Dalla classica a Paganini a Piazzolla. Intervista a Gianluca Campi

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Gianluca CampiGianluca Campi ha iniziato giovanissimo a suonare la fisarmonica sotto la direzione di Paolo Conti.

Nel 2000 ha vinto il “trofeo mondiale Alcobaça” come migliore fisarmonicista per la categoria “varieté”. Il suo repertorio spazia da Bach ad Albeniz, Adamo, Volpi, Rossini, Kaciaturiam, Schubert, fino alla rilettura originale e inedita di Paganini.

Nei suoi concerti ama inserire, oltre alla musica classica, i tanghi argentini di Astor Piazzolla e le danze ungheresi, oltre ad alcuni suoi “collage” compositivi, riuscendo sempre a fondere alla tecnica una naturale sensibilità interpretativa.

Campi ha seguito corsi di perfezionamento ad Anagni (FR) con Jacques Mornet e Gianluca Pica e alla APM Music Center.

Collabora con il gruppo da camera del conservatorio “Paganini” di Genova e, in qualità di docente, svolge attività didattiche sia ad Alessandria che al Liceo Musicale “F. Cilea” di Savona.

Quando ha iniziato a suonare la fisarmonica e perché?

Ho iniziato a suonare la fisarmonica all’età di undici anni, grazie a mio cugino che ha voluto insegnarmi. Era uno strumento che mi affascinava per l’imponenza e i suoni che emanava.

La sua formazione è principalmente classica. Ci sono altri generi musicali che predilige, sia come suonatore che come musicista?

Tenendo conto che la mia formazione è prettamente classica, ho partecipato a vari concorsi suonando musica varieté. Inoltre attualmente inserisco nei miei programmi musiche etniche, nonché tango argentino, danze ungheresi, come pure musiche da film e brani jazzistici. In qualità di musicista ho la passione per l’ascolto della buona musica in generale.

La sua passione e le sue interpretazioni delle musiche di Paganini l’hanno portata a distinguersi nel panorama internazionale. Da cosa nasce questo interesse per il grande violinista?

Sono sempre stato attratto dal “personaggio” di Paganini: bizzarro, stravagante e ovviamente virtuosistico. Approfondendo i suoi studi ho potuto capire che è stato un riferimento per tanti compositori, come Schumann, Liszt, Chopin, Rachmaninov, Brahms e molti altri, e lo è tuttora per gli strumentisti. Io ho voluto dedicarmi alla sua musica tenendo conto del fatto che si sposa bene con la fisarmonica.

Il suo repertorio spazia dalla classica all’etnojazz, fino alle musiche etniche. Ci sono affinità tra questi generi? Con quale atteggiamento si affronta un repertorio così ampio e differenziato?

Secondo me c’è affinità, perché anche i grandi compositori del passato hanno rivisitato musiche etniche toccando vari ritmi. Per affrontare vari generi bisogna essere versatili e ascoltare musica proveniente da più paesi.

Lei ha vinto il trofeo mondiale Alcobaça nel 2000. In che modo questa esperienza ha influito sulla usa carriera?

Il trofeo mondiale è stato solo un punto di partenza che mi ha dato consapevolezza delle mie capacità e la voglia di continuare negli studi, ma sempre con umiltà e ben sapendo che è un campo in cui c’è sempre da imparare. Per quanto riguarda il settore lavorativo mi ha dato più possibilità e soddisfazioni.

Può parlarci della sua esperienza nella didattica della fisarmonica? In che modo si integra con l’attività concertistica?

Attualmente oltre ai concerti svolgo attività didattica insegnando vari generi musicali. Questa attività mi permette soprattutto di conoscere situazioni particolari, come ad esempio un bambino autistico che mi ha arricchito molto sul lato umano. Credo che un concertista può essere anche insegnante in modo tale da influenzare se stesso.

Quali sono i progetti a cui sta lavorando in questo periodo?

Sono impegnato in una costante attività concertistica, sia come solista che in collaborazione con altri musicisti. Affianco questa attività con la ripresa didattica. In futuro ho in progetto un nuovo Cd. Sto anche collaborando con la Cooperfisa.

L’abbiamo spesso incontrata anche in contesti fieristici, tipo ad esempio alla Musikmesse di Francoforte, nello stand della Cooperfisa. Qual’è il legame che la unisce a questa azienda? Perché ha scelto questa fisarmonica e quali sono i valori aggiunti e caratteristiche che più la attraggono dello strumento?

Con la Cooperfisa non c’è soltanto un rapporto di lavoro, ma anche umano. Mi hanno dato la possibilità di provare vari strumenti con timbriche diverse, tra i quali ho potuto scegliere quello che più si avvicinava alle mie esigenze. La mia fisarmonica è un modello “Elite” dal timbro caldo e nello stesso tempo aggressivo.