Sassari: 27° Festival “Francesco Bande” – un tributo di consensi
27° Festival “Francesco Bande”
Colori e suoni della Sardegna – Canti, Voci, Musiche e Balli
Sassari, 5 Ottobre 2015 – Chiesa Sant’Antonio Abate
Si è chiuso con grande successo il 27° Festival “Francesco Bande”, proposto dal Circolo Culturale Folkloristico “Francesco Bande” di Sassari, costituitosi con l’intento di valorizzare e divulgare il folklore sardo in tutte le sue più alte espressioni. L’associazione ha organizzato anche quest’anno, con grande sacrificio, l’evento nella splendida cornice della settecentesca Chiesa di Sant’Antonio Abate, nota anche con l’appellativo “… dei Servi di Maria”, poiché trattasi della sede dell’omonima confraternita che la gestisce insieme al suo Rettore Don Ferdinando Maria Cornet.
Il tema dell’edizione appena conclusasi del Festival è stato “La voce e le sue principali caratteristiche nella musica popolare sarda”, sotto i riflettori si sono, infatti, alternate sia voci soliste, sia polifoniche che hanno eseguito canti sacri e profani.
L’apertura della serata è stata affidata alla voce solista e al magico organetto diatonico di Inoria Bande che si è prodigata in una serie di esecuzioni di musica sacra e, nello specifico, si esibita nell’interpretazione di alcuni inni mariani molto diffusi. La figlia dell’indimenticabile Francesco ha concluso il suo intervento, naturalmente, con le composizioni della scuola dei “Bande” e ha ricevuto l’attestato dal Rettore della Chiesa, Don Ferdinando Maria Cornet, che gentilmente ha messo a disposizione l’utilizzo della struttura.
Tra le novità di questa brillantissima edizione va segnalata la presenza di un napoletano Doc, ospite fisso e grande estimatore dell’attività del sodalizio, il Dott. Pasquale Errico, Questore della Polizia di Stato della Provincia di Sassari il quale ha recitato, entusiasmando il numeroso pubblico presente (compreso un folto gruppo di inglesi…), la celeberrima poesia del mitico ed intramontabile Antonio de Curtis, in arte Totò, ‘A Livella. Il componimento, datato 1964, è una poesia di una spiccata profondità morale e di grande attualità che spiega, come davanti a Dio ed alla morte, non contano i titoli e tutti gli orpelli che da vivi portiamo addosso per farci distinguere gli uni dagli altri. Tutta la platea, affascinata, ha seguito con il fiato sospeso la recita del Dott. Errico che ha ricevuto l’attestato, l’organettino simbolo del Circolo ed il libro stampato (alcuni anni fa…) dalla Direttrice, l’Etnomusicologa e Musicista Inoria Bande, la quale ha curato anche la direzione artistica dell’evento.
Come di consueto l’associazione non trascura i giovani volenterosi e appassionati che si formano all’arte musicale isolana. Uno di questi è Matteo Dore da Osilo che, oltre ad essere un bravo organettista (ha partecipato ad alcuni tour internazionali con Inoria), è dotato di una voce adatta per l’esecuzione di un canto tradizionale, alquanto difficile, tipico della “gara a chitarra”, effettuata in lingua logudorese denominata “sa disispirada” – canto di origine spagnola derivante dal termine “despertar” cioè risvegliare l’amata alla quale si dedica una struggente canzone d’amore. In questa particolare occasione il brano è stato un’invocazione alla Madonna affinché porti la pace nel mondo in virtù della situazione contingente che stiamo vivendo nei giorni nostri. Questo canto è di difficile esecuzione, a maggior ragione se eseguito durante la gara medesima che comprende una serie di dodici brani di difficoltà sempre crescente. Conclusivo dell’intera esibizione, il brano che da del filo da torcere anche agli artisti più affermati, richiede una voce ormai già calda da poter modulare a piacimento. Matteo Dore ha ricevuto l’attestato di partecipazione dal Dott. Carlo Antero Sanna, Presidente dell’Associazione Arte Cultura e Società, già dipendente della Sovrintendenza delle Belle Arti di Sassari.
È stata poi la volta del coro a 5 voci, proveniente da Tempio, dedicato al grande etnomusicologo “Gavino Gabriel”, anch’egli nativo di Tempio, la cui particolarità (unica…) è quella di utilizzare il basso, la contra, la voce ed il falsetto che imita la voce femminile del soprano (denominata “falsittu”). Il coro è appena rientrato dalla Polonia dove si è aggiudicato un’importante premio che lo ha consacrato come primo coro mondiale. Non nuovi a questi riconoscimenti, i primi componenti del coro medesimo avevano avuto l’appellativo di “Galletto di Gallura”, attribuitogli da Gabriele d’Annunzio durante uno dei suoi viaggi in Sardegna. Tempio Pausania, importante città gallurese di origine romana, situata presso il monte Limbara, tra boschi, vigneti e rocce ciclopiche, fece parte, nel medioevo, del Giudicato di Gallura. Appartenne ai Pisani e fu dominato dagli Aragonesi, attualmente è la sede della Diocesi di Tempio Ampurias. Il gruppo ha eseguito i canti tipici galluresi detti “a tasgja” e ha concluso l’esibizione con il famoso brano “La Brunedda”, canto unico nel suo genere che mette in risalto la voci e “lu falsittu”. Il coro, premiato con l’attestato consegnato dal Comm. Efisio Planetta, Presidente dell’Opus Dei di Sassari e Provincia, durante l’accompagnamento di uno dei brani proposti, ha utilizzato uno speciale strumento musicale, la cetra gallurese, appartenente alla famiglia dei cordofoni composto da sedici corde, unico anch’esso nel suo genere.
Dalle ultime falde del Monte Lerno, Pattada, è giunto fino a Sassari il coro “Santa Rughe” (Santa Croce) diretto dall’Etnomusicologo Giuseppe Fenu. Il paese è un grosso centro agricolo e pastorale, nel suo territorio sono disseminati molti nuraghi e sul colle Olomene si trovano i resti del Castello medioevale omonimo. Pattada è noto per i famosi e pregiatissimi coltelli di forma particolare denominati “sa pattadesa” ed anche per aver dato i natali al grande poeta Padre Luca Cubeddu. Il gruppo ha eseguito il canto dedicato a “Sa Mama e su nie” (Madonna della Neve, celebrata presso il santuario della Madonna di Luche in territorio di Illorai) ed altri canti gregoriani sacri e profani, come “Altissimu Redentore”, una preghiera per le anime del Purgatorio e l’inno della valorosa Brigata Sassari “Dimonios”. I “Santa Rughe” hanno ricevuto l’attestato dal Consigliere Comunale di Sassari, Dott. Franco Era, visibilmente commosso in quanto anch’egli originario di Pattada.
Ha concluso la serata il coro di “Codrongianus” diretto da Michela Uda. Paese del Logudoro, situato a 317 metri sul livello del mare, vanta nel suo territorio la splendida Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, edificata nel 1116 dai monaci Camaldolesi, un raro esempio di costruzione di origine pisana ancora intatto. Il centro abitato fu fondato dai romani. Ampiamente diffuse in tutto il territorio circostante testimonianze di epoca nuragica. Il gruppo si è prodigato nell’esecuzione di alcuni brani particolarmente “simpatici”, tra cui la storia di un agricoltore che si rassegna ad allevare sette figlie perché l’ottavo in arrivo, è… un’altra femmina, quindi toccherà a lui solo tirare la carretta! Il secondo, una conversazione tra marito e moglie ormai in età avanzata che ricordano le persone conosciute ed i tempi lontani. Hanno concluso con l’interpretazione del brano per eccellenza della musica popolare sacra dell’isola, l’Ave Maria, in lingua sarda e sono stati premiati con l’attestato di partecipazione dal Dott. Mario Dau, Presidente della Confraternita dei Servi di Maria, custode della Chiesa che sorge alle spalle dell’omonimo Convento.
L’attestato al conduttore della serata, Carlo Valle, lo ha consegnato il Direttore Artistico Inoria Bande che ha voluto dedicare alle varie espressioni vocali, soliste e corali polifoniche del panorama musicale isolano questa edizione del festival, molto apprezzata ed acclamata dal pubblico presente. L’evento si è concluso con i ringraziamenti all’Arcivescovo di Sassari S. E. Rev.ma Mons. Dott. Padre Paolo Virgilio Atzei, che ha permesso l’utilizzo della Chiesa, al Rettore della Chiesa stessa, al Presidente dell’Arciconfraternita, al Comune di Sassari, alla Regione Autonoma della Sardegna, all’Assessorato al Turismo, al Questore della Polizia della Provincia di Sassari, alle altre forze dell’ordine che hanno curato la vigilanza e a tutto il pubblico intervenuto a cui è stato dato l’appuntamento per la 28° imperdibile edizione.
MUSEO DEMOETNOANTROPOLOGICO “FRANCESCO BANDE”
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