Ivano Biscardi: esprimere i propri pensieri attraverso la composizione

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Ivano Biscardi - intervista strumentiemusica.com 2019Fisarmonicista poliforme e morbosamente curioso, Ivano Biscardi manifesta la sua estetica musicale tramite un brillante sincretismo fra tradizione e modernità, specialmente attraverso i suoi brani originali. Con questa conversazione, il musicista calabrese racconta e descrive il suo excursus artistico.

Oltre a un intenso e approfondito studio della fisarmonica, ti sei dedicato alla composizione, all’organo, al pianoforte e al bandoneon. Studiare anche altri strumenti ti ha consentito di diventare un musicista più completo?

«Ho intrapreso lo studio della fisarmonica all’età di 13 anni. Solo per caso. Sino ad allora avevo studiato la chitarra classica e il pianoforte. Ho conseguito gli studi al conservatorio in fisarmonica classica, ma non ho mai smesso di suonare la chitarra e il piano. Questo per dire che, sicuramente, ogni esperienza musicale da me vissuta è stata di fondamentale importanza per la mia formazione».

Da solista, hai preso parte a una pletora di concerti in Italia e oltreconfine, presentando un repertorio legato alla fisarmonica classica e d’avanguardia. A proposito di generi, fra musica classica e avanguardistica, quali sono le differenze sostanziali dal punto di vista strettamente tecnico e interpretativo?

«Partendo dalle considerazioni più banali, si può pensare che la musica classica sia costituita dal canone, dalla norma e dalla regola. Tali caratteristiche utilizzano relativamente poche eccezioni. Se si pensa ad oggi, si può ritenere che tutto ciò sia il più grande esempio a cui attenersi. La musica d’avanguardia, invece, presenta un carattere antitradizionalista e non conformato ai canoni classici. Tuttavia quest’ultima è lo sbocco più naturale della musica colta nata nel IX e XX secolo in opposizione alla tradizione romantica europea. Nello specifico si può affermare che l’una sia figlia dell’altra, e che tra i due generi vi sia una sorta di correlazione dettata dalle influenze che nei secoli hanno caratterizzato non solo l’arte musicale, ma l’intero processo evolutivo dell’uomo».

Hai maturato molta esperienza anche con numerose formazioni orchestrali e da camera in veste di fisarmonicista e arrangiatore. Qual è stato l’insegnamento più importante appreso da questa attività concertistica?

«Durante il mio percorso ho avuto la fortuna di collaborare con diverse formazioni, dalle quali molto spesso sono nati dei veri e propri progetti. Il confronto con altri musicisti in altre realtà e in svariati contesti ha alimentato i miei stimoli anche nel comporre. Credo che la musica da camera, o d’insieme in genere, sia importantissima per la formazione del musicista. Confrontarsi con gli altri e, soprattutto, rispettare i propri spazi, aiuta a fare ordine nelle proprie conoscenze, quindi a comprendere meglio il concetto di senso musicale».

Ivano Biscardi - intervista strumentiemusica.com 2019Sei stato ospite in parecchi programmi televisivi e radiofonici, fra i quali: RAI Radio 3, Radio Tango Velours di Parigi e Radio Swiss Jazz. Queste prestigiose trasmissioni hanno contribuito a incrementare la tua visibilità sotto l’aspetto mediatico?

«Le mie aspettative a tal proposito, specialmente in un primo momento, sono quasi esclusivamente riconducibili al progetto “Sertango” e al disco d’esordio del quartetto. Sino ad allora, in tutta sincerità, non avevo mai pensato di puntare sulla mia visibilità attraverso i media. Il discreto successo del progetto e le diverse apparizioni in trasmissioni televisive e radiofoniche di settore hanno contribuito sicuramente, e non poco, a una maggiore visibilità».

Nell’ultimo periodo del tuo percorso artistico ti sei concentrato maggiormente sulla composizione. Per ciò che concerne la sfera emozionale, come ti rapporti nei confronti di questo favoloso mondo?

«Sostanzialmente comporre è scrivere, attraverso gli elementi musicali, un proprio pensiero o una propria impressione, descrivere uno stato d’animo o esprimere una critica. Dietro ogni nota, ogni accordo, ogni frammento musicale che si scrive, si celano pensieri che, sovente, non si riescono o non si vogliono esternare tramite le parole».

Inoltre, anche la didattica rappresenta un punto nodale della tua carriera. Quali sono le lezioni musicali e di vita più preziose che trasferisci ai tuoi allievi?

«Nel corso degli anni ho constatato che gli elementi della lezione tradizionale sono indispensabili, e che allo stesso tempo non si può fare a meno di prendere in seria considerazione i fattori legati all’attuale processo di globalizzazione musicale. Durante le mie lezioni cerco di fornire ai miei studenti, soprattutto attraverso la mia esperienza da musicista, gli strumenti adeguati affinché mediante uno studio approfondito, anche della tradizione, riescano a sviluppare uno stile personale».

Proprio per quanto riguarda il tuo lavoro di docente, sei autore di diverse opere didattiche. C’è un opera in particolare che ritieni essere quella più utile e formativa?

«Non molto tempo fa notavo che, a differenza di tantissimi strumenti come il pianoforte, la chitarra o il sassofono, la fisarmonica utilizzava prevalentemente dei metodi datati e a mio avviso poco efficaci se rapportati all’utilizzo odierno dello strumento. L’accordion stava realmente entrando con prepotenza in tutti gli ambiti musicali: jazz, world music e tango. Senza contare i campi sempre più battuti della musica contemporanea. Era necessario ideare un percorso che portasse gli allievi a concepire lo strumento in maniera del tutto nuova. Spinto dalla curiosità e dal desiderio di proporre un iter alternativo o quantomeno diversificato, insieme al collega Virginio Aiello abbiamo realizzato il “Metodo Completo di Fisarmonica Moderna” (MAP Editions 2015). Il volume si articola essenzialmente in tre parti: la prima è dedicata alla tecnica di base, la seconda tratta vari argomenti di armonia funzionale, mentre la terza e ultima consiste nell’applicazione creativa del bagaglio tecnico/teorico acquisito attraverso la costruzione di opportune esecuzioni ed improvvisazioni».

Ivano Biscardi - intervista strumentiemusica.com 2019Nel 2018 hai realizzato un nuovo album intitolato “Accordion Concerto”, licenziato dall’etichetta discografica EMA Vinci di Firenze. In questo disco figurano composizioni per fisarmonica e orchestra da te autografate. Potresti descrivere la gestazione e il mood di “Accordion Concerto”?

«Accordion Concerto è stato, fino ad ora, il lavoro per me più entusiasmante e allo stesso tempo faticoso da realizzare. L’idea di scrivere un concerto per fisarmonica e orchestra balenava nella mia mente già da diverso tempo. Un’esperienza formativa in tutti i sensi. Per questo progetto ho analizzato opere di grandi compositori come Igor Stravinsky e Béla Bartók, ho cercato in tutti i modi di utilizzare soluzioni, in particolare armoniche, a mio parere non scontate. Due anni circa di lavoro per la stesura e l’incisione, periodo durante il quale ho provato a tirar fuori un mio linguaggio che non risultasse inflazionato da altri stili, oggi molto comuni, come il tango o la musica etnica, per esempio. Inoltre, nell’album, trova spazio una mia composizione del 2015 dal titolo “Zarathustra”, nonchè “Ballet Tango” di Astor Piazzolla».