Tecnica Moderna per Fisarmonica (Pop – Jazz – Tradizionale)

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Tecnica Moderna per Fisarmonica (Pop - Jazz - Tradizionale)Cosa si può recuperare didatticamente da uno strumento popolare come la fisarmonica, testimone di una tradizione musicale orale che si sta ormai sfilacciando come mostra l’eloquente immagine di copertina di questo libro? Questa sicuramente è in primis la domanda che Virginio Aiello si sarà posto nell’ideare la sua ultima fatica editoriale dedicata appunto a quest’aerofono a mantice che sempre più prepotentemente sta entrando nei gusti musicali delle giovani generazioni. D’altra parte la musica della tradizione popolare, nata come fenomeno rituale, collettivo e improvvisativo, si sta sempre di più consegnando all’individualità, promossa dall’industria mediatica del consumo. In molte culture l’improvvisazione è nata come fenomeno collettivo e solo all’interno di questa collettività c’è stata la selezione dei musicisti più talentuosi; ne sono un esempio, le culture musicali del continente africano (che hanno tra l’altro dato origine anche al linguaggio blues e jazz), il Gamelan indonesiano ma, a ben guardare, anche la musica autoctona calabrese, terra di provenienza dell’autore. Basti pensare a quanto avviene musicalmente durante i festeggiamenti della Madonna del Pettoruto a San Sosti (CS) o di San Rocco a Gioiosa Jonica (RC). In tali contesti, strumento principe è l’organetto diatonico, parente stretto della fisarmonica, lo strumento destinatario di questo lavoro. Le suonate per organetto nella tradizione dell’Italia meridionale possono durare anche diverse ore e l’abilità del suonatore è quella di variare continuamente una formula ritmico-melodica che resta nell’ambito dell’ottava. Tale procedimento è definito “passata” poiché definisce il passaggio della mano sulla tastiera in pochi secondi equivalenti, più o meno, al tempo di una misura  di 12/8. Di tale tecnica sembra ricordarsi l’autore nel proporre gli esercizi dal n.1 al n.8 dove riporta alcuni patterns melodici con delle varianti da eseguire in tutte le tonalità e sfruttando le possibilità modulatorie e cromatiche peculiari della fisarmonica rispetto all’organetto. Nell’esercizio n.11 introduce il concetto armonico di triade che melodicamente è l’arpeggio sui gradi della scala: anche in questo caso l’allievo è invitato a trasportare gli esercizi in tutte le tonalità.  Nell’esercizio n.9 l’autore propone una serie patterns ritmici molto utili per avvicinare, in questo caso, alla pronuncia musicale pop e jazz, di sicura attrazione per i giovani studenti di fisarmonica. A seguire sono riportate delle tabelle contenenti le scale e gli accordi costruiti su tutti i gradi e in tutte le tonalità; dal n.10 al n.25 vengono riportati degli esercizi di applicazione armonica, a scorrimento scalare, arpeggi basati su quanto riportato nelle tabelle. In particolare dal n.20 al n.22 l’autore inserisce un basso scalare sincopato molto seducente in una prospettiva musicale jazz e pop.

Virginio AielloDall’esercizio n.26 in poi inizia la parte più interessante del lavoro: quella che riguarda gli esempi di elaborazione motivica attraverso variazioni melodiche e ritmiche e che introducono direttamente l’allievo ad un’ottica improvvisativa sia di tipo melodico che armonico e modale. A volte anche adottare una nuova terminologia nella teoria musicale, può aiutare a capire in modo funzionale un determinato procedimento; in proposito, molto interessante è avere introdotto i termini di “nota accordale” (in luogo di nota reale) e di “nota di aggancio” (in luogo di appoggiatura), laddove l’autore si fa promotore di una originale  metodologia di variazione della melodia. Quello che dal canone classico è considerato “sbagliato” nella tradizione come nel pop o nel jazz, è spesso, non solo la norma, ma e ciò che da origine a altri “concetti” musicali – per dirla con Merriam – che, specialmente in una prospettiva didattica, possono aprire nuovi orizzonti. Al di là delle rigide dicotomie di un linguaggio musicale cristallizzato (maggiore/minore, ternario/binario, ecc.) nelle tradizioni orali le contrapposizioni spesso convivono e si piegano alle esigenze espressive, agli aspetti organologici insiti nella forma fisica di alcuni strumenti musicali, oppure alle circostanze contingenti e rituali. Lo studente di musica accademico oggi rischia un isolamento rispetto al mondo musicale che lo circonda che, al contrario, è fatto da una collettività che però spesso perde di vista l’individuo: “un cervello senza corpo, un corpo senza cervello” secondo l’efficace metafora di Dusan Bogdanovic. Ecco allora l’utilità di questo lavoro, sistematico e progressivo, in cui l’autore unisce la sua sapienza musicale al sapersi  guardare intorno ma scongiurando il pericolo dell’alienazione. Non è raro il caso in cui uno studente di musica, che segue studi di tipo accademico, trovi poi difficoltà ad eseguire una breve improvvisazione su una semplice struttura accordale o a tenere a lungo, variandola continuamente, una forma ciclica basata su due soli accordi. Piazzolla è riuscito a far rivivere una forma ormai canonizzata come quella del tango proprio inserendovi l’elemento improvvisazione e l’autore, anche apprezzato musicista e compositore, rappresenta un degno continuatore di questa tradizione.

 

Prof. Francesco Domenico Stumpo

 

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