Bio Boccosi (1912 – 2006) – seconda parte

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Rapsodia azzurra (1948, Ancona, Edizioni Farfisa)

 

INTRODUZIONE

Nel precedente articolo abbiamo visto che Bio Boccosi (1912/2006), come compositore per fisarmonica, privilegiò – oltre alle danze e ai pezzi caratteristici/evocativi – forme strutturalmente libere, scevre da particolari elaborazioni o sviluppi tematici. E in effetti possiamo ricordare brani come Improvvisazioni (1954), uno dei suoi pezzi più riusciti, Fantasia romantica (1955) dallo stile più polifonico, Divagazioni (adattata per 4 fisarmoniche da Felice Fugazza) e soprattutto le tre rapsodie: Rapsodia azzurra (1948), Rapsodia d’autunno (1950) e Rapsodia di primavera (1963).

La forma “Rapsodia” nell’ambito della letteratura originale per fisarmonica era stata già utilizzata, ad esempio, dal celebre fisarmonicista/compositore – pioniere italoamericano – Pietro Frosini (1885-1951), il quale ne scrisse tre anch’egli (Rhapsody n. 1 in D minor, Rhapsody n. 2 in C minor, Rhapsody n. 3 in A minor,) pubblicate tutte nel 1939.

È probabile però che (una certa) l’ispirazione gli venne dalle celebri rapsodie di Franz Liszt (la seconda, in particolare, trascritta per fisarmonica – e molto eseguita dai virtuosi dell’epoca) e dall’altrettanto celebre Rhapsody in Blue (1924) di George Gershwin.

Bio Boccosi - Rapsodia azzurraMa tornando a Boccosi, il suo brano per fisarmonica probabilmente più conosciuto è la Rapsodia Azzurra, pubblicata dalle Edizioni Farfisa nel 1948 – una delle prime pubblicazioni della neonata casa editrice – e dopo qualche anno ripubblicata anche nella versione per quattro fisarmoniche (o complesso) in un adattamento di Felice Fugazza – elaborazione che forse ebbe poi più successo della versione originale per fisarmonica sola. Effettivamente il brano, come molti altri dello stesso autore, ha una connotazione “orchestrale” molto evidente, probabile caratteristica insita nello stile dell’autore, che in effetti scrisse diversi brani per vari ensemble (e che, ricordiamo, era anche direttore di vari gruppi e formazioni orchestrali), ma anche segno che Boccosi aveva perfettamente capito/intuito il carattere di “piccola orchestra” proprio della fisarmonica.

Nel Museo delle impronte di Recoaro Terme (dove è conservata l’impronta della mano destra del musicista) si trova il manoscritto autografo e la prima copia a stampa della Rapsodia azzurra. Nella prima pagina della partitura, scritta a penna, si legge la seguente dedica: “Questa composizione è stata scritta per farne un omaggio speciale al mio caro amico Gervasio Marcosignori, che porterà alto il nome italiano nel campo artistico della fisarmonica. Ancona, 24 luglio 1948”. E occorre riconoscere che la dedica – a quello che fu veramente, oltre che un amico fraterno di tutta una vita, un efficace collaboratore – risultò veramente profetica…

Come scrisse Vittorio Melocchi, nel suo articolo “Le composizioni di Bio Boccosi” (v. “Fisarmonica”, n. 7 – 1963), Rapsodia azzurra diede subito all’autore «un meritato successo per il suo carattere moderno arieggiante ad una specie di Jazz da concerto». In effetti fu presentata dalle Edizioni Farfisa come “pezzo moderno da concerto”.

Con Rapsodia azzurra la letteratura per fisarmonica (italiana) scopre per la prima volta una composizione originale/specifica di una certa dimensione; non più i 2-3 minuti della danza o della pagina d’album, della romanza… che non superano di norma i 4-5 minuti, ma un brano piuttosto articolato, proprio delle forme rapsodiche. Ecco una succinta ma esaustiva analisi.

 

BREVE ANALISI

La composizione è introdotta da un “Lento” – in Fa maggiore, dal carattere sinfonico, maestoso ma anche dinamico, e dalla particolare atmosfera ritmica, contraddistinta dalla terzina – che si può senz’altro considerare ritmicamente l’elemento unificatore di tutto il pezzo.

Dopo poche battute inizia il primo tema, nello stesso tempo e tonalità, «molto interessante per quei suoi rapidi sbalzi armonici, per i languidi “glissati”, tema al quale dà un particolare “colore” l’alterno gioco dei registri.» (v. V. Melocchi, op. cit.). Questa prima idea tematica, con quel VII grado abbassato e quegli accordi di undicesima e tredicesima, ricorda un po’ un “blues”.

Bio Boccosi - Rapsodia azzurra (estratto 1)Segue poi un primo “ponte” – una sorta di breve “interludio” – dall’andamento “più mosso”, di carattere polifonico, ma anche ritmico (con l’incalzare delle terzine), che porta ad una breve “cadenza” modulante alla sottodominante.

Si giunge così al secondo tema, un “Moderato” in Sib maggiore, molto cantabile ed espressivo che Melocchi definisce «di carattere romantico assai bello e di ottimo effetto».Bio Boccosi - Rapsodia azzurra (estratto 2)

Segue un secondo ponte modulante, “più mosso”, simile al precedente, che prepara il terzo episodio; questa nuova idea – “Solenne” in Mib maggiore – dal piglio sinfonico ed effettivamente grandioso, si basa sul ritmo di terzina in levare e su forti contrasti dinamici: f- pp- ff, accentuato anche dall’appropriato uso dei registri: “Complesso” (ovvero il “tutti” organistico) e “Celeste”.

Successivamente un terzo “ponte” modulante, in “più mosso” e simile ai precedenti, introduce il quarto tema – “Mosso” in Fa maggiore – dal carattere quasi bandistico, come una marcia… Bio Boccosi - Rapsodia azzurra (estratto 3)Qui la nuova idea melodica – presentata dai bassi, con un accompagnamento di accordi ribattuti a terzine alla mano destra – si sviluppa, attraverso una sorta di “interludio” (Agitato), con un disegno concitato sempre a terzine, simile ai precedenti “ponti”, ma più dinamico e quasi “virtuosistico”.

Per questa sezione Melocchi raccomanda «l’osservanza rigorosa degli accenti, dei “legati” e degli “staccati”, altrimenti si perderebbero gli effetti».

L’interludio, senza soluzione di continuità, sfocia poi in un quinto episodio – Stesso tempo (Agitato) in Fa maggiore – dal carattere brillante e armonicamente instabile – con varie settime secondarie -, a cui segue direttamente un secondo interludio, analogo al precedente, che confluisce su una sorta di sviluppo del primo tema, dove un “Largo” (ammiccante ancora maggiormente al blues) si alterna ad un “Allegro” molto ritmico ed esuberante.

Bio Boccosi - Rapsodia azzurra (estratto 4)A questa parte, molto efficace, della composizione segue un breve sesto episodio – “Ritmo moderato” – che ricorda un po’ certe atmosfere da “Musical”… dopo di che si giunge, infine, alla ripresa del I tempo – Lento Maestoso – e al finale (Presto) il quale, ritmicamente simile ai precedenti interludi, rievoca – in un crescendo dal p al fff – l’inciso caratteristico delle terzine.

Facciamo inoltre notare che la composizione, per ciò che riguarda il manuale destro, utilizza la massima estensione della fisarmonica “a piano” dell’epoca (lo strumento “di riferimento” dell’autore che, ricordiamo, era pianista), ovvero da Fa2 a La5. Inoltre è uno dei primi brani della letteratura originale in cui sono indicati (per 16 volte) i registri: oltre al “Master” (pieno), gli attuali 8′-8′, 16′, 8′-8′-4′, 16′-8′.

Anche la scrittura per le due tastiere è piuttosto varia. Per la m.d. si va da una semplice linea monodica a una melodia rafforzata con raddoppi all’8a, con note doppie o con accordi (melodia armonizzata), fino a una testura polifonica a 3-4 voci; passando per testure accordali in funzione ritmico-melodica o di semplice accompagnamento. Per la m.s. (ovviamente a bassi standard) oltre alla funzione ritmico-armonica convenzionale è utilizzata una testura melodica, come “canto” al basso (IV tema) o come rinforzo/raddoppio della m.d. (introduzione e finale); inoltre è utilizzata una pura testura armonica (come tappeti armonici) e di bassi sostenuti, anche doppi, e con funzione di “pedale”.

È poi una composizione che (saggiamente) si basa molto sui contrasti, sia dinamici – dal pp al fff – e sia di andamento: dal Largo al Presto.

Un’ultima annotazione: nell’adattamento per quattro fisarmoniche, l’elaboratore Felice Fugazza (collaboratore di Boccosi e dell’azienda “Farfisa”) accorciò il brano, presumibilmente con il consenso dell’autore, togliendo alcune sezioni – in particolare il quinto e il sesto episodio – e rendendo così la composizione effettivamente più agile e snella.

 

CONCLUSIONI

Come fa giustamente notare Melocchi (op. cit.) «la composizione è rapsodica, fatta cioè di parecchi motivi legati fra loro da brevi interludi; l’esecutore deve inquadrare questi motivi nella loro giusta luce, luce che è “colore” e “ritmo” senza i quali la bella composizione non avrebbe nessun risalto». Indubbiamente, data la sua natura, il brano suscita un caleidoscopio di sensazioni, evocando vari stati d’animo: Maestosità e solennità, dinamismo e agitazione, ma anche serenità e calma.

Ad ogni modo uno degli scopi di Boccosi era evidentemente quello di far convivere elementi musicali popolari/jazz con elementi “colti” o comunque “classici” e, in questo, alcuni punti di contatto con la già citata Rapsodia in blu di Gershwin sono innegabili.

E in fondo Rapsodia azzurra potrebbe oggi essere considerata una sorta di sintesi o di “emblema” della fisarmonica anni Quaranta, alla ricerca di una propria identità… che però forse stava – e sta ancora – nell’essere strumento eterogeneo e capace quindi di assorbire, e restituire, varie sfaccettature della musica, che poi in questo caso sono le diverse anime del Boccosi musicista.

Rapsodia azzurra fu ovviamente impiegata come “pezzo d’obbligo” in vari concorsi d’esecuzione; uno dei primi fu il I Festival nazionale della Fisarmonica di S. Andrea Bagni (Parma) del 1952.
Il brano è stato inciso nel 1983 dal Quintetto “Adamo Volpi” (poi incluso all’interno del CD Fisarmoniche in concerto) e dal fisarmonicista Marco Franconi (nel CD La musica di Bio Boccosi), in occasione del concerto finale della Rassegna Musicale Nazionale Bio Boccosi, svoltosi il 24 novembre 2012 al Teatro Sperimentale “L. Arena” di Ancona, per il centenario della nascita del musicista anconetano.

Su YouTube si può attualmente trovare invece una interpretazione dell’ensemble di fisarmoniche Akkordeon-Gruppe di Hermi Kaleta, fisarmonicista e didatta austriaca (Akkordeonkonzert am 10. Juni 2017 in Wien. Haus der Begegnung – Großfeldsiedlung).

Dopo Boccosi, altri autori si cimentarono nella medesima forma: Franco Bignotto (1936), con Rapsodia verde (1960), Silvano Ballerini (1936) con Rapsodia di un sogno, Giancarlo Caporilli (1947), Italo Salizzato (1941) con Un giorno a Napoli, e soprattutto il fisarmonicista-compositore russo Viatcheslav Semionov (1946), il quale scrisse varie rapsodie, alcune delle quali hanno avuto una notevole diffusione: Don Rhapsody n. 1 (1977) e n. 2 (1991), Estonian Rhapsody (1983), Lithuanian Rhapsody (1984), Belorussian Rhapsody (1987), Ukrainian Rhapsody (1987) e infine la Balkan Rhapsody (2007) per due fisarmoniche (bajan).

A conclusione di queste note su Bio Boccosi e la sua musica ci piace sottolineare che, a seguito della “Rassegna Boccosi 2012”, è stato pubblicato dalle edizioni Berben un fascicolo contenente la trascrizione per fisarmonica di 12 facili brani, tratti dal Metodo “Invito all’organo elettronico” vol. 1 (1967), di Bio Boccosi e Tullio Giacconi. La pubblicazione, a cura di Alessandro Mugnoz, Renzo Tomassetti e Francesco Visentin, intende offrire ulteriore e utile materiale didattico, caratterizzato da stili anche inusuali per la fisarmonica e adatto ai primi anni di studio.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

AA VV, voce Bio Boccosi, Wikipedia – www.Wikipedia.org, ultima modifica del 2017;

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Melocchi Vittorio, Le composizioni di Bio Boccosi (rubrica Didattica e interpretazione), in“Fisarmonica” – n.7, Ancona, Farfisa, 1963;

Mugnoz Alessandro, La musica di Bio Boccosi. Serata finale della Rassegna Nazionale “Bio Boccosi 2012”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2013;

Mugnoz Alessandro, Bio Boccosi e Castelfidardo, in Strenna fidardense, a cura del Centro Studi Storici Fidardensi, Castelfidardo (Ancona), 2016;

Strologo Sandro, Bio Boccosi. Una vita per la musica, su www.accordions.com, 2006;

Strologo Sandro, Per una storia della Farfisa, Camerano, Comune di Camerano, Comune di Numana, Comune di Castelfidardo, Provincia di Ancona, 2009;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997.

Jercog Aleksi, Super VI Scandalli. Una fisarmonica nella storia, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 2004.

 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

– CD Fisarmoniche in concerto, Quintetto “Adamo Volpi” (I fis. Alessandro Mugnoz, II fis. Miriam Mugnoz, III fis. Andrea Carnevalini, IV fis. Fabrizio Sbacco, Fis.-basso Edgardo Mugnoz), Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012;

– CD La musica di Bio Boccosi. Concerto finale della Rassegna Nazionale “Bio Boccosi 2012”,
Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2013.