Poeticità interpretativa e fervore comunicativo per servire la musica
Mauro Gargano, “Nuages”
Note dispensate come fossero perle di saggezza, ponderate con buongusto, acume, profonda sensibilità espressiva ma, al tempo stesso, sviscerate con pervasivo calore umano, ardore comunicativo e munificenza. Nuages è la nuova creatura discografica concepita dal raffinato contrabbassista e compositore Mauro Gargano, qui affiancato da tre preziosissimi partner come Matteo Pastorino (clarinetto), Giovanni Ceccarelli (pianoforte) e Patrick Goraguer (batteria). Undici le composizioni presenti nel CD, di cui solo Che Cosa Sono le Nuvole? (Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno) e Nuages (Django Reinhardt) non portano la firma di Gargano, mentre Nuvole, Danza della Sera, Venere allo Specchio, Il Papunno, Her to Me, L’Isola di Arturo, Pasolini (Nubi di Periferia), Skëduiishë ed Elda sono brani originali partoriti dalla ferace e ispirata vena compositiva del contrabbassista. Nato a Bari, Mauro Gargano è oramai un musicista francese di stanza e d’adozione, precisamente parigino, dal 1998, che ha raggiunto la capitale transalpina all’età di venticinque anni. Dopo un ricchissimo e brillante percorso di studi, intrapreso fra Italia e Francia, il jazzista pugliese ha stretto numerosissime collaborazioni con una pletora di artisti apprezzati nello scenario internazionale, fra i quali: Kenny Werner, Jeff Ballard, Nicolas Folmer, Mike Moreno, Nasheet Waits, Steve Potts, André “Dédé” Ceccarelli, Frank Lacy, Michel Godard, Baptiste Herbin, Rémi Vignolo, Jesse Davis, Billy Cobham, Aldo Romano, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Giovanni Mirabassi, Roberto Ottaviano, Giovanni Falzone, Fabrizio Bosso, Emanuele Cisi, Rosario Giuliani, Nicola Stilo. Nell’arco della sua carriera, oltre ovviamente all’Italia e alla Francia, si è esibito in Germania, Norvegia, Grecia, Giappone, Svezia, Belgio, Olanda, Romania, Marocco, Algeria, Serbia, Macedonia, Svizzera, Austria, Spagna, Inghilterra, Tunisia. La sua attività discografica è a dir poco prolifica, tanto che è presente in più di cinquanta produzioni, ma è doveroso segnalare soprattutto quei dischi in cui lui è leader, come: Mo’ Avast Band (2012), Suite for Battling Siki (2016), Born in the Sky (2018) e il nuovo nato Nuages (2020). Mentre in Ecco (Quartetto Moderno, 1998), Voyage (The Three Moons, 2007), So, Now?… (Angelini-Gargano-Moreau, 2011), Le Zouave Jacob (Gebbia–Gargano–De Filippo, 2015) e Ants (Izquierdo-Gargano-Moreau, 2017) figura in qualità di co-leader. Mauro Gargano, da sempre, ama suonare con tantissimi musicisti diversi per condividere esperienze musicali significative, nonché dedicarsi con grande passione alla composizione e all’arrangiamento della sua musica. La sua visione, strettamente personale, è incardinata sulla fusione di jazz, musica classica, folk e pop rock, con la volontà di connettere questi stili con le nuove influenze della musica contemporanea e con i nuovi linguaggi musicali. Oltre a questo elogiabile spirito di ricerca, Gargano desidera ampliare il suo habitat compositivo confrontandosi con qualsiasi altra forma d’arte, traendo ispirazione anche dal suo vissuto umano e artistico. (Ri)tornando al presente, quindi al suo Nuages, in Danza della Sera si sente un effluvio di mediterraneità, in particolar modo nelle prime misure. L’eloquio di Pastorino (qui al clarinetto basso) è pregno di impetuosità, opulenta musicalità e policromia timbrica, brillantemente sostenuto dall’incalzante comping costruito ad hoc dal trio Ceccarelli-Gargano-Goraguer. Il contrabbassista dà vita a un discorso improvvisativo appassionato, intenso, sviscerato con palpabile partecipazione emotiva. Venere allo Specchio è una composizione struggente, crepuscolare, in cui Patrick Goraguer adopera le spazzole come fossero acquarelli, quasi come se volesse simulare il suono della brezza marina. Qui il playing di Ceccarelli è ipnotico, calamitante, locupletato da un tocco fatato, rarefatto, adornato da alcune abbacinanti finezze armoniche. Il climax di Her to Me è elegiaco, toccante. Il pianista tesse un’elocuzione colma di pathos, intrisa di lirismo, essenzialità e seraficità interpretativa, trattando gli ottantotto tasti d’avorio come se indossasse i guanti bianchi. Il solo di Matteo Pastorino (qui al clarinetto) emana calore, impreziosito da un suono ammantante, carezzevole e da alcune improvvise scorribande cromatiche d’effetto. In solco contemporary jazz, Nuages è un album evocativo e descrittivo, che rispecchia la personalità caratteriale e artistica in primis di Mauro Gargano, ma anche (ovviamente) dei suoi tre strepitosi compagni di viaggio. Un disco che brilla per uno spiccato senso melodico mai oleografico, attraverso il quale si percepiscono sensazioni e vibrazioni positive, un dono per il benessere interiore.
(Foto di Davide Del Giudice)
Mauro Gargano, Nuages
Etichetta discografica: Digginmusic Prod
Anno produzione: 2020