Lezione n. 4 – Studi e repertori da adottare per i singoli studenti

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PartitureLa scelta degli studi e del repertorio per gli allievi è estremamente importante.

È una scelta che va fatta in modo mirato e in modo diverso per ogni singolo studente.

La nuova didattica universitaria prevede che i ragazzi che si iscrivono nei Conservatori siano già maggiorenni, in grado di suonare piuttosto bene e sufficientemente preparati per superare un test di ammissione. Per cui si ha di fronte un allievo già avanzato negli studi, di conseguenza il lavoro del docente risulta essere ancora più delicato e importante.

Nella prima lezione è necessario capire tutti i punti deboli dello studente e rafforzarli con studi e repertori adeguati. Gli aspetti artistico/musicali sui quali volgere maggiormente attenzione, al fine di rendere preparato l’alunno all’esecuzione, sono:

  1. conduzione del suono
  2. tecnica delle inversioni
  3. virtuosismo e agilità
  4. indipendenza delle dita
  5. musicalità
  6. diversità di tocco manuale
  7. capacità di lettura di ogni stile di musica

Analizziamo ciascuno dei seguenti punti:

Punto 1: non c’è cosa migliore che studiare brani organistici che vanno da Buxtehude a Bach e da Pachelbel a Mendelsshon. Suggerirei brani organistici classici composti per organo barocco e non romantico. Questo perché nella musica prebarocca, citiamo ad esempio le opere di Frescobaldi, Dowland, Purcell e Froberger, ci sono improvvisazioni dettate dalla filologia che non permettono agli studenti di avere una assoluta libertà di controllo del mantice e quindi una regolare pressione sul suono. Idem per il repertorio organistico romantico, ad esempio nelle opere Reger o Franck dove si prevedono crescendi e diminuendi (in quanto l’organo romantico ha la cassa espressiva in più rispetto a quello barocco). Dunque il repertorio tratto dal periodo barocco puro, prendiamo a modello quello di Johann Sebastian Bach, consente di controllare al meglio il suono affinché non si abbiano mai dei cedimenti o dei crescendi di volume.

Punto 2: si possono creare studi specifici appositamente per l’allievo al fine di migliorarne le inversioni. Anche con il punto 1 si può ottenere lo scopo, ma non prima di aver insegnato allo studente la postura dello strumento, la tipologia di cinte da adottare (che cambia a seconda dell’allievo), come usare le spalle, le gambe e il respiro.

Punto 3: è chiaro che bisogna focalizzare l’attenzione ed insistere sull’esecuzione del repertorio virtuosistico aumentando costantemente le velocità metronomiche. Naturalmente, le difficoltà subordinate alla graduale intensificazione di queste ultime, variano a seconda del livello di preparazione dello studente.

Punto 4: l’Indipendenza delle dita è un argomento importantissimo perché è legato imprescindibilmente al punto precedente. Ci sono studi molto impegnativi, anche di autori stranieri, che sono utili per l’indipendenza di ogni singolo dito. Rafforzare i muscoli delle dita e ad avere un controllo assoluto di esse consentirà di sviluppare anche il virtuosismo e l’agilità di esecuzione. Premetto che stiamo parlando di studi particolarmente faticosi e soprattutto noiosi, ma vanno pazientemente affrontati.

Punto 5: a volte ci sono allievi che hanno difficoltà a fare anche un rallentato… In questo caso è consigliabile, io direi addirittura obbligatorio, concentrarsi sullo studio del repertorio romantico semplice per capire non solo come si esegue un rallentato o un rubato, ma anche per imparare ad interpretare una frase musicale, quando inizia una melodia, quando termina ecc. Insomma, bisogna cercare di far usare allo studente non solo gli occhi, ma anche le orecchie per tentare di essere il più possibile musicale. Anche l’approccio con il repertorio barocco potrebbe essere molto importante per migliorare la propria cantabilità dando importanza, con degli appoggi, a temi, soggetti, cambi di armonica e quant’altro.

Andrea PennacchiPunto 6: i due tocchi fondamentali per un concertista sono il legato e l’articolato. Entrambi i modi di esecuzione non sono certo facili… Il legato si ha solo quando tra un suono e l’altro c’è una frazione di secondo dove questi si sovrappongono, ossia sono eseguiti in contemporanea. Durante l’esecuzione dei brani veloci questo processo diventa un po’ più complesso, ma con un’esercitazione costante paziente e diligente si può ottenere il legato desiderato. Per “allenarsi” sul tocco articolato penso che lo studio dei brani di Domenico Scarlatti, così come quelli dello stesso Bach nella versione cembalistica, possa aiutare notevolmente il musicista a perfezionare la propria tecnica di esecuzione. Uno studio metodico del repertorio tramandatoci da questi due grandissimi autori può risultare molto utile anche per velocizzare e rendere agili le dita delle mani.

Punto 7: oggi l’allievo, per inserirsi più facilmente in ambiti artistico-professionali di vario genere, necessita di una completa formazione musicale che va dal barocco al contemporaneo, dal jazz alla musica leggera. Accade spesso che alcuni studenti abbiano delle difficoltà ad affrontare pagine musicali contemporanee di estrema difficoltà, così come risultano soventemente disorientati nell’accompagnare un attore o una voce recitante con due banali accordi. Il vantaggio dei nuovi ordinamenti nei Conservatori, oggi, è quello di poter seguire materie come jazz, musica leggera, pop, improvvisazione ecc. Tutti questi stili arricchiscono ulteriormente la formazione classica dell’allievo e consentono, allo stesso, l’opportunità di operare in diversi settori musicali.

Ultimamente ho notato che alcune scuole di fisarmonica adottano piani di studi fatti quasi esclusivamente di musica barocca e musica contemporanea. A mio parere penso si tratti di un errore, primo perché entrambi gli stili non permettono allo studente di migliorarsi tecnicamente e musicalmente e secondo perché una volta divenuti professionisti, avranno grosse difficoltà nell’inserirsi in ambiti artistici di vario genere.

Credo fermamente, e ne sono persuaso, che ogni studente debba essere in grado di suonare opere barocche di notevole importanza, musica classica, romantica, leggera, del ‘900 e musica contemporanea che non è solo quella di scrittura estrema, ma anche il frutto di intuizioni di autori come Zubitsky, Solotarev, Angelis, Kusjakov ecc. Essere in grado di eseguire le opere di uno di questi autori sopracitati significherebbe risolvere tutti i propri limiti tecnici e raggiungere il massimo livello artistico quale fisarmonicista. Non ci sono metodi migliori a mio punto di vista!