Le recensioni di S&M: LOVE – Francesco Cusa & The Assassins

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LOVE

Francesco Cusa & The Assassins

Etichetta discografica: Improvvisatore Involontario

Anno produzione: 2015

di Gianmichele Taormina

 

Francesco Cusa & The assassins - LoveChi conosce bene le opere di Francesco Cusa lo sa. L’eclettico drummer catanese è musicista rigoroso e attento alle molteplici espressioni delle avanguardie contemporanee più variabili. E ben le rappresenta, aggiungiamo noi, sin dai tempi memorabili del collettivo Bassesfere.

Nella sua ennesima formazione – quella 2.0 relativa a The Assassin – Cusa si affida alle esplosive fibrillazioni di Cristiano Arcelli (sax contralto), Flavio Zanuttini (tromba e electronics) e Giulio Stermieri  (Hammond e sinth).

Proseguendo il concetto di scrittura creativa, Cusa depone in questo suo notevole lavoro, il proprio marchio di fabbrica sempre dinamicamente complesso e meravigliosamente surreale.

Le articolate poliritmie che si ascoltano ad esempio in Escher sottolineano il fitto incedere di una ritmicità che sconvolge, coinvolge e spiazza, diseguali come sono ad inseguirsi nella sulfurea melodia che evapora nell’affascinate intro e nel finale milesiano.

Non ovvie e scontate sono poi le tessiture imprendibili di Intricate Corvai. Qui un urbanesimo strategico e modernissimo si esprime nella dizione di un’avanguardia (multi)poetica felicemente indefinibile, vera radiografia del nostro oggi musicale, con un Arcelli strepitoso e il leader letteralmente in gran spolvero nei suoi vamps adrenalinici.

Magia, dilemma e astrazione, sono i moods che via via Cusa affronta e offre nel corso della fitta boscaglia che si delinea lungo tutto il lavoro. Un’incisione che si inerpica e si rifugia in zone affascinanti di un climax ombroso ma fluorescente, ispirato ed esoterico, ricco di incredibili fascinazioni come nei successivi Oslo in My Heart e Wrong Measures. E che prosegue nelle mille colorazioni di The Act Of Killing Music, una specie di romanzo dalle vertiginose sfaccettature (moods notturno, tempi dispari e ritmi mozzafiato, tema frastagliato da “stop and go” a sorpresa).

Ending 1 e 2 dimostrano infine come farsi condurre da certa affascinante liricità per lasciarsi fluire in una felice convivenza poetica. Intuizione e istinto, bellezza esplosiva e giocosità nella creazione, rappresentano in definitiva il motore primario di uno dei più bei dischi pubblicati da questo talentuoso e creativo batterista, nel corso degli anni visto suonare al fianco di mostri sacri come Steve Lacy, Butch Morris, Andy Sheppard, Tim Berne e Don Byron.

 

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