Pillole di jazz… la cura che mette tutti “d’…accordo” – 1° parte

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Microlezioni di armonia jazz – Jazz for two keyboards

di Pino Jodice
 

Pino JodiceIniziamo questo affascinante viaggio musicale nell’articolato e variegato mondo del jazz attraverso lo studio e l’analisi dell’armonia jazzistica. In queste microlezioni cercheremo di entrare in alcuni particolari affrontando le caratteristiche armoniche delle forme musicali che più appartengono a questa musica così originale e creativa e alla sua evoluzione legata principalmente agli stili che si sono susseguiti nel tempo dagli anni ’20 – ’30 ad oggi.

Tutti i musicisti sanno che per diventare esperti, agili e creativi nell’improvvisazione jazzistica bisogna prima di tutto avere una grande “predisposizione” per l’invenzione melodica e una impeccabile conoscenza dell’armonia (classica e jazz). Questa rubrica dedicata all’armonia jazz è quindi rivolta a chi ha delle conoscenze musicali di base e che vuole addentrarsi nei meandri dell’improvvisazione jazzistica, sorvoleremo infatti le nozioni che riguardano “l’alfabetizzazione” della musica in generale che si possono tranquillamente trovare in qualsiasi manuale di musica sia classico che jazzistico. Fino ad un certo punto, infatti, i principi dell’armonia camminano parallelamente sia per la musica classica che per il jazz, ma dopo cominciano a dividersi per poi ricongiungersi nella musica contemporanea dove i confini tra il jazz e la cosiddetta “Musica Seria” si rompono generando una contaminazione fantastica che porta alla creazione di stili e generi nuovi di grande ispirazione. Non è un caso che grandi compositori del ‘900 come Stravinsky, Berio, Sciarrino, Donatoni, Piazzolla e tanti altri abbiano “mescolato” la propria musica con il jazz o abbiano tratto ispirazione dallo stesso, e musicisti di jazz abbiano a loro volta “contaminato” il jazz con la musica classica… (Vedi C. Bolling, J. Loussier…).

Naturalmente lo strumento principe dell’armonia è sicuramente il pianoforte che è in grado di sintetizzare un’orchestra intera, infatti tutti gli esempi saranno riferiti ad esso e più avanti anche all’orchestra jazz e, poiché questo portale è anche molto seguito da tantissimi fisarmonicisti, Giuliana Soscia fisarmonicista, pianista e compositrice aprirà una finestra sugli stessi argomenti dedicati proprio alla fisarmonica illustrandone l’applicazione.

La prima forma musicale che affronteremo è il blues, ma prima dobbiamo soffermarci sui principi fondamentali dell’armonia jazz che ci daranno i mezzi per facilitarne la comprensione.

Da questo momento in poi utilizzeremo ovviamente la nomenclatura anglosassone per identificare gli accordi e le note sul pentagramma (A=La, B=Si, C=Do, D=Re, E=Mi, F=Fa, G=Sol) e i gradi della scala dal I al VII come: tonica, sopratonica, modale, sottodominante, dominante, sopradominante, sensibile.

Nel jazz utilizziamo principalmente gli accordi a 4 suoni e l’accordo più piccolo è quello di sesta (magg. o min.).

Cerchiamo ora di capire quali sono questi accordi a 4 suoni e da cosa sono generati:

Es.1

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 1)

 

 

 

 

Nell’esempio 1 abbiamo l’armonizzazione a 4 suoni della scala maggiore

 

 

Es.2

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 2)

 

 

 

 

Nell’esempio 2 abbiamo l’armonizzazione a 4 suoni della scala minore naturale

 

 

Es.3

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 3)

 

 

 

 

Nell’esempio 3 abbiamo l’armonizzazione a 4 suoni della scala minore armonica

 

 

Es.4

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 4)

 

 

 

Nell’esempio 4 abbiamo l’armonizzazione a 4 suoni della scala minore melodica.

L’accordo di sesta (magg. o min.) risiede sul primo grado.

Per una maggiore padronanza degli accordi in tutte le tonalità è consigliabile praticare gli stessi attraverso una progressione per quarte del tipo: (C) F Bb Eb Ab Db Gb B E A D G (C).

 

Applicazione del medesimo argomento con applicazione sulla fisarmonica a bassi standard

di Giuliana Soscia
 

Giuliana SosciaLa fisarmonica, essendo un aerofono a differenza del pianoforte, ha il grande vantaggio di poter tenere i suoni e modularne l’intonazione e l’intensità a piacere, con crescendo e diminuendo; tutto ciò, quindi, determina una maggiore “cantabilità” dello strumento. Se si vuole eseguire il jazz con la fisarmonica il primo suggerimento è quello di lavorare sul proprio suono. Consiglio pertanto di fare molto esercizio di ascolto iniziando da due grandi sassofonisti della storia del jazz: Charlie Parker e John Coltrane, cercando in primis solo di imitarne il suono… lo ritengo un ottimo esercizio!

Ma ora occupiamoci dell’armonia jazz e quindi proviamo a tradurre gli accordi di quattro suoni sulle varie scale. Seguiranno alcuni miei esempi scritti su alcune possibili e pratiche soluzioni. Naturalmente utilizzeremo la “fisarmonica a bassi standard” poiché più pratica e diretta per l’utilizzo dell’accompagnamento jazzistico. La possibilità di avere accordi già costituiti dà maggiore immediatezza e prontezza, facilitando l’improvvisazione armonica che consiste nell’accompagnamento (“Comping”) di un “solo” o di un tema (“Standard” o originale) che richiede massima immediatezza e prontezza.

Useremo quindi vari cliché per la composizione degli accordi, utilizzando ciò che c’è di “più comodo” e che abbiamo a disposizione nella mano sinistra e completeremo gli accordi o doppieremo gli stessi con la mano destra, in modo tale da ottenere immediatezza assoluta.

Naturalmente questi sono alcuni esempi, a mio avviso propedeutici che consiglio di praticare in tutte le tonalità per quarte ascendenti (vedi sopra progressione per quarte); sarà a discrezione di ognuno poi scegliere, aggiungere ed omettere le note in base al gusto e soprattutto in relazione a cosa suoniamo con la mano destra.

Negli esempi n.1, 2, 3, 4 affrontiamo i vari accordi con molteplici possibilità, ad esempio, nella prima battuta con la mano sinistra suoniamo solo la nota del basso, la fondamentale dell’accordo e completiamo l’accordo con la mano destra; nella seconda battuta lo stesso accordo lo suoniamo con la nota del basso insieme alla triade dell’accordo di C maggiore per la mano sinistra, la destra completa con la triade di E minore e via di seguito con tutti gli altri accordi.

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 1 - fisa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 2 - fisa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 2 di 2 - fisa)

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 2 - fisa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pillole di jazz - 1° parte (esempio 4 - fisa)