Curiosità, umiltà e spirito di rinnovamento al servizio della musica
Queste tre caratteristiche, nella visione del fisarmonicista Grégory Daltin, sono essenziali
Fisarmonicista di statura internazionale, dalla fervida immaginazione musicale, capace di affrontare svariati generi con disinvoltura e brillantezza, Grégory Daltin è un musicista dalla profonda sensibilità artistica. Tocco, gestione della dinamica e nuance timbriche rappresentano tre peculiarità del suo stile. Grazie al suo luminoso talento si esibisce in tutto il mondo, in Paesi come Spagna, Italia, Belgio, Sudafrica, Madagascar, Guyana Francese, Marocco, Turchia, Senegal, Giappone e non solo. Appassionato di letteratura, cucina e natura, il fisarmonicista italo-francese si descrive sul piano umano e artistico.
La tua ampia visione musicale ti consente di spaziare stilisticamente a 360 gradi: dalla musica barocca alla musica improvvisata, dal tango al jazz, fino ad arrivare alle arti ancor più trasversali. Qual è il segreto di questo tuo notevole eclettismo stilistico?
Non c’è un segreto particolare. Sono una persona molto curiosa, da sempre. Mi interessano molte cose, fra cui la letteratura, la cucina, la natura. Mi affascinano anche le lingue e le culture diverse. Ho avuto la fortuna di avere un padre italiano e una madre francese, e fin da bambino questo mi ha fatto venire voglia di avvicinarmi agli altri e scoprire i loro mondi.
Denis Pascal, Vincent Beer- Demander, il Quartetto Akilone, Michel Godard, i Sacqueboutiers, Bernard Lubat, Bruno Putzulu, Stéphane Labeyrie, Kiko Ruiz, Marco Bardoscia, Denis Badault, André Minvielle, Raphaël Imbert, Paolo Fresu e Petra Magoni sono solo alcuni degli artisti dall’inestimabile valore con i quali hai collaborato e collabori tutt’ora. Cosa ti lega a loro dal punto di vista umano e musicale?
Queste persone sono affascinanti. Ognuno di loro ha una grande creatività artistica. Ciò che mi colpisce di loro è la libertà che hanno di suonare e creare. Inoltre, sono molto umili. L’umiltà, come la capacità di sapersi rinnovare, sono due punti essenziali nella vita di un artista.
Oltre a essere molto attivo in campo concertistico, sei impegnato come docente. Infatti insegni al CRR di Tolosa. Quando ti interfacci con i tuoi allievi utilizzi un metodo didattico personalizzato per ognuno di loro?
I miei studenti del conservatorio hanno un’età compresa tra i 6 e i 22 anni. Ho un forte legame con loro. Mi piace vederli ogni settimana, parlarci e vederli crescere attraverso la musica. Mi adatto a ciascuno di loro in base agli stili musicali che preferiscono.
Sei partner della “Cinémathèque de Toulouse” come improvvisatore durante i film-concerto. Sotto l’aspetto tecnico e comunicativo, come interpreti questo ruolo?
Cerco di mettermi nei panni di un musicista accompagnatore del secolo scorso. In altre parole, guardo pochissimo il film in cui devo suonare, perché preferisco lasciarmi sorprendere dalle immagini. È anche durante questa esperienza artistica che ci si rende conto del potere della musica proprio abbinata alle immagini.
Vladimir Cosma, Jean-Claude Petit, Paul Lay, Gilles Colliard, François Rossé, Christian Gaubert, Richard Galliano, Régis Campo e Lalo Schifrin sono figure fondamentali per il tuo percorso artistico. Che tipo di legame c’è con questi nomi altisonanti?
Sono persone carismatiche, altamente professionali e molto esigenti. Aver potuto lavorare e parlare con loro è stata una grande opportunità. Sono lavoratori straordinari. Ti ricordano costantemente che devi rimboccarti le maniche ogni giorno per perfezionare la tua arte.
Con il Daltin Trio hai vinto il Prix Déodat de Séverac nel 2016, mentre con il duo Daltin/Beer-Demander, che vede te alla fisarmonica e Vincent Beer-Demander al mandolino, hai vinto il Prix Gus Viseur nel 2019. Potresti raccontare queste esperienze così significative?
Ciò che mi interessa realmente di questi progetti è dar vita a incontri inaspettati tra la mia fisarmonica e altri strumenti e, ovviamente, ad altri artisti. Questa unicità è stata notata e premiata.
Ponendo l’attenzione sul tuo strumento, quale modello di fisarmonica utilizzi in studio di registrazione e nei concerti?
Uso strumenti differenti in base a ciò che devo suonare. Utilizzo una fisarmonica Victoria, ma anche una Maugein o una Fratelli Crosio. Questi tre fisarmoniche hanno timbri molto specifici che rispondono alle mie diverse esigenze.
Il tuo calendario artistico è già pieno di appuntamenti da qui al termine dell’estate?
No, perché dedico molto tempo alla mia famiglia, ai miei figli. Sono il centro della mia esistenza. Prima suonavo molto ed ero sempre in movimento. Adesso che ci sono loro ho cambiato radicalmente la mia vita per starli a fianco. La famiglia è fondamentale per me.