Il Club Tenco festeggia i 50 anni della rassegna

Il resoconto del nostro inviato all'Ariston

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Il Club Tenco, per festeggiare i 50 anni della rassegna, non poteva trovare un tema più calzante che quello della memoria. Memoria intesa in senso lato e applicabile, quindi, sia come riflessione sugli sviluppi della forma “canzone” che dal punto di vista culturale e politico.
Tre serate al Teatro Ariston, quattro concerti nell’ex chiesa di Santa Brigida ormai diventata punto di riferimento per gli appassionati, dibattiti, presentazioni di libri e un concerto inaugurale al Casinò di Sanremo sono stati il piatto ricco di questa edizione.
La serata inaugurale del giovedì si è aperta, come da tradizione, con la classica versione di “Lontano, lontano” affidata alla giovane Emma Nolde.
Toscana, classe 2000, ha dimostrato soprattutto nel recente “Nuovospaziotempo” un talento ed una personalità che possono far sperare in una buona carriera nonostante un rischio di ripetitività nella costruzione delle composizioni.
Goran Bregovic - Premio Tenco 2025Un assaggio del progetto di Stefano Tessadri su Pasolini (presentato compiutamente nel concerto pomeridiano nella Pigna) ha accompagnato il pubblico verso il clou della serata e, cioè, il conferimento del Premio Tenco alla carriera a Goran Bregovic.
Il cantante serbo-croato ha infiammato il pubblico dell’Ariston con un mix di brani nuovi e classici del suo repertorio come “Kalashnikov” e la sua versione di “Bella Ciao” in chiave balcanica.
Accompagnato dalla trascinante ”Wedding and funeral band” Bregovic, 75 anni compiuti, mantiene la magia della collaborazione con Emir Kusturica di trent’anni fa.
Essendo, caratterialmente, più a mio agio nel pubblicizzare produzioni che ritengo meritevoli piuttosto che criticare quelle lontane dal mio gusto tralascerò l’esibizione della giovane Lamante per enfatizzare il meritatissimo premio come migliore interprete a Ginevra Di Marco per “Kaleidoscope” ed il riuscito omaggio a Sergio Staino proposto da Alessio Lega, Guido Baldoni (fisarmonica) e Michele Staino (contrabbasso) attraverso un mix di strisce animate dedicate al meglio della canzone italiana degli ultimi decenni.
Lucio Corsi, personaggio dell’anno dopo i successi festivalieri, ha ottenuto un risultato da predestinato vincendo la Targa Tenco come miglior brano e miglior disco.
Anna Castiglia - Premio Tenco 2025Il suo set, che ha chiuso la prima serata, ha confermato un’originale cifra stilistica a metà strada fra canzone d’autore e passione per il rock.
Anna Castiglia, in apertura della seconda serata è stata la rivelazione di questa edizione.
La cantautrice catanese (torinese di adozione) ha dimostrato talento, versatilità, ironia nei testi e nessun senso di soggezione nei confronti della storia della rassegna e del palco dell’Ariston.
Nella sua musica si fondono armonie jazz, musica latina ed echi etnici inseriti in una struttura tradizionale come, con le dovute differenze, fece il grande Pino Daniele.
Altro momento interessante, in questa rassegna finalmente aperta all’universo compositivo femminile, è stato quello dell’esibizione della napoletana Carola Moccia, in arte La Nina (Targa Tenco come miglior disco in dialetto con “Furesta”).
La tradizione campana va a braccetto con la modernità dimostrando di poter uscire dalla nicchia nella quale queste produzioni sono spesso costrette a restare ed il tour “Furesta Europa” nei teatri del continente lo dimostra con chiarezza.
A far da contraltare a questi fermenti giovanili il dovuto omaggio a Ricky Gianco che, seppur provato dall’età, mantiene uno spirito giovanile e, nel ritirare il Premio alla carriera, ricorda commosso il suo rapporto con Tenco rientrando a pieno titolo nel tema della rassegna.
Moni Ovadia, vera icona del mondo ebraico progressista, ha portato un forte messaggio di solidarietà al popolo palestinese vittima di un genocidio che, nonostante il disinteresse dei governi, è entrato decisamente nei cuori di tanta parte dei cittadini occidentali.
Tre brani, insieme al piano di Giovanna Famulari e il violino di Michele Gazich, per tenere sempre i riflettori accesi su quella martoriata terra.
Simone Cristicchi è artista di sicuro talento ed i suoi successi lo testimoniano da un ventennio ma il dubbio che sia scaltro nel cercare le tematiche (ad esempio la facile commozione per il dolore materno nel brano “Quando sarai piccola”) l’ho sempre avuto.
Il brano di propaganda anticomunista presentato in apertura di esibizione (tratto dal suo spettacolo sull’esodo istriano) sfrutta tutti i luoghi comuni della retorica revisionista che imperversa negli ultimi decenni nonostante sia stata demolita dagli studi della storica Alessandra Kersevan.
Un breve omaggio al rock d’autore (Neil Young) da parte di Massimo Priviero e Omar Pedrini ha fatto da preludio al set di chiusura dei Baustelle che festeggiano un quarto di secolo di carriera aggiungendo alle loro trame originali un quartetto d’archi, tema ultimamente un po’ abusato ma che nel loro caso rende meno spigolose e più cameristiche le creazioni di Bianconi & compagnia.
La serata finale si è aperta con la commozione: Grup Yorum (collettivo turco attivo dal 1985) ha ispirato la creazione del Premio omonimo che, da cinque anni, viene assegnato ad artisti perseguitati nei propri paesi.
Oggi la loro esibizione al Tenco e la consegna a Nabil Bey Salameh del premio alla memoria al poeta palestinese Refaat Alareer, ucciso nei bombardamenti di Gaza, chiude il cerchio insieme all’esecuzione, da parte del chitarrista sardo Paolo Angeli, di un brano ispirato al poeta stesso.
Per restare in tema di poesia il “cantore delle piccole cose” Mimmo Locasciulli, piccolo Pascoli della nostra canzone, ha ritirato il Premio Siae come suggello di una carriera cinquantennale esibendosi con Alessandro D’Alessandro, notevole organettista presente in vari progetti di questa settimana sanremese.
Daniele Silvestri - Premio Tenco 2025David Riondino e Sarah Jane Ceccarelli hanno proposto un breve estratto di uno spettacolo che unisce canzone e letteratura essendo basato sulla trasposizione in musica di brani dall’Ecclesiaste e dal Decamerone, Tito Schipa Jr ha suonato, su esplicita richiesta del Direttore Artistico della rassegna Sergio Sacchi, un brano tratto dalla sua opera rock “Orfeo 9” vero capostipite di un genere poi esplorato anche oltreoceano.
Gli ultimi due Premi alla carriera assegnati a Tosca e Daniele Silvestri testimoniano il valore della scena interpretativa e compositiva contemporanea e pure che, dopo alcuni anni di sbandamento commerciale, la rassegna abbia ripreso quel ruolo di guida nella promozione e salvaguardia della canzone di qualità.
Certamente vedere, in un breve filmato del 1981 proiettato nella prima serata, Chico Buarque e Luis Llach dialogare con Amilcare Rambaldi non può che suscitare nostalgia per una scena musicale (e politica) di altro livello.
Ma il compito degli organizzatori è appunto quello di rispettare la gloriosa storia della rassegna per provare a disegnare un nuovo Tenco del 21° secolo.
Impresa che, seppur titanica, mi sembra meno impossibile alla luce delle ultime due edizioni.