Silenzio please! Parla il Prof. Viatcheslav Semionov (2° parte)

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Viatcheslav SemionovHai elaborato tante trascrizioni per fisarmonica, molte delle quali sono anche eseguite nelle competizioni come ad esempio La Campanella di Paganini, Chaconne di Bach e Dieu Parmi Nous di Messiaen. Cosa cerchi in un brano che si ritiene meriti di essere adattato per fisarmonica?

Prima di tutto penso: “Il pezzo sarà adatto alla timbrica della fisarmonica?” Tutte il resto è solo accessorio. Non vorrei trascrivere qualcosa per tromba o tuba, quindi, devi fare le scelte giuste. Se si ascolta il mio CD “Semionov suona le sue trascrizioni” si può notare che ho lavorato per mettere in risalto la parte artistica e sonora dei brani ed il risultato è molto buono, a volte addirittura migliore dell’originale. Con questi presupposti è possibile fare una trascrizione. Ad ogni modo, scrivere solo le note per il proprio strumento non è sufficiente, va fatta una ricomposizione del tema, un musicista dovrebbe riordinare tutte le proprie idee più importanti e trasmettere l’anima, la sua interpretazione della composizione. Naturalmente si può aggiungere anche un po’ di “condimento”, ma sempre dopo aver messo in risalto il fulcro principale del brano originale. Nella trascrizione Chaconne di Bach, Ferruccio Busoni ha fatto un ottimo lavoro, ma io non volevo essere “l’ombra di un’ombra”. “Paganini non si ripete…”. La nostra articolazione è molto più ricca di quanto lo sia quella di un pianista e così, nella mia versione, è possibile vedere lo sviluppo della stessa dalla prima variazione fino al finale, il nostro strumento, inoltre, ha delle caratteristiche uniche che possono “servire la musica”. Ho usato un sacco di idee di Busoni ed altre le ho scartate. La mia insegnante di direzione d’orchestra ha fatto una fantastica trascrizione per ensamble. Io ho usato questi principi come base per le revisioni per fisarmonica. Ci sono molte cose in cui non sono d’accordo con Busoni, ad esempio Bach ha scritto la versione originale del pezzo per violino e talvolta ha usato molte voci, ma in alcuni frangenti ne utilizza anche una solamente; è per questo che Busoni aggiunge anche la melodia… per quale motivo? Se Bach lo avesse voluto lo avrebbe fatto, Bach lo sapeva meglio di Busoni. Ci sono momenti in cui prevale il suono dell’orchestra ed altri, invece, dove emerge il solista, a volte deve essere invisibile come il vetro, altre volte forte come l’acciaio. Un trascrittore dovrebbe cercare di essere molto vicino all’idea del compositore, quanto possibile… Ovviamente la sua interpretazione non sarà mai uguale a quella di Bach, ma dovrebbe provare a “pensare come lui”. In sintesi il segreto è realizzare una nuova composizione il più possibile fedele all’originale.

Oggi ci sono molti compositori che stanno scoprendo le potenzialità della fisarmonica e si cimentano nella produzione di nuovi brani. Quanto è importante per questi musicisti, non fisarmonicisti, continuare a scrivere per fisarmonica e che cosa portano allo strumento di diverso rispetto agli autori che lo suonano già?

Tra le tante collaborazioni con grandi musicisti, ricordo con piacere quella con Anatoly Kusjakov che, al tempo, aveva composto un concerto per violino e altra musica per orchestra e il cui orecchio e modo di pensare era molto orchestrale (… e il bayan è molto orchestrale!). Mi chiese come avrebbe dovuto scrivere per fisarmonica perché non era un fisarmonicista e non conosceva bene lo strumento. Io sapevo che era una persona di grande talento e perciò gli chiesi solo di scrivere come se lo stesse facendo per un’orchestra e che poi avremmo trovato un modo per adattare la composizione. Lui scrisse una partitura e provò a suonarla, ma non era possibile da eseguire con il nostro strumento, così, optai per una trascrizione. In seguito continuò a comporre sempre più frequentemente per fisarmonica e diventò più consapevole delle sue possibilità, ma un autore non deve sentirsi oppresso dai limiti dello strumento. Spesso, se lo è, la composizione può finire per essere molto stringata. I giovani autori in particolare, a volte, cercano solo di sfruttare e speculare sugli effetti sonori della fisarmonica, ma ciò non dovrebbe avvenire, perché in primo luogo ci deve essere sempre e solamente la musica. Una persona, ad esempio, prima ha bisogno di un corpo e di un cervello, poi, eventualmente può cercarsi anche un bel vestito. A volte mi soffermo ad ascoltare musica nuova e spesso non riesco a sentire qualcosa di veramente interessante, così ci scherzo su: “questo pezzo sarà suonato due volte… la prima e l’ultima!” (Ride). In quanto musicista ed artista posso percepire, ascoltando una nuova composizione, se c’è qualcosa di particolarmente rilevante oppure se il brano appare piatto e freddo. Alcuni di questi non sono molto popolari, ma se sento che in essi c’è “la musica”, allora sono io che devo trovare un modo per comunicare, però se è vuoto… Quando suono un pezzo di musica contemporanea io ci metto tutti i miei sentimenti e le sensazioni che quell’opera mi trasmette al momento. Spesso il risultato che ne scaturisce è qualcosa di divertente, interessante e forse il compositore stesso tirerebbe un bel sospiro perché non avrebbe mai pensato che questa musica era nelle sue note.

Quando ho scritto la mia nuova Sonata No.3 Reminiscenza del futuro per bayan ho pensato veramente al domani: è davvero una composizione sinfonica; credo che ci saranno almeno un centinaio di musicisti che la stanno eseguendo e sono sicuro che questo avverrà sempre in maniera diversa. Nella musica c’è molto più di quanto si possa esprimere con un solo strumento o in un’esibizione e tutto ciò non sarà mai abbastanza per valorizzare le sfumature nascoste in questa sonata. Soffermiamoci per un attimo sulla storia dell’umanità per renderci conto di quanto il suo ciclo sia stato piuttosto complicato e riflettiamo su quante volte la civiltà è iniziata, poi è stata distrutta e poi ha dovuto ricominciare da zero di nuovo. Abbiamo il cielo, le stelle e nessuno sa se e quante altre forme di vita esistono. Anche nella musica ci sono epoche diverse: rinascimentale, barocca, classica, romantica, surrealista… La mia sonata ha caratteristiche tipiche neo-romantiche e anche un po’ surrealiste. Noi possiamo scrivere molte opere contemporanee, ma siamo uomini e la musica deve arrivare a toccare cuore e cervello. Per questa composizione non ho preso in considerazione alcun modulo o ritmo, la peculiarità di questo brano è che non ha solo la tipica struttura della sonata, e per scriverla mi sono anche ispirato al Codice Morse. Quest’idea l’ho utilizzata anche in Capriccio S.O.S. È stato difficile scrivere questo pezzo perché, in letteratura, gli scrittori possono manipolare il futuro e il passato come fa Bulgakov in Il Maestro e Margherita in modo che il lettore, a volte, non sa se ciò che viene letto appartiene al domani o fa parte di qualcosa precedentemente accaduto ed è proprio quello che io cerco di fare in tutte le mie composizioni. Si tratta sicuramente di un abbellimento fantastico, ma abbastanza difficile da applicare su uno spartito. Talvolta è possibile intuire il tema di un’opera prima ancora che si manifesti nella fase centrale, le varie voci si incastrano in un mosaico dando luogo ad un dialogo l’una con l’altra. Certo, forse non si può capire tutto al primo ascolto; di recente ho fatto sentire a un gruppo di compositori russi del Composers Society, di cui io sono membro, un file audio e hanno detto che il brano era troppo lontano dai loro soliti standard, sembrava un “film americano” e avrebbero dovuto riesaminare la traccia molto più approfonditamente per valutare la complessità delle mie idee. Penso e spero che sia gli esecutori che il pubblico riescano a entrare in sintonia con questa sonata, perché credo di avere qualcosa da dire in essa di molto importante. Ho fatto una versione per pianoforte e fisarmonica, ma quella originale non prevede l’utilizzo del piano.

Tu hai un grande e vivo interesse per lo sviluppo della fisarmonica intesa come strumento. Ne abbiamo già parlato molto. Quali progressi tecnologici vorresti venissero applicati in futuro?

Credo che il peso rappresenti ancora un problema, perciò sarebbe opportuno studiare e trovare nuove soluzioni soprattutto sui materiali. Tutte le voci dovrebbero avere la qualità di quelle di cui dispongo io; le voci italiane sono molto buone, ma quelle russe sono più sensibili e sono più facili da suonare perché necessitano di meno energia, ma, allo stesso tempo, si rompono più facilmente. Tuttavia ritengo che questa sia la soluzione migliore, magari si può rischiare una rottura, ma il dispendio di energie fisiche che necessitano per suonare è notevolmente inferiore. Generalmente, tutte le aziende italiane usano delle voci piatte nella meccanica della mano sinistra ed è proprio questa la particolarità nella quale gli strumenti russi sono stati sempre i migliori. L’azienda Pigini utilizza questo metodo e ora anche Scandalli, Bugari e tanti altri. È tutta una questione di diffusione… Qualche tempo fa le migliori idee provenienti dall’Italia arrivavano in Russia ed ora le migliori idee provenienti dalla Russia giungono in Italia. Allo stato attuale anche gli strumenti italiani hanno dei buoni bassi, ma è un processo che non è ancora completamente finito, perché l’aspetto economico ne è parte integrante. Ovviamente queste accortezze costano di più e le fabbriche vorrebbero spendere meno ed avere una produzione più consistente. In definitiva, una fisarmonica con queste caratteristiche pesa mediamente circa 12,5 kg, ma sarebbe meglio se si riuscisse ad arrivare intorno ai 10,5 kg. Sono questi i progressi tecnologici che vorrei fossero conseguiti nel prossimo futuro ed è proprio a causa del peso per cui molte persone ripiegano sugli strumenti elettronici. Chiaramente, la riduzione del peso dovuta ad un possibile utilizzo di materiali diversi, non deve assolutamente incidere sulla qualità del suono. Io amo molto il suono e il colore delle fisarmoniche italiane.

Infine, che cosa c’è nel futuro di Semionov? L’insegnamento di sicuro, ma anche registrazioni, concerti o forse altre composizioni?

Io suonerò finché potrò, ovviamente, salute permettendo… Un anno fa i Motion Trio mi hanno chiesto di scrivere un brano appositamente per la loro formazione e orchestra da camera. A loro piace la mia musica e io troverò certamente il tempo per farlo, questo è un progetto molto emozionante e sarà grande lavoro… una novità! La mia ultima Sonata No.3, che ho dedicato a Yuri Shishkin e che suonerà a novembre nel corso del Festival di Mosca d’Autunno, ha assorbito molte delle mie energie; ci è voluto quasi un anno per scriverla non avendo il tempo materiale per lavorarci tutti i giorni. Ho fatto il primo e secondo movimento nei tre mesi autunnali poi, da gennaio a marzo, ho completato il finale. Non si può spalmare la composizione di un’opera per un orizzonte temporale molto vasto, perché io non voglio scrivere qualcosa che sarà solo un esercizio per i bambini, non voglio rovinare il mio nome e voglio mantenere inalterata la mia reputazione. Spesso vengo invitato a tenere concerti e corsi di perfezionamento e questo mi piace perché posso insegnare come ritengo opportuno, inoltre, posso aiutare lo studente ad interpretare i brani nella giusta maniera. Io non suono più come quando ero giovane, ma nonostante l’età cerco di mantenere un buon livello e quando non mi riterrò più all’altezza, mi fermerò… non voglio essere come un vecchio maestro di arti marziali che poi viene picchiato da un giovane allievo. Continuerò fino a quando mi sentirò in grado di farlo, mi auguro però che la nuova generazione di fisarmonicisti vorrà essere non solo una fucina di talenti, ma anche e soprattutto una nuova frontiera di buoni musicisti e grandi artisti. Solo in questo modo sarà possibile garantire uno sviluppo futuro alla fisarmonica…