Adamo Volpi (1911 – 1980) – settima parte

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Pastorale Suite (1958, Londra, M.A.P.)

 

INTRODUZIONE

A conclusione della disamina dei lavori per fisarmonica più significativi di Adamo Volpi, ci addentriamo in un settore forse meno noto, ma fondamentale della letteratura di ogni strumento: la musica didattica. Anche in questo campo il Maestro cremonese ha lasciato, a nostro parere, tracce importanti da non dimenticare. A parte il manuale (purtroppo) incompiuto “L’armonia spiegata ai fisarmonicisti”, il grande organista scrisse alcune raccolte di brani pedagogici dedicati ai giovani esecutori per i primi anni di studio: “Pinocchio Suite”, pubblicata a Londra (M.A.P. 1954), che descrive musicalmente – attraverso sei piccoli pezzi – la storia del celebre burattino e “I bimbi danzano”, una raccolta di cinque ballabili, edita ad Ancona (Farfisa 1959). Entrambe le pubblicazioni ebbero – ed hanno tuttora – una buona diffusione; della Suite collodiana fu anche scritto, da Adrian Dante[1], un interessante “saggio” pubblicato nella rivista inglese World Accordion Review; ma l’opera pedagogica più interessante, anche se forse meno famosa, è la “Pastorale Suite”, anch’essa pubblicata a Londra, dalle edizioni M.A.P. (Modern Accordion Publications) nel 1958, esattamente 60 anni orsono.

Pastorale Suite - Adamo Volpi (cover)Si tratta di una raccolta di sette piccoli quadretti ispirati, come ovviamente sottintende il titolo, alla natura, al mondo agreste. L’opera, di matrice romantica, si stacca abbastanza decisamente dalle altre consimili e coeve, scritte pure da valenti musicisti/didatti come L.O. Anzaghi, Stajano, Lanaro, Lupo, Goi, Cambieri (solo per rimanere in Italia), in quanto i brani fisarmonicistici destinati all’infanzia, o per lo meno ai debuttanti, prodotti negli anni Quaranta e almeno fino agli anni Sessanta, erano basati sostanzialmente sulle forme di danza, o tutt’al più di marcia, più o meno stereotipate. Con la “Pastorale Suite”, Volpi allarga per così dire il raggio d’azione, concentrandosi non solo sulla relativa facilità d’esecuzione, o su un rangedi poche note, come nelle altre opere didattiche citate, ma creando veri e propri pensieri musicali “a misura di bambino”… In quel periodo storico solo Felice Fugazza, con le proprie opere pedagogiche (v. Pierino si diverte e I successi di Pierino), raggiungerà livelli didattico/musicali altrettanto validi ai fini di una autentica formazione artistica dello studente fisarmonicista.

Crediamo che tali brani possano inserirsi in quel filone della letteratura musicale didattica nato in epoca romantica e caratterizzato soprattutto da musica pianistica, che dai capolavori di Schumann – pensiamo alle Kinderszenen op. 15 [2]o all’Album per la gioventù op. 68, creato nel 1848 per insegnare i fondamenti dell’espressione musicale – e Mendelsshon (Sechs Kinderstücke), passando per autori francesi tra fine Ottocento e primo Novecento quali ad esempio Bizet (Jeux d’enfants), Debussy (Children’s Corner), Ravel e Satie, giungerà poi agli autori dei Paesi dell’Est europeo e russi [3], come Bartók, Kabalevski, Shostakovic, Stravinskij e altri. In particolare la tradizione sovietica confluirà anche in un interessante repertorio didattico per fisarmonica, grazie ad autori come Chajkin, Zolotarjow, ecc.

Ritornando alla “Pastorale Suite” di Volpi, essa può essere considerata una sorta di piccolo (forse primo) esempio di “musica a programma” per giovani fisarmonicisti. In effetti l’opera è un semplice affresco che, in sette scene, illustra musicalmente una ideale giornata immersi nella natura.

 

BREVE ANALISI E COMMENTI

La Suite si compone di sette brani: Il Cucù, Il vispo passerotto, Risveglio nel bosco, Lode al Creatore, Il ruscello chiacchierino, Canto di pastorello e Silenzio della natura.

Il quarto pezzo, Lode al Creatore, è eccezionalmente per canto e fisarmonica; ciò crediamo rappresenti un unicum nel panorama didattico fisarmonicistico dell’epoca e non solo!

Il linguaggio musicale impiegato è, coerentemente, quello solito all’autore, ovvero classico-romantico.

L’estensione della tastiera destra, richiesta per l’esecuzione di tali brani, va da La2 a Fa5, quindi quasi tre ottave. Le tonalità impiegate: Do maggiore (per quattro brani), La minore, Sol maggiore e Fa maggiore. La tastiera destra, oltre al ruolo ordinario di “canto” – quindi di linea melodica – impiega sovente due voci; a volte gli sono affidati bicordi o anche accordi (triadi). La sinistra, oltre al consueto lavoro di bassi e accordi – alternati o uniti – offre passaggi di “bassi soli”, ma anche di soli accordi, ed è questa una delle particolarità tecnico/didattiche più interessanti dell’opera, che la rendono valida ancor oggi per lo studio della tastiera sinistra “standard”, a bassi e accordi precombinati.

Pastorale Suite - Adamo Volpi (estratto 1)Esaminiamo ora, piuttosto sinteticamente, i singoli brani.
Il pezzo d’apertura, Il Cucù, è un Andantino caratterizzato dal richiamo onomatopeico del cu-cù, ovvero l’intervallo di terza minore. Da rimarcare l’intelligente uso dei “soli accordi” a sinistra e l’impiego vario delle dinamiche, che vanno dal f al pp.

Anche nel secondo brano, Il vispo passerotto, in tempo di Valzer, è presente un effetto onomatopeico che richiama il verso del passero: “cip-cip”, come indicato nel testo, ottenuto con bicordi staccati di 2a maggiore sulle note acute Re5-Mi5. Anche in questo pezzo è richiesta una resa piuttosto diversificata delle dinamiche: dal mf al ppp e quindi una cura particolare del suono.

Pastorale Suite - Adamo Volpi (estratto 2)Segue poi uno dei brani più interessanti della raccolta: Risveglio nel bosco, un Allegretto giocoso che evidenzia un uso creativo e differenziato del manuale sinistro: infatti la m.s., oltre ad accompagnare con bassi e accordi, offre alcuni passaggi di “bassi soli” e, soprattutto, di “accordi soli” – con funzione melodico-armonica – in risposta alla frase del manuale destro, come “eco”.

Il quarto pezzo (Lode al Creatore), come accennato, è eccezionalmente scritto per canto e fisarmonica. Si tratta di un Andante religioso, in Fa maggiore; una semplice ma sincera preghiera che testimonia la religiosità del compositore. Il brano presenta nella prima parte una scrittura polifonica: due voci alla tastiera destra con bassi soli alla sinistra, che sembrano alludere al manuale a “note singole”; la seconda parte presenta invece una linea melodica a destra, con accordi, o bassi e relative armonie, alla m.s. Pastorale Suite - Adamo Volpi (estratto 3)La parte vocale richiede inaspettatamente una estensione notevole, in rapporto alla destinazione didattica dell’opera, dal Do3 al Sol4 (La4 facoltativo), ovvero una tessitura quasi da soprano. Si potrebbe supporre che l’autore prevedesse, per questo pezzo, una utile esercitazione per apprendere l’arte dell’accompagnamento al canto, la cui parte peraltro si può anche considerare facoltativa, in quanto la stesura fisarmonicistica racchiude in sé anche la melodia principale.

Pastorale Suite - Adamo Volpi (estratto 4)Il brano successivo, Il ruscello chiacchierino, è un altro tipico pezzo che, con il suo continuo movimento di crome “scorrevole e ben legato”, intende descrivere il vivace fluire dell’acqua. Anche questo pezzo, in tempo ternario, richiede una gran varietà di colori e sfumature sonore: dal f al pp.

Il seguente Canto di pastorello è una mesta melodia accopagnata, in La minore, andamento lento (Largo) e tempo composto (6/8). Il brano è caratterizzato da tenui e soffuse dinamiche (p – pp) ed è l’unico in cui, nel titolo, compare un soggetto umano.

Il pezzo che chiude la Suite – e anche l’ipotetica giornata a contatto con il mondo agreste – è un Larghetto in Sol maggiore che efficacemente evoca il Silenzio della natura.

 

CONCLUSIONI

La “Pastorale Suite” di Adamo Volpi si può considerare dunque una delle prime significative opere pedagogiche pensate per la fisarmonica; e se oggi, a 60 anni dalla pubblicazione dell’opera, lo strumento, almeno nella sua versione “classica”, si presenta con maggiori potenzialità tecnico/foniche – soprattutto nel manuale sinistro, grazie all’adozione dei cosiddetti “bassi sciolti” – la validità e l’utilità della raccolta restano sempre immutate grazie al contenuto tecnico e musicale.
Non sarebbe dunque “fuori luogo” pensare ad una revisione di questi brani per l’attuale fisarmonica a note singole, o anche ad un arrangiamento/trascrizione per fisarmonica e altro/i strumento/i.
Alcune delle piccole composizioni che compongono la Suite – e precisamente Risveglio nel bosco, Il vispo passerotto, Canto di pastorello e Il Cucù – sono state registrate e inserite nel CD La musica di Adamo Volpi (v. discografia sotto), eseguite dai giovani fisarmonicisti Gloria Nobili, Luigi Bazzucchi e Carlo Sampaolesi, in occasione della Serata finale della Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”, promossa dall’associazione Nuovo C.D.M.I. (Centro Didattico Musicale Italiano) e svoltasi a Loreto in occasione del centenario della nascita del musicista.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

Assandri Giordano – Ruggeri Marco, Adamo Volpi. Musiche per il Santuario di Loreto, N.E.C. (Nuova Editrice Cremonese), 2010;

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Brannelli Gina, Adamo Volpi, AWW news report, su www.accordionsunlimited.co.uk, 2006;

Mugnoz Alessandro, La musica di Adamo Volpi. Serata finale della Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012;

Strologo Sandro, Adamo Volpi. Organista, concertista e compositore, Loreto, Fondazione CARILO Cassa di Risparmio Loreto, 2011;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997.

 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

– CD La musica di Adamo Volpi. Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012.

 

[1]Adrian Dante (vero nome Dante Adriano) nato nel 1914 a Londra da genitori italiani e morto nel 2005, una delle più eminenti personalità britanniche nel campo musicale e in particolare fisarmonicistico, è stato didatta, compositore, arrangiatore, fisarmonicista, impresario, editore, discografico.
[2]Le Kinderszenen (Scene infantili, 1838-39) di Schumann sono una raccolta di 13 sublimi brani, nei quali l’autore cercò di esprimere musicalmente gli stupori, le speranze e le fantasie del mondo infantile. In realtà l’opera non è propriamente musica didattica, in quanto i diversi brani si possono considerare dei veri e propri pezzi da concerto; quindi musica d’ascolto, ma pensata e da “sentire” con gli occhi (la mente e il cuore) di bambini.
[3]cfr. Elena Indellicati, Oggi vi parlerò dei bambini musicisti. Il bambino e il pianoforte nella cultura della società borghese europea fra Ottocento e Novecento, Bologna, Ut Orpheus Edizioni, 2000.