Felice Fugazza (1922 – 2007) – quarta parte

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… segue Preludio e Fuga (1948, Ancona, Farfisa)

GianFelice Fugazza - Preludio e FugaIn definitiva come scrisse lo stesso autore in una intervista rilasciata ad Aleksi Jercog, all’interno del suo libro “Super VI Scandalli – Una fisarmonica nella storia”, a proposito del Preludio e Fuga, si tratta di una composizione «classica nella forma, logica nello sviluppo e trasparente nell’esecuzione con i timbri dello strumento».

– Altri Preludi e Fuga

Dopo Fugazza, vari altri autori hanno composto brani simili per fisarmonica, dalla testura polifonica anche se con differenti atteggiamenti stilistici.

Ricordiamo, in ordine cronologico (e/o alfabetico), l’inglese George Barton che pubblicò Toccatina and Fugue (1953) e Prelude and Fugue in A minor op. 1, n. 2 (1965); Emilio Cambieri (1907-1967) con Trittico polifonico (Preludio, Toccata e Fuga) del 1955; l’ucraino Nikolaj Chaikin (1915-2000) che compose Otto Preludi e Fughe (in Do M, Re m, Mi M, Fa m, Sol M, La m, Si M, Do m) per bajan e che inserì nella nota “Suite da concerto” un Preludio e Fuga nei primi due movimenti; il tedesco Hans Lang (1897-1968) con Preludium und Fuge in C (1951); l’ungherese Matyas Seiber (1905-1960) con Präludium und Fuge in a-Moll im Stile Buxtehudes; il polacco Tadeusz Natanson (1927-1990) che scrisse Preludium, Gawot i Fuga (1966); poi lo slovacco Jozef Podprocky (1944-?) con Canone and Fuga pubblicatio nel 1976; due autori della Repubblica Ceca: Jana Obrovska (1930-?) che compose nel 1978 un suo Preludium a Fuga e Jiri Rada (1930-?) con Preludium, kanon a fugato. Hanno inoltre scritto fughe per fisarmonica, staccate o inserite in raccole varie, autori quali Hugo Herrmann (1896-1967), pioniere/fondatore della letteratura fisarmonicistica tedesca, il quale come studio n. 4, inserì una Fuga chromatica nei suoi “Konzertetüden” del 1946; Pasquale Carlo Stajano (1894-?) che pubblicò una Fuga a due voci in sol minore (1951); Vittorio Melocchi (1900-1967) che scrisse una Fuga in la minore (1961); il canadese Talivaldis Kenins (1919-?) con 3 Fugues for Accordion (1971); il russo Anatoly Kusjakov (1945-2007) che scrisse Fuga e burlesca (1981)[1].

Tuttavia la composizione di Fugazza, nell’ambito del genere, crediamo rimanga a tutt’oggi la più eseguita, o comunque una delle più eseguite; come dimostrano anche le ricerche sulla rete e, in particolare, i numeri dei video su YouTube.

– Gli interpreti

Gervasio Marcosignori - copertina discoIl Preludio e Fuga di Fugazza effettivamente ebbe, ed ha tuttora, una discreta diffusione internazionale: come pezzo d’obbligo in vari concorsi, nei programmi didattici di molte scuole e quindi nei saggi, nei concerti. A livello concertistico uno dei primi – e più significativi – interpreti è stato Gervasio Marcosignori, amico e collaboratore dell’autore, in seno alla Farfisa. Come ebbe a scrivere Melocchi: «Marcosignori ne ha fatto una mirabile interpretazione sui dischi “Farfisa”: ascoltatelo, vi servirà da modello»[2]. L’interpretazione, effettivamente notevole, del “poeta della fisarmonica” è stata registrata in vari supporti: dai dischi in vinile – 45 e 33 giri – all’audiocassetta, fino al CD (vedi discografia). Lo stesso fisarmonicista raccontò in varie occasioni, e rilasciò scritto ufficialmente in una intervista: «Con la mia tecnica esecutiva e con la disposizione dei registri del Super VI […] nel Preludio e Fuga di Fugazza, per esempio, cambio i registri per ben sessantadue volte. Rispetto ad una esecuzione con i bassi sciolti (o, per meglio dire, liberi) posso far suonare più ottave o accordi di tre, sei o nove note, pur premendo un solo pistoncino. Ad un primo momento questa mia tecnica, che prevede il cambio frequente dei registri, può sembrare difficile, ma risulta necessaria»[3]. Il tutto per ottenere coi “bassi standard” la corretta altezza delle note, relative al profilo melodico del “basso”, e contemporaneamente mantenere l’esecuzione, diremmo oggi, “filologica” degli accordi precomposti segnati in partitura; ciò attraverso una sonorità piena e robusta, difficilmente ottenibile utilizzando la sonorità, a due sole “voci”, delle note singole.
Altro interprete notevole è stato Giacomo Bogliolo, già allievo di Fugazza, che ugualmente incise il brano su disco (v. discografia). Altri fisarmonicisti che hanno registrato il brano su disco sono stati Massimo Devò, Salvatore Pili – in un suo arrangiamento per “fisarmonica e orchestra” – e più recentemente Matteo Valtolina, la cui interpretazione è contenuta nel CD “Gian Felice Fugazza”, che offre – per la prima volta – un’ampia panoramica della produzione del musicista pavese per fisarmonica sola; produzione realizzata nel 2015 dagli studenti del Conservatorio di Milano “diretti” dal Maestro Sergio Scappini.
Altri interpreti si possono ascoltare sulla rete, ad esempio su YouTube, dove tra gli altri ricordiamo Giancarlo Caporilli, Antoni Kwiatkowski e Runar Wold, il quale impiega la fisarmonica digitale Roland V-Accordion Fr-7x con il “Dallapè liturgica Set”.
Ci piace infine ricordare anche una significativa ed emozionante esecuzione del brano, avvenuta al Teatro Sociale di Stradella nel novembre 2015, in occasione della “Rassegna GianFelice Fugazza” organizzata dall’associazione Nuovo C.D.M.I. in collaborazione con il Comune di Stradella. In quell’occasione il quartetto di fisarmoniche ospite, composto da Michele Bracciali, Augusto Comminesi, Massimo Pitzianti e Sergio Scappini, interpretò il Preludio e Fuga con Michele Marenco che eseguì proprio con la storica e prestigiosa “Organfisa – liturgica”, opportunamente restaurata (dall’artigiano Claudio Beltrami) per l’occasione.

Concludendo, riteniamo che questa opera di Fugazza possa assumere ancor oggi una notevole valenza didattica, oltre che storico-musicale, perché piuttosto indicata come “studio polifonico” – a prescindere dal “sistema”, o tipo di tastiere, usato – e quindi utile anche come preparazione allo studio delle fughe “classiche” di Johann Sebastian Bach.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Melocchi Vittorio, Le composizioni per fisarmonica di Felice Fugazza, in periodico “Fisarmonica”, Ancona, Farfisa, 1963;

Mugnoz Alessandro, Ricordo di GianFelice Fugazza, articolo nei periodici Fisarmoniae, Osimo (AN), Brillarelli, 2007 e in Strumenti&Musica, Spoleto (PG), ArsSpoletium, 2007;

Strologo Sandro, a cura di, Gian Felice Fugazza. Il musicista poliedrico, Recoaro Terme (VI), P.A., 2017;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997.

Jercog Aleksi, Super VI Scandalli. Una fisarmonica nella storia, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 2004.

 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE (lavori discografici in cui è inserito il Preludio e Fuga di Fugazza)

– Disco 45 giri Fugazza, Preludio e Fuga – ?, Gervasio Marcosignori, fisarmonica, Ancona, Farfisa, 1951?;

– Disco 33 giri/audiocassetta Accordion Showpieces, Gervasio Marcosignori, fisarmonica, Londra, Decca Eclipse, 195?/1972?;

– CD Super VI Scandalli. Una fisarmonica nella storia, Gervasio Marcosignori, fisarmonica, abbinato al libro omonimo, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 2004.

– CD Salvatore Pili, Fisarmonica e Orchestra, Salvatore Pili, fisarmonica, Cagliari, autoprodotto, 2013.

– CD La musica di Gianfelice Fugazza, Matteo Valtolina, fisarmonica, Caselle di Altivole (PG), Physa, 2015. Registrazione “Live” effettuata il 22/09/2015 nella “Sala Verdi” del Conservatorio di Milano; Art Director: Sergio Scappini.

 

[1]In tempi più recenti, ovvero nel nuovo millennio, abbiamo ancora il ceco Jan Ded (1936-) con Preludium a Fuga (2000); l’italiano Andrea Vezzoso (1978-?) che ha scritto Preludio, Fuga e Postludio (2009) e il polacco Rafal Zalech (1988-?) con il suo Preludium i Fuga del 2012. Quest’ampia panoramica, peraltro non esaustiva, fa capire come questa storica forma, lungi dall’essere solamente un “banco di prova” scolastico, rappresenti in qualche modo un’affascinante sfida per i compositori di ogni tempo, tanto più affascinante se rivolta ad uno strumento “nuovo” ma al tempo stesso ricco ed erede di “tradizione” come la fisarmonica.

[2]Cfr. Vittorio Melocchi, op. cit.

[3]Cfr. Aleksi Jercog, op. cit., pag. 71.