“Universo chitarra…” Buon Compleanno, Julian Bream

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“Universo chitarra…”

Nell’universo della musica l’immagine della chitarra è piena di ombre e di luci. Le ombre sono figlie del fatto che la musica colta, nel suo sviluppo, ha lasciato per lungo tempo la chitarra ai margini, le luci sono frutto della grande effervescenza e dell’interesse diffuso che la chitarra va suscitando da qualche decennio. La rubrica che da questo mese si inaugura cercherà di gettare luce sulle ombre e di dare evidenza ad alcuni dei molti volti che il mondo della chitarra oggi presenta.

 

Buon Compleanno, Julian Bream
di Emanuele Segre

Julian BreamIl 15 luglio scorso Julian Bream, il grande chitarrista inglese, ha compiuto ottant’anni.

Chi ha avuto modo di ascoltarlo negli anni Settanta e Ottanta non può che ricordare l’incanto delle sue esecuzioni. Da un concerto di Bream si usciva avendo la sensazione di avere ascoltato qualcosa di unico per l’intensità, la varietà dei colori e l’emozione delle esecuzioni.

Dal suo debutto a Cheltenham il 17 febbraio 1947, all’età di tredici anni, al suo ultimo concerto ufficiale tenutosi a Norwich il 6 maggio 2002, Bream è stato uno dei capitoli fondamentali della rinascita della chitarra come strumento colto nel 20° secolo.

Bream ha operato su più fronti: da un lato ha ampliato il repertorio commissionando ed eseguendo brani scritti per lui, che hanno formato un corpus di composizioni di grande spessore. Bream ha potuto contare su una straordinaria generazione di compositori inglesi che prontamente hanno risposto alle sue richieste: Benjamin Britten, William Walton, Malcolm Arnold, Lennox Berkeley, Michael Tippett, Richard Rodney Bennett, Alan Rawsthorne, Peter Maxwell Davies, il tedesco Hans Werner Henze, autore delle due monumentali Sonate Royal Winter Music e il giapponese Toru Takemitsu.

Su un secondo versante, il liuto: sì, perché Bream è stato uno dei pionieri, se non il pioniere del recupero del liuto. A lungo, Bream ha diviso i suoi recital eseguendo sul liuto la prima parte e sulla chitarra la seconda.

Degne di memoria sono le collaborazioni con il tenore Peter Pears, con il chitarrista John Williams, con il clavicembalista George Malcolm e con l’attrice Peggy Ashcroft, nonché i concerti con il Julian Bream Consort di musica antica; va ricordato, naturalmente, il recupero di repertori poco o per niente battuti e la rilettura sempre fresca e innovativa del repertorio noto.

Negli anni Ottanta Bream si ruppe seriamente il braccio destro in un incidente d’auto. Da allora lo abbiamo ascoltato alle volte in serate meno felici, ma anche in quest’ultima fase della sua carriera riuscì sempre a comunicare qualcosa che non conoscevamo, che non avevamo mai udito prima, continuando imperterrito, il Maestro, a proporre nuovi programmi.

Ho avuto la fortuna di avere da Bream alcune lezioni in una masterclass nel Liechtenstein nell’estate dell’85. Provai un’emozione profonda nel farmi ascoltare da lui, e lui fu molto gentile. Suonava spesso durante le lezioni, e dalla sua chitarra le voci e le trame del discorso musicale, così come nei suoi concerti, risultavano sempre nitidissime, chiare.

Le interpretazioni di Julian Bream pongono il chitarrista inglese al vertice dell’interpretazione musicale del 20° secolo: erano profonde ma al contempo piene di esprit, il Maestro era colto ma sempre pronto a seguire il suo intuito esplosivo, in un connubio magistrale tra arditezza e integrità artistica.

 

Fra le innumerevoli interviste e pubblicazioni su Julian Bream, segnalo il libro:

Tony Palmer, Julian Bream – A Life on the Road, Macdonald & Co.

A differenza di tante autobiografie di musicisti, generalmente autocelebrative e stucchevoli, questa è ricca di considerazioni, descrizioni, spunti narrativi, sinceri e arguti.

 

Inoltre, sono degni di nota alcuni DVD:

Julian Bream – My Life in Music (Avie)

Una delle ultime produzioni di Bream. Un lunghissimo DVD in cui il musicista si racconta, suona alcune cose registrate apposta per questo video, mentre molto altro materiale è d’archivio e tratto da video precedenti.

¡GUITARRA! A Musical Journey through Spain (KULTUR)

Si tratta di materiale destinato a otto puntate per il canale televisivo inglese Channel 4 e dedicato al repertorio di musica spagnola dal 16° al 20° secolo. Le esecuzioni dei brani del ‘500 e del ‘600 sono sugli strumenti per i quali i brani erano concepiti: chitarra a quattro ordini di corde, vihuela, chitarra barocca.

Julian Bream Edition (RCA Victor Gold Seal)

Una raccolta di ben 28 CD, che racchiude gran parte del catalogo di registrazioni di Julian Bream.

Fra le numerosissime interviste, ce n’è una che giudico particolarmente interessante. La si trova in un vecchio fascicolo (numero 50, Spring 1982) della rivista americana Guitar Review.

 

Emanuele SegreIl chitarrista Emanuele Segre ha eseguito concerti a New York, Los Angeles, Boston, San Francisco, Parigi, Londra, Amsterdam, Vienna, Salisburgo, Praga, Berlino, Tel Aviv, Rio de Janeiro, Madrid, Roma, Istanbul, Varsavia, Seul, Tokyo, ecc.
Definito al suo esordio americano “a musician of immense promise” (The Washington Post), ha suonato come solista con Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca, con la English Chamber Orchestra diretta da Salvatore Accardo, la Rotterdam Philharmonic Orchestra, i Solisti di Zagabria, la European Community Chamber Orchestra, l’Orchestra da Camera Slovacca, la Süddeutsches Kammerorkester. Ha inoltre collaborato con l’orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Ha suonato in duo con Patrick Gallois.
È stato invitato a partecipare a prestigiosi Festival internazionali quale quello di Marlboro (USA), quello di Bratislava (Cecoslovacchia), di Stresa e MITO SettembreMusica (Italia), le “Semaines Musicales de Tours” e il “Festival de Radio France et de Montpellier” (Francia), il Festival di Bregenz (Austria).
Ha vinto numerosi concorsi, tra i quali, nel 1987 a New York, l’East & West Artists Prize che gli ha offerto il debutto alla Carnegie Recital Hall e il Pro Musicis International Award. Nel 1989 è stato selezionato per l'”International Rostrum of Young Performers” dell’UNESCO.
Jean Françaix gli ha dedicato il suo concerto per chitarra e orchestra che egli ha anche inciso per la casa discografica WERGO.
Segre ha registrato vari altri CD per la DELOS, CLAVES, AMADEUS e altre case discografiche.
Nato nel 1965, ha studiato con Ruggero Chiesa al Conservatorio di Milano, dove si è diplomato con lode e menzione speciale, seguendo successivamente corsi di perfezionamento con Julian Bream e John Williams. Ha studiato anche violino e composizione.
Emanuele Segre insegna presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giulio Briccialdi” di Terni.
Ulteriori informazioni su Emanuele Segre si possono trovare sul sito: www.emanuelesegre.it