Mestrinho do Acordeon, il sound, le emozioni e il ritmo della musica brasiliana

L'intervista al fisarmonicista di Itabaiana realizzata nel corso del PIF 2021

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Mestrinho do Acordeon (foto by Mario Lunetti)Quello che rimane ben impresso nella memoria, al primo impatto con questo talentuoso artista brasiliano dalla folta chioma un po’ disneyana, è la fisicità che lo avvicina ad una figura abbastanza nota negli anni ’90, il gigante del wrestling André the Giant. Un gigante, appunto, con il sorriso tipico dei sudamericani, che ti conquista con la sua allegria ancor prima di sentirlo suonare; poi, quando prende lo strumento in mano, capisci che hai a che fare con un fisarmonicista dal talento innato e non con uno spietato lottatore. Ospite del PIF 2021, Mestrinho do Acordeon, classe 1988, è uno tra i migliori interpreti della Música popular brasileira, ma anche un bravissimo compositore, che vanta al suo attivo numerose collaborazioni con musicisti di grande carisma e spessore.

Ti abbiamo visto suonare, durante le pause dei concerti del PIF, con altri fisarmonicisti prevalentemente italiani. Come ti sei trovato? È stato facile adattarsi a uno stile e a un modo di pensare la musica diverso dal tuo?

Si avverte una certa differenza nel suonare con gli italiani… voi avete musicisti di eccellenza, ma che non hanno nelle vene, nel sangue, il ritmo per interpretare lo “stile” brasiliano. In Brasile mi esibisco con artisti che convivono quotidianamente e ininterrottamente con la musica. Ti faccio un piccolo esempio: tra le tante performance tenute nel corso del PIF, abbiamo anche provato a suonare “Baião Chuvoso, un brano mio e di Michel Pipoquinha, un grande musicista brasiliano. Il risultato? Abbiamo dovuto adattarlo a un altro ritmo perché gli italiani non riuscivano ad immedesimarsi nello stile Baião. È più facile, a mio parere, incontrarsi per improvvisare su altri generi tipo il jazz, o sulla world più in generale, ma quando si tratta di musica particolare come quella brasiliana, se non ne conosci le origini, la storia, gli interpreti si trovano in difficolta.

Questa del PIF 2021 è stata la tua prima esperienza in Italia?

È stata la mia prima volta a Castelfidardo. Ho suonato a Perugia con Gilberto Gil per Umbria Jazz Festival.

Per noi addetti ai lavori (e non solo) il Premio della Fisarmonica di Castelfidardo è sempre un evento molto particolare, anche se questa è stata un’edizione più contenuta a causa delle note problematiche. Siamo tutti molto affezionati a questo festival e alla fisarmonica in particolare, la viviamo a 360 gradi tutti i giorni dell’anno… Sei riuscito a percepire nell’atmosfera questa nostra emozione?

Ho avuto una sensazione meravigliosa, il concerto è stato unico. Sembrava di essere in paradiso, un’emozione forte e ti confesso che a momenti ho avuto la pelle d’oca! Sentivo una sintonia tra me e il pubblico, è stata un’esperienza che terrò nel cuore fino alla vecchiaia, un giorno che non dimenticherò! Oggi ho trentadue anni, quando ne avrò settanta ricorderò con piacere la mia prima volta nella “terra della fisarmonica”, a Castelfidardo!

Ti è piaciuto trascorrere una settimana insieme ad altri fisarmonicisti, anche se di estrazione diversa?

Moltissimo! Qui a Castelfidardo ho acquisito molta esperienza, torno in Brasile più ispirato. È sempre bello incontrare musicisti da tutto il mondo, parlare, confrontarsi… C’è sempre qualcosa da imparare!

Mestrinho do Acordeon (foto by Mario Lunetti)Durante il tuo concerto hai citato Dominguinhos, ma ci sono state altre collaborazioni significative per te come quelle con Oswaldinho, Borghetti e Sivuca?

Non ho conosciuto Sivuca di persona e non mai ho avuto contatti con lui, però mi sarebbe piaciuto suonarci insieme, è un musicista che ammiro, è molto completo, un grandissimo artista. Però, ho avuto la fortuna e l’onore di condividere il palcoscenico con altri grandi personaggi del calibro di Dominguinhos, Gilberto Gil, Ivete Sangalo, Hermeto Pascoal, Elba Ramalho…

Questa passione per la fisarmonica è frutto di una tradizione di famiglia?

Si, è una tradizione familiare. Mio nonno suonava una fisarmonica diatonica a otto bassi, mio padre e mio fratello, invece, una fisa a 120 bassi, mentre mia sorella è una brava cantante. Siamo una famiglia di musicisti, io ho iniziato a suonare ad appena cinque anni.

Nel tuo repertorio ci sono canzoni della tradizione e non solo, ma anche brani di tua composizione?

Si, nel mio repertorio figurano brani di autori come Dominguinhos e Sivuca, così come alcune canzoni tradizionali del Brasile, però nei miei dischi la maggior parte dei brani registrati sono di mia composizione.

Dove cerchi l’ispirazione per comporre?

La mia fonte d’ispirazione sono le canzoni brasiliane, americane, italiane…  più in generale la musica di tutto il mondo. Oltre al suono della fisarmonica, mi piace ascoltare John Coltrane e Charlie Parker, il sassofonista e compositore statunitense, il pianista Chick Corea e tanti altri.

Hai detto che ti piace molto ascoltare altri fisarmonicisti. Quali sono quelli che prediligi?

Il mio favorito è Dominguinhos, ma ho una grande ammirazione anche per Sivuca, Oswaldinho, Frank Marocco, Art Van Damme, Richard Galliano… e tanti altri di cui al momento non ricordo il nome. C’è una donna in Brasile che oggi non suona più, ma che era davvero eccellente. Da noi ci sono tanti altri fisarmonicisti giovani come Nonato Lima, Cosme Vieria, Cicinho, Lulinha Alencar che hanno tanto talento e dei quali credo che sentiremo parlare in futuro.

In Brasile, un giovane fisarmonicista o un musicista in generale, ha molte opportunità? C‘è lavoro per questo tipo di artista?

Si, ci sono delle opportunità nonostante il momento difficile. In Brasile, la musica strumentale non è molto valorizzata, la massa predilige i cantanti, ma, tutto sommato, ci sono fisarmonicisti giovani che riescono a vivere con quello che guadagnano suonando.

La fisarmonica che hai suonato durante i giorni del PIF è diversa da quella che utilizzi in Brasile. Come sarà il tuo prossimo strumento? Sarà personalizzato? Avrà delle caratteristiche particolari?

Il mio prossimo strumento dovrà avere un timbro profondo perché quando suono il mio corpo e la fisarmonica si uniscono, chiudo gli occhi e viaggio in un’altra dimensione immerso nella musica. Ho un desiderio… vorrei uno strumento con misure fuori standard, con più tasti e che sia compatibile con la mia statura. Essendo io molto alto, gli strumenti di 45-47 cm. diventano piccoli. La mia Giulietti in Brasile è un’eccellente fisarmonica, ma è piccola.

Mestrinho do Acordeon (foto by Mario Lunetti)Ma tu vorresti uno strumento personalizzato o che sia solo grande e standard? Che significa personalizzato e che significa standard per te? A parte il suono profondo di cui parlavi prima, quali altre caratteristiche dovrebbe avere?

Vorrei qualcosa di esclusivo, la mia fisarmonica dovrà essere diversa, unica nel suo genere. La fisarmonica è parte di me e io vorrei essere identificato anche attraverso lo strumento che suono. Dovrà essere adatta alla mia statura con la meccaniche dei bassi e della tastiera molto silenziose, particolare non trascurabile soprattutto quando ci si appresta a registrare in studio. Vorrei anche che il volume dei bassi fosse bilanciato con quello degli accordi e che non fosse di colore nero, perché è un colore normale che si trova dappertutto. Ho provato le fisarmoniche della Bugari e ho notato che quest’azienda si differenzia nella produzione di strumenti diversi con grande qualità e creatività (come la musica), sempre in costante cambiamento; non si fermano mai, li paragono alla matematica con i numeri infiniti… musica infinita.

Abbiamo visto che hai una tecnica molto particolare, un uso delle dita un po’ diverso da noi europei. Hai studiato seguendo un metodo?

Da noi è difficile trovare dei metodi didattici (intendo dei volumi da seguire per sviluppare la tecnica correttamente) ampi e completi come avete voi ad esempio qui in Italia. In Brasile c’era Mario Mascarenhas, un fisarmonicista e compositore brasiliano che aveva adottato un metodo di studio per la fisarmonica. Da bambino, mia madre mi fece iscrivere al Conservatorio perché si accorse che come autodidatta stavo imparando a suonare velocemente, ma io, nel corso delle lezioni, non riuscivo a sviluppare una buona lettura musicale, preferivo che il maestro mi ascoltasse suonare e basta; invece, mi rimproverava perché non seguivo bene quanto indicato sul metodo. Questo mi ha fatto desistere dal proseguire gli studi in Conservatorio, provocando un grande dispiacere a mia madre.

Vi ringrazio… Sono felice di conoscere persone che hanno un buon cuore, poi credo anche che sia meritevole perché sono una brava persona e attiro brave persone… Sono un ragazzo sensibile e so giudicare le persone che mi circondano, felice di essere stato in Italia e di avervi incontrato.

 

Traduzione dal portoghese di Ronilda Sperandio

(Foto by Mario Lunetti)