Victor Prieto “…un fisarmonicista e compositore diabolicamente bravo”

194

Ci sono  musicisti che vengono classificati al di là delle categorie nei sondaggi dei giornali. Sono spesso musicisti che si trovano in una zona così speciale che ci sono pochi colleghi rispetto al loro talento. Victor Prieto appartiene a questa lista. Nominato ai Grammy, Victor Prieto è stato definito dal New York Times “…un fisarmonicista e compositore diabolicamente bravo” e da The All About Jazz “…uno dei migliori  fisarmonicisti jazz dei giorni nostri”. Con il suo stile interpretativo e con una rivoluzione tecnica e sonora ha cambiato il modo in cui musicisti e spettatori vedono la fisarmonica (Chord approach on both hands). Il suo amore è la musica tradizionale galiziana, ma la sua formazione “classica” gli consente di arricchire le sue composizioni con ritmi esplosivi e colori unicamente combinati con molteplici altri generi quali ad esempio il Galician roots, Celtic, Brazilian, Jazz, Tango e musica classica. Victor collabora attivamente sui palchi di tutto il mondo con Yo-Yo Ma (Songs of Joy and Peace, Sony BMG Masterworks. “2010 Grammy Winning Album”), Arturo O’Farrill Latin Jazz Orchestra, Cristina Pato, The Maria Schneider Orchestra, Emilio Solla (“Second Half” 2014 Grammy Nominated album) Paquito D’Rivera, Chris Cheek, Christian Howes. Tiene masterclass in USA – “Playing outside the Box” (Berklee College of Music), Spagna, Italia, Portogallo ed è capo dipartimento di fisarmonica jazz presso il Conservatorio di Brooklyn (New York). Tra i suoi premi ricordiamo: The Creative Performer award ricevuto da Spanish Association of Artists and Performers e il primo premio CMZK’s Concourse of Composition. Victor Prieto ha una laurea in fisarmonica jazz conseguita al Nerklee college of Music, dove ha studiato grazie ad una borsa di studio e un diploma in fisarmonica classica ottenuto a Ouresnse. È l’unico ad  avere tale titolo nella fisarmonica jazz, poiché il Berklee College of Music non prevede, all’interno della programmazione dei corsi, classi di fisarmonica. Disinibito da queste circostanze, Victor si è creato il suo proprio percorso di studi, trasportando gli insegnamenti dei docenti sul proprio strumento.

 

 

Victor PrietoSicuramente una tra le figure artistiche di maggior rilievo oggigiorno, sei un musicista che ha portato il jazz sulla fisarmonica e lo insegna agli altri. È stato difficile trasportare nozioni teoriche su uno strumento che non ha un suo metodo proprio?

Mi piacerebbe iniziare così: il jazz è un tipo di musica che abbraccia molti altri stili. La grande maggioranza delle canzoni trasmesse in radio oggigiorno hanno un’armonia moderna che viene dal jazz. Quando ho iniziato a studiare jazz con la fisarmonica, il più grande ostacolo che ho incontrato non è stata la teoria, le informazioni, ma l’inadeguatezza degli insegnanti, la mancanza di rispetto per la fisarmonica, di immaginazione e di dialogo tra gli strumenti… È stato un disastro! Una volta trovato un buon insegnante, capisci come trasportare le nozioni teoriche e come devi lavorare per raggiungere i tuoi obiettivi.

Hai studiato al Berklee College con altri musicisti. Come e in cosa in particolare ti ha influenzato?

Il Berklee College è stata una delle mie migliori esperienze da quando sono a New York (più di 15 anni), avendo suonato con i più grandi musicisti della scena internazionale. Andai a Berklee per studiare jazz grazie ad una borsa di studio, ma trovai un problema… Berklee non offriva alcun tipo di corso per fisarmonica! All’inizio mi proposero di suonare il pianoforte o l’hammond B3… Una battaglia durata quasi 2 anni fino a quando intuirono le mie capacità, la mia attitudine, la mia irrefrenabile passione e che era impossibile farmela togliere di dosso. Così nel 2002 divenni il primo fisarmonicista laureato in jazz al Berklee College! La fisarmonica aveva vinto la sua battaglia.

Ho avuto tanti grandi insegnanti in questa scuola, ma quelli che hanno cambiato la mia visione e concezione di musica sono stati il bassista Oscar Stagnaro e il pianista Joanne Bracken.

Hai anche maturato un diploma in fisarmonica classica conseguito a Ourense (Spagna). Ti è stato utile? In cosa pensi ti abbia aiutato nel suonare la fisarmonica?

Naturalmente, la musica classica è un must per qualsiasi strumentista, per la tecnica, per capire come affrontare diversi stili musicali. Bach, Mozart, Scarlatti mi hanno aiutato tantissimo nel comprendere il contrappunto e svilupparlo nell’improvvisazione.

La fisarmonica è considerata, ahimè, ancora solamente uno strumento popolare. È così anche negli USA? Com’è la situazione per la fisarmonica e per i fisarmonicisti?

Si, negli USA è considerata tale, anche più che in Europa, ma fortunatamente si sta diffondendo un sempre crescente interesse per il suo impiego nel jazz.

Quali sono i tuoi maggior traguardi da esecutore?

Voglio continuare a comporre, registrare, essere coinvolto in nuovi progetti e sviluppare tutto quello che ho fatto finora. Mi piace girare e voglio condividere le mie idee con i musicisti oltre frontiera, anche se suonano altri strumenti e, a tal proposito, il 4 Novembre 2015 terrò un incontro proprio al Berklee College con musicisti che non suonano la fisarmonica.

Quali sono le differenze tra suonare jazz e insegnarlo? Come fai ad insegnare qualcosa che richiede le proprie idee e la personalità degli esecutori, oltre ad una grande preparazione e conoscenza dell’armonia?

La differenza è enorme. Puoi essere un esecutore eccezionale e un pessimo insegnante. Lo sappiamo tutti! Il jazz è un vocabolario, una nuova lingua che devi parlare e dunque imparare. Una volta apprese le parole di base, puoi iniziare ad aggiungere le tue idee e la tua creatività.

Io credo che chiunque voglia avvicinarsi a questo stile debba avere una buona conoscenza dell’armonia moderna o jazz. È importante farlo nel modo giusto, senza perdere tempo… Non ci sono strade o libri magici, necessita frequentare una scuola e iniziare con l’armonia, improvvisazione, ensembles, ear training, ritmi, stili…

Victor PrietoIl prossimo anno sarai in Europa per delle masterclass. Su cosa saranno focalizzate?

Le lezioni, in inglese e spagnolo, avranno luogo a Ourense in Spagna e potranno accedervi solamente 8 studenti per gruppo, così da poter ottimizzare il tempo da dedicare ad ogni singolo allievo. Gli incontri dureranno 2 giorni per un totale di 10 ore di lezione e alla fine i ragazzi suoneranno con una sezione ritmica. Insieme analizzeremo i seguenti punti:

  • Modi, Scale, Pattern
  • Improvvisazione e fraseggio nei diversi stili: Bebop, Blues, Jazz, Brazilian, Traditional tango, New tango (Astor Piazzola), Latin jazz, Funk e improvvisazione contrappuntistica, usando 3 voci o più
  • Come usare i registri di entrambi i manuali per ottenere diversi colori e sonorità
  • Formazione di accordi, come costruirli. Posizioni vicine o aperte, Poly chords, strutture superiori… Analizzeremo anche il mio libro “Chord approach on both hands” dove sono spiegate tecniche avanzate per costruire accordi e richiede dunque una buona conoscenza dell’armonia
  • Come accompagnare e i suoi diversi modi a secondi dello stile in cui stai suonando. Io spiegherò un modo facile per accompagnare che gli studenti riusciranno a mettere in pratica nei giorni stessi della masterclass
  • Mostrerò la fisarmonica in differenti situazioni musicali
  • Come suonare in solo, in duo o in trio. La fisarmonica deve interagire in modo totalmente differente a secondo degli strumenti con cui sta suonando.

Tutte queste nozioni cambieranno la concezione che avete della fisarmonica e che ancora molti fisarmonicisti conservano. L’obiettivo principale delle mie lezioni è far capire come trasportare le nozioni sulla fisarmonica, così che potrete poi andare a lezioni da diversi maestri, anche non suonando il vostro strumento. (Per maggiori informazioni sui corsi masterclass@victorprieto.net – https://vimeo.com/137056177).

Qual è, secondo te, la migliore qualità per essere un buon musicista jazz?

Non lo so, ci sono molti grandi musicisti jazz. La cosa più importante è essere sinceri con sè stessi.

Un aspetto molto importante del jazz è la comunicazione, infatti sei coinvolto in progetti anche con altri musicisti. Parlacene…

Una volta laureato, nel 2002, mi sono trasferito a New York per sviluppare ancora di più le mie idee musicali. Ho potuto godere di moltissimi “momenti di musica”, suonando diversi generi e ho imparato molto da queste esperienze. Se oggi sono il musicista che sono, lo devo grazie a tutte queste sperimentazioni, perché mi hanno insegnato a interagire, comunicare e ascoltare.

Uno dei progetti di cui sono orgoglioso è il mio Trio, in cui vengono applicati i 3 punti fondamentali: interazione, comunicazione e ascolto. Il risultato è un’alta comunicazione e interplay tra i musicisti dove nessuno strumento è più importante dell’altro.

Come sempre, un’ultima domanda… Perché la musica per Victor Prieto?

Perché me lo chiedi… C’è qualcosa di meglio della musica?

 

Per maggiori informazioni su Victor Prieto visitare il sito www.victorprieto.net