Fabio Ceccarelli: la vita da musicista come una missione

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Fabio CeccarelliFabio Ceccarelli è un fisarmonicista elegante, estremamente versatile, un musicista a tutto tondo, perdutamente innamorato del mondo teatrale. Con questa intervista racconta le esperienze più importanti della sua vita da artista.

Nel corso della tua brillante carriera hai avuto l’onore e il privilegio di collaborare, tra gli altri, con nomi altisonanti della musica mondiale, come: Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Riz Ortolani, Franco Piersanti, Luis Bacalov, Nicola Piovani. Dal punto di vista artistico e umano, quale lezione hai realmente imparato da loro?

Non posso fare a meno di raccontare un piccolo aneddoto. Una delle primissime volte in cui mi trovavo in sala di incisione (Forum Music Village di Roma) per registrare una colonna sonora insieme al M° Nicola Piovani, suonandogli  un “colore” di cui aveva bisogno, cercai di metterci dentro tutte le note possibili, alla massima velocità. Ma lui mi disse: «Signor Ceccarelli, mi basta una semibreve, che insieme al mio gesto deve partire pianissimo, crescere e poi ridiminuire». Questo accadeva quasi 30 anni fa. E da quel giorno compresi che tutti i concorsi internazionali vinti, oltre al 2° posto al Campionato Mondiale della Fisarmonica (in Svizzera, nel 1984), non erano serviti a molto. Da quel momento cominciavo a fare veramente il musicista.

Hai dato vita a un interessante sincretismo tra musica e teatro, offrendo le tue qualità artistiche ad attori del calibro di Glauco Mauri, Leo Gullotta, Valeria Moriconi, Gigi Proietti, Piera Degli Esposti, Luca Zingaretti. Nello specifico, in quale veste hai collaborato con queste icone sacre?

In quegli stessi anni (inizi anni ’90 ndr) mi venivano proposti i primi lavori in teatro, un mondo che conoscevo poco e di cui poi mi sarei innamorato. Il mio compito consisteva, come tuttora, nell’accompagnare questi attori straordinari sottolineando la prosa con interventi musicali, quasi sempre in scena con gli artisti sul palcoscenico. Ho fatto tanti lavori imparando molto da loro, anche senza aver mai studiato presso una scuola di teatro. Con il tempo sono riuscito a scrivere della musica originale per alcuni spettacoli, a collaborare alla regia di altri e in alcuni casi a interpretare delle piccole parti da attore. Molto divertente! Una menzione particolare la merita il mio primo e anche più assiduo datore di lavoro, una delle più importanti penne musicali del teatro italiano: Germano Mazzocchetti. Noto anche come eccellente fisarmonicista.

Ti sei esibito in alcuni fra i migliori teatri italiani, tra i quali: Teatro dell’Opera di Roma, Auditorium di Santa Cecilia (Roma), Teatro Caio Melisso (Spoleto), Teatro Comunale di Ferrara. Senti questo luogo come il tuo habitat naturale oppure preferisci tenere concerti in altri ambienti e ambiti?

Quando sono in teatro mi sento a casa, qualsiasi cosa stia facendo. Chiaramente, con alcuni dei miei progetti come Tetrachorus, amo suonare anche in piccoli locali, jazz club o festival musicali. Alcune volte, mi piace molto anche giocare. È stato molto interessante quando ho suonato sul marciapiede di una strada o in una vetrina del negozio di un caro amico.

Fabio CeccarelliIn qualità di fisarmonicista e flautista hai preso parte a svariati programmi televisivi, ad esempio: Novecento, Festival di Sanremo, Passo Doppio, Premio David di Donatello, Premio Barocco. A tuo parere, ai giorni nostri, quali sono gli effetti positivi e negativi della TV che si ripercuotono sulla musica?

Qui il discorso diventa complicato. Se vogliamo parlare degli effetti della TV sugli esseri umani forse rischiamo di dilungarci troppo. Ovviamente, così come in campo musicale, tranne qualche prodotto di nicchia, la televisione segue i tempi moderni. L’epoca del “fast” e non della calma, la riflessione, la ricerca di veri talenti, la valorizzazione delle particolarità. I modelli da seguire sono un po’ restrittivi. C’è del fermento, soprattutto tra i giovani. La voglia di cambiare, di ricercare. Speriamo bene.

Hai condiviso lo studio di registrazione con alcune celebrità del pop italiano, tra cui: Francesco De Gregori, Ron, Luca Barbarossa, Iva Zanicchi. Pensi che la fisarmonica, in questo genere musicale, possa occupare un posto di rilievo?

La fisarmonica deve occupare un posto di rilievo e lo sta già facendo, anche per merito di molti validissimi colleghi che hanno usato e usano lo strumento per impreziosire i lavori di validi cantanti. Sicuramente un grande miglioramento rispetto al passato, quando la fisa era ghettizzata a ricoprire solo certi ruoli, strumento folcloristico o per il liscio. Naturalmente, ciò non significa che non debba essere suonata benissimo anche in quei generi.

Sei un fisarmonicista particolarmente eclettico, che spazia tra una pletora di stilemi musicali. Ma ne esiste uno che più ti rappresenta artisticamente?

Non saprei. Considero il mio strumento assolutamente completo, a 360 gradi. Ho fatto del mio lavoro, da sempre, una missione. Far conoscere la fisarmonica al mondo in tutte le sue sfaccettature, le possibilità infinite, non essere secondi a nessuno strumento, la possibilità di utilizzarla in ogni genere musicale. Ho iniziato i miei studi suonando Bach, ma ho anche praticato molto il liscio per vivere. Così come il tango, la musica francese, quella ebraica e tanto altro ancora. Negli ultimi anni, e volevo farlo da tempo, ho scoperto il blues, il funk e il jazz.

Vista e considerata la tua grande esperienza, quale consiglio potresti elargire a un giovane che vuole approcciare al mondo fisarmonicistico?

Oggi c’è la possibilità di intraprendere degli ottimi studi accademici, sia classici che jazzistici. Mi permetto solo di dare un consiglio: il mondo musicale di cui i ragazzi dovranno far parte non è solo quello della fisarmonica. Appena possibile bisogna relazionarsi con tutti coloro che suonano altro, che cantano, ballano. Questo renderà i giovani futuri fisarmonicisti dei veri musicisti del mondo, che comunicano la propria arte agli altri con uno strumento come la fisarmonica, al pari dei pianisti, dei chitarristi, sassofonisti e via discorrendo. Il rapporto tra i colleghi fisarmonicisti dovrebbe essere, anche grazie a una rivista specializzata come Strumenti&Musica Magazine, di sereno confronto collaborativo, utile alla crescita di tutti. Ma purtroppo, l’atteggiamento che ho sempre dovuto constatare, è molto diverso.

In estate hai pubblicato ufficialmente un disco realizzato al fianco di due valenti musicisti come Nando Di Modugno (chitarra) e Tiziano Tetro (percussioni). L’album si intitola Camminando. Potresti descrivere la gestazione e il mood dell’album?

È stato il coronamento di un sogno. Un lavoro cominciato circa tre anni fa insieme a Tiziano (Tetro ndr), giovane percussionista molto eclettico e talentuoso. Abbiamo fuso le nostre esperienze e ciò ci ha permesso di creare questo progetto. Un disco di world music, il nostro jazz, con tutte le contaminazioni del caso. Undici brani, di cui sette miei inediti. L’aggiunta di Nando (Di Modugno ndr), al momento di registrare il CD, è stata illuminante, fantastica. Lui è un musicista straordinario e un carissimo amico. Ci siamo conosciuti molti anni fa, in occasione di un lavoro teatrale con Nicola Piovani.

Fabio CeccarelliHai in programma tour di presentazione per questo nuovo progetto discografico?

Al momento non sono ancora riuscito a presentare il disco nel  modo e nel posto giusto. Devo anche ammettere che non amo bussare a tutte le porte. La prendo con filosofia: se deve capitare, capiterà. Nel frattempo ho realizzato un altro CD, Fabio Ceccarelli SOLO, dove suono colonne sonore, classici e altro. Un album che definisco nazionalpopolare. Lo sto proponendo in alcuni recital, con buone soddisfazioni. Forse è questo lo stilema più appropriato per sintetizzare il mio lavoro. Spero, presto, di poter fare lo stesso anche con Camminando.

 

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Fabio Ceccarelli: his musicians life as a mission

 

Fabio CeccarelliFabio Ceccarelli is an elegant, extremely ecletic accordionist, an all-round musician, hopelessly in love with the theatrical world. With this interview he tells about the most important experiences of his life as an artist.

In your brilliant career you have had the honour and the privilege of collaborating, among others, with high-sounding names of world music, such as: Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Riz Ortolani, Franco Piersanti, Luis Bacalov, Nicola Piovani. From the artistic and human point of view, what lesson did you really learn from them?

I can’t help but tell a little story. One of the very first times when I was in the recording room (Forum Music Village in Rome) to play a soundtrack with M° Nicola Piovani, playing a “colour” that he needed, I tried to put all the notes in it, at maximum speed. But he said to me: “Signor Ceccarelli, a semibreve is enough for me, which together with my gesture must start very softly, grow and then reduce”. This happened almost 30 years ago. All the international competitions won, in addition to the 2nd place at the World Accordion Championship (in Switzerland, in 1984), did not help much. From that moment on I was starting to really make the musician.

You create a certain syncretism between music and theatre, your artistic qualities and famous actors as Glauco Mauri, Leo Gullotta, Valeria Moriconi, Gigi Proietti, Piera Degli Esposti, Luca Zingaretti. Specifically, in this capacity did you collaborate with these artists?

In those years (beginning of the 90s), I started working in the theatre, in a world that I knew not so much and then I fell in love. My task consisted, as still, in accompanying these extraordinary actors emphasizing the prose with musical arguments, almost always on stage with the artists on the stage. I worked very hard and I learnt a lot from them, even without ever having worked at a theatre school. Over time I managed to write an original music for some shows, a cooperation on the direction of others and in some cases an interpretation of small parts as an actor. Very funny! More than another employer, one of the most important song composer of Italian theatre: Germano Mazzocchetti, he is also known as an excellent accordionist.

You have performed in some of the best Italian theatres, including: Teatro dell’Opera di Roma, Auditorium di Santa Cecilia (Rome), Teatro Caio Melisso (Spoleto), Teatro Comunale di Ferrara. Do you feel this place as your natural habitat or do you prefer to hold concerts in other environments and environments?

When I’m in the theatre I feel at home, however, what I’m doing. Of course, with some of my projects as Tetrachorus, I love playing in small clubs, jazz clubs or music festivals. Sometimes, I also really like playing. It was very interesting when I played on the sidewalk of a street or in a shop window of a dear friend.

Fabio CeccarelliAs an accordionist and flautist you have taken part in several television programs, for example: Novecento, Festival di Sanremo, Passo Doppio, Premio David di Donatello, Premio Barocco. Your opinion, today, what are the positive effects of TV?

Here the speech becomes complicated. If we want to talk about the effects of TV on human beings, perhaps we risk extending too much. Obviously, as well as in the field of music, apart from some niche products, the television follows modern times. The age of “fast” and not of calm, reflection, the search for real talents, the enhancement of particularities. The models to follow are a bit restrictive. There is unrest, especially among young people, the desire to change, to research. We hope well.

You shared the recording studio with some celebrities of Italian pop, including: Francesco De Gregori, Ron, Luca Barbarossa, Iva Zanicchi. Do you think the accordion in this musical genre can be a very important concern for you?

The accordion must occupy a prominent place and it is already doing so, also thanks to many very valid colleagues who have used and used the instrument to embellish the work of valid singers. Definitely a great improvement compared to the past, when the accordion was relegates to cover only certain roles: folk instrument or to dance. Of course, this doesn’t mean that it should not be played very well even in those genres.

You are a particularly eclectic accordionist, ranging from a plethora of musical styles. But there is one that more artistically represents you?

I don’t know. I consider my instrument absolutely complete, 360 degrees. I have always done a mission of my work: introduce the accordion to the world in all its facets, the infinite possibilities, not be second to any instrument, the possibility of using it in any musical genre. I started my studies playing Bach, but I also practiced a lot of dance music to live, as well as tango, French and Jewish music and much more. Recently, but I wanted to do it for some time, I discovered blues, funk and jazz music.

Given and considering your great experience, what advice could you give to a young man who wants to approach the accordion world?

Today there is the possibility of undertaking excellent academic studies, both classical and jazz music. Allow me only to give advice: the musical world that the boys must be part of is not just that of the accordion. As soon as possible it is necessary to relate to all those who play something else, who sing or dance. This will make young future accordionists the true musicians of the world, who communicate their art to others with an instrument like the accordion, like pianists, guitarists, saxophonists and so on. The relationship between accordionists should be, also thanks to a specialized magazine like Strumenti&Musica Magazine, a serene collaborative comparison, useful for the growth of everyone. But unfortunately, the attitude that I have always had to notice is very different.

In the summer you officially released a record made alongside two talented musicians like Nando Di Modugno (guitar) and Tiziano Tetro (percussion). The album is titled Camminando. Could you describe the mood of your album?

It was the crowning of a dream. A work started about three years ago with Tiziano (Tetro), a very eclectic and talented young percussionist. We have merged our experiences and this has allowed us to create this project. A record of world music, our jazz, with all the contaminations of the case. Eleven tracks, including seven unpublished ones. The addition of Nando (Di Modugno), at the time of recording the CD, was illuminating, fantastic. He is an extraordinary musician and a very dear friend. We met many years ago, during a theatrical work with Nicola Piovani.

Fabio CeccarelliAre you planning a presentation tour for this new record project?

At the moment I have not been able to present the record in the right place and way. I must also admit that I do not like to knock on all doors. I take it with philosophy: if it must happen, it will happen. In the meantime I made another CD, Fabio Ceccarelli SOLO, where I play soundtracks, classics and more. An album that I call national-popular. I’m proposing it in some recitals, with good satisfaction. Perhaps, this is the most appropriate style to summarize my work. I hope, soon, to be able to do the same with Camminando.