La musica di Adamo Volpi

Dall'8 novembre, sui più importanti store digitali, il CD antologico con i brani del celebre compositore

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La Musica di Adamo VolpiCorreva l’anno 2011: l’associazione Nuovo C.D.M.I. (Centro Didattico Musicale Italiano), da un’idea del suo presidente decise di organizzare, di anno in anno, una rassegna nazionale itinerante da dedicare, di volta in volta, a un grande musicista tra coloro che avessero valorizzato in modo significativo la didattica musicale. Nella prima edizione fu omaggiato l’organista Adamo Volpi (1911-1980) nel centenario della nascita.

Adamo Volpi, musicista cremonese, ma loretano d’adozione, si potrebbe definire l’ultimo dei “tardo romantici” (o meglio post-romantici). Musicista non comune: grande organista/improvvisatore, ma anche apprezzato compositore, ebbe tra i suoi notevoli insegnanti, oltre a Ferruccio Vignanelli (1903-1988) per l’organo, anche uno degli allievi di Franz Liszt (e di Beniamino Cesi) per il pianoforte: Pietro Boccaccini (1843-1939).

Volpi, che fu amico, compagno di liceo e collaboratore di Nino Rota (1911-1979), che lo volle con sé – come insegnante di organo – presso il Conservatorio di Bari, quando ne fu nominato direttore, fu anche l’ultimo dei grandi organisti e direttori di coro della Basilica della “Santa Casa” di Loreto. Durante la sua carriera è stato tra i fondatori dell’importante “Rassegna Internazionale di Cappelle Musicali” della città lauretana; si interessò anche del restauro degli antichi strumenti e perciò fu nominato, e poi confermato, dal Ministero della Pubblica Istruzione “Ispettore Onorario per la tutela del patrimonio organaro delle Marche”. Fu anche Presidente dell’ANIF, Associazione Nazionale Insegnanti di Fisarmonica. Già “Croce al Merito di Guerra”, come Capitano durante la Seconda guerra mondiale, Volpi ricevette diversi altri riconoscimenti ed onorificenze, come la “Commenda dell’Ordine di San Silvestro Papa” ed il “Cavalierato dell’Ordine delle Arti e delle Lettere”, per il suo impegno nelle attività religiose e per i suoi meriti artistici.

Effettivamente, questo personaggio, ormai scomparso quarantaquattro anni orsono, non è stato del tutto dimenticato. Soprattutto negli ultimi quindici anni, diverse sono state le testimonianze che ne hanno ricordato la statura di artista. Ricordiamo la biografia Adamo Volpi. Organista, concertista e compositore, a cura di Sandro Strologo (2011); poi il poderoso testo antologico Musiche per il Santuario di Loreto di Adamo Volpi (Nuova Editrice Cremonese, 2010) a cura di Giordano Assandri e Marco Ruggeri. Sono poi state pubblicate postume alcune opere del musicista, come, per esempio, le pagine d’album Gavotta, Tempo di valzer e Mazurka brillante (a cura di Alessandro Mugnoz) oppure l’Inno popolare dei fisarmonicisti per coro e fisarmonica, a cura di Adalberto Guzzini (parole di Maria Grazia Nicoletti) – tutte edite dalle edizioni Physa, ora distribuite da Ars Spoletium. Da ricordare, poi, le trascrizioni/arrangiamenti di opere volpiane, come la Fileuse per due fisarmoniche (a cura di Marco Franconi, edizioni Berben) o la Barcarola per violino, chitarra e fisarmonica (a cura di Luigino Pallotta, edizioni Physa).

Diversi anche i concerti in cui sono state eseguite composizioni del musicista, sia da cori, sia da strumentisti, in particolare organisti e fisarmonicisti. L’ultimo in ordine di tempo, davvero significativo, l’esecuzione in prima assoluta dell’Andante religioso per sei fisarmoniche, interpretato dall’ensemble della Fisorchestra di Castelfidardo, in occasione dei “Concerti del Consiglio”, presso il Salone degli Stemmi del civico palazzo della “patria della fisarmonica” lo scorso 27 ottobre (revisore e direttore Luigino Pallotta).

Infine, i dischi (CD) o i video online, pubblicati negli ultimi anni, nei quali sono presenti opere del musicista. Rammento le registrazioni di organisti come Antonio Palpich, Maurizio Machella e Paolo Bottini. Ma, soprattutto, c’è da ricordare il significativo CD antologico sul musicista, promosso e realizzato dall’associazione Nuovo C.D.M.I., proprio a ricordo e testimonianza della Rassegna del 2011 di cui sopra. Ora, tale lavoro discografico torna ad essere di attualità perché, dall’8 novembre, è disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di streaming musicale.

Il programma del disco rappresenta, in modo abbastanza esaustivo, i vari generi della produzione musicale di Volpi, il quale si definiva principalmente un organista, ma la cui attività compositiva fu sempre una costante nel corso della sua carriera. In effetti, sono rappresentate un po’ tutte le forme musicali della tradizione occidentale alla quale Volpi rimase sempre sinceramente legato e, da abile “artigiano” qual era, il Maestro snocciolò tutta una serie di “omaggi” e di “reminiscenze”, un po’ “a la manière de…” e, con mano sicura, passando dalla musica vocale a quella strumentale, da quella solistica a quella cameristica e corale, ci fa apprezzare sia le forme musicali più severe e “storicizzate”, come il mottetto, la toccata, la fuga, la suite, ecc., sia le forme più libere o di impronta romantica come la romanza, il preludio, lo scherzo, il valzer e le danze in genere.

Da segnalare, che la maggior parte dei brani incisi, alcuni rimasti inediti per molto tempo, sono in prima registrazione assoluta. Gli interpreti sono i “concorrenti”, principalmente giovani, selezionati precedentemente da un’apposita commissione giudicatrice e alcuni validissimi ospiti d’onore, che arricchiscono ulteriormente e completano efficacemente il programma.

Entrando nel dettaglio dei vari brani, si possono ascoltare alcuni pezzi per organo – lo strumento prediletto da Volpi – come la brillante Toccata, eseguita dall’ospite Giuseppe Iampieri; poi la severa Fuga a due voci, che dimostra la perizia contrappuntistica del musicista, e la nota Fileuse, brano evocativo che lo stesso autore amava eseguire sovente nei suoi concerti, noto soprattutto nella versione per fisarmonica. Entrambi i brani sono proposti dall’organista Alessandro Manara.

Si possono poi apprezzare dei brani per voce e strumento, come uno dei numerosi mottetti composti dal Maestro: Inimicitias ponam, interpretato dal baritono Stefano Gemini accompagnato al pianoforte dal M° Angelo Biancamano; oppure due liriche per canto e pianoforte, ossia: Magnolie, armonicamente piuttosto ricercata e raffinata, e Lassù tenendoci per mano, esempio eloquente della sensibilità melodica del musicista; brani qui interpretati, in una versione per duo vocale, dagli ospiti Francesca Carli (soprano) ed Enrico Giovagnoli (tenore) accompagnati dalla pianista Ilaria Baleani. Rimanendo nella musica vocale, non potevano mancare opere per coro, che forse costituiscono la parte maggiore della musica di Volpi; quindi, si ha la possibilità di ascoltare la suggestiva Ninna nanna proposta dai cori ospiti, riuniti nell’occasione, “Città di Camerano” e “A. Rosati” di Sant’Elpidio a Mare, diretti dal M° Angelo Biancamano e accompagnati dall’organista Alessandro Manara.

Una parte significativa della produzione del musicista è, poi,  la musica da camera, qui rappresentata dal romantico Canto del mattino per violino e pianoforte, una sorta di “romanza senza parole”, proposto da Luciana Bastarelli (vl) e Maria Concetta Di Biase (pf). Si ha poi la possibilità di ascoltare quella che, probabilmente, è la composizione più conosciuta ed eseguita del Maestro: il Preludio op. 31, qui interpretato – nella versione per fisarmonica e pianoforte – da Eleonora Tomassetti (fis) e Samuele Telari (pf), ovvero l’efficace elaborazione (dall’originale per fisarmonica sola) che lo stesso autore eseguì in varie tournée con il celebre fisarmonicista Gervasio Marcosignori.

Infine, le composizioni per fisarmonica sola, che rappresentano la parte del leone di questo programma. Non si dimentichi che Volpi, nobilitando lo strumento da par suo, fu considerato, già dagli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, il più popolare autore di pezzi originali per fisarmonica in Italia e uno dei migliori autori nel mondo. Dopo l’organo, gli strumenti che amava di più erano il violino (cremonese di nascita) e proprio la fisarmonica, di cui conosceva le possibilità tecniche ed espressive, avendola suonata sin dai tempi di guerra: durante le messe al campo (in sostituzione dell’organo), ma anche nei momenti di svago per intrattenere i commilitoni. Per lo strumento scrisse una nutrita serie di brani, di vario genere e di diversa difficoltà tecnica. E, in effetti, nell’Album in questione si parte da quattro brevi brani didattici: Risveglio nel bosco (1), Il vispo passerotto (2), Canto di pastorello (3) e Il cucù (4), tratti dall’opera per l’infanzia Pastorale Suite ed eseguiti dai giovani: Gloria Nobili (1), Luigi Bazzucchi (2) e Carlo Sampaolesi (3 e 4). Seguono tre gradevoli “pagine d’album” (postume) eseguite da Su-Rin Choi, Michele Toppo ed Eun-Soo Hong.

Poi, i brani di livello tecnico più avanzato: il virtuosistico Moto perpetuo, eseguito da Antonino De Luca e la classica Sinfonietta, proposta da Mario Romeo. Seguono due tra le composizioni fisarmonicistiche più riuscite del Maestro: il Concertino in re minore, in stile antico, e il romantico e brillante Valzer in la maggiore op. 32, qui interpretate entrambe da Marco Franconi. Successivamente, Samuele Telari, interpreta due tra i pezzi più complessi tecnicamente del Maestro: lo Studio in si minore e l’impegnativo Festival Fantasy, un tema con cinque variazioni, composto espressamente come test per il “Trofeo mondiale” del 1951 tenutosi a Londra.

Il programma si conclude con uno dei vari brani che Volpi scrisse per ensemble, il vivace Scherzo per sei fisarmoniche, eseguito da Le fisarmoniche del Pergolesi, complesso costituito da alcuni studenti della classe di fisarmonica – guidata dal sottoscritto –  dell’omonimo istituto anconetano: Luigino Pallotta, Marco Franconi, Francesco Ricci, Su-Rin Choi, Eun-Soo Hong, Antonino De Luca e Paolo Moretti alla fisarmonica-basso.

In conclusione, possiamo definire tale lavoro un album veramente prezioso, oggi (ricordo ancora) disponibile su Spotify e le principali piattaforme consimili. Significativo per il valore delle composizioni proposte (per la fisarmonica si tratta quasi di un’opera omnia dell’autore), importante dal punto di vista storico, anche per le diverse prime registrazioni assolute, per la varietà del programma e – infine ma non da ultimo – per la qualità degli interpreti: sia i magnifici ospiti, sia i validi giovani, tra i quali notiamo fisarmonicisti come Samuele Telari, Antonino De Luca, Luigino Pallotta, Marco Franconi, Carlo Sampaolesi e altri, che – nel frattempo cresciuti e tutti diplomati in conservatorio – attualmente si stanno facendo onore sulla scena nazionale e internazionale: altro merito della rassegna e del Nuovo C.D.M.I. che l’ha proposta, realizzata e promossa.

 

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