalica qualsiasi perimetro stilisticamente coercitivo. Lo spassoso Smile Please mette l’argento vivo addosso. Qui Gianluca Lusi, Simone Zanchini e Luigi Masciari, attraverso il loro adamantino fraseggio in questo caso molto legato alla tradizione, omaggiano le radici del jazz nutrendo un profondo rispetto proprio per gli albori di questo genere musicale. Gone, generato a cavallo fra modern jazz e contemporary jazz, è un album in cui regna un perfetto equilibrio fra l’abilità tecnica dei tre musicisti e l’aspetto emozionale, in quanto descrivono immagini interiori diverse, spesso del tutto contrastanti, con una lodevole padronanza strumentale sempre al servizio della sostanza interpretativa.

 

(Foto di Francesca Cesari)

 

Gianluca Lusi / Simone Zanchini / Luigi Masciari, Gone

Etichetta discografica: Tosky Records

Anno produzione: 2022

 

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