Lo stato emotivo del momento come guida nella musica
Il fisarmonicista Gabriele Antonelli, soprattutto nell’approccio alla composizione, si lascia trasportare sempre dalle sensazioni percepite all’istante
Fisarmonicista elegante, dal tocco delicato, brillante nella cura della dinamica, Gabriele Antonelli è un musicista di grande esperienza e talento. Nella sua visione della musica l’aspetto emotivo è di vitale importanza, in quanto lui si fa guidare proprio dall’istinto e dallo stato d’animo che vive in quel determinato frangente. Nel corso della sua carriera ha collezionato svariati e prestigiosi premi, oltre a dedicarsi all’insegnamento della fisarmonica, del pianoforte e delle tastiere da venticinque anni. Particolarmente degna di nota la sua collaborazione con l’azienda di fisarmoniche Tiranti, con cui ha stretto un sodalizio professionale molto importante. Antonelli narra il suo percorso fin dagli albori, soffermandosi su alcune esperienze che lo hanno segnato umanamente e artisticamente.
Lo studio della fisarmonica è iniziato ben quarantotto anni fa. Quali sono state le tappe più significative, quelle che sul piano umano e artistico hanno contraddistinto il tuo ricco percorso didattico?
Direi che ogni esperienza musicale in cui sono stato coinvolto ha contribuito a farmi crescere sia a livello umano che artistico. Ma una su tutte è stata quella del giorno dell’esame, nel lontano 1987, per diventare professore di musica, perché sostenuto dopo un’intensa estate ricca di impegni artistici nelle varie regioni italiane. Ci arrivai un po’ stanco, ma andò molto bene. Questo contribuì a far sì che il mio impegno nello studio proseguisse con l’enfasi di conoscere sempre percorsi musicali nuovi.
Nell’arco della tua lunga e brillante carriera hai ottenuto vari premi e riconoscimenti. Potresti raccontare un aneddoto legato a una di queste esperienze così importanti?
Durante la mia carriera mi è capitato di ricevere riconoscimenti in varie manifestazioni musicali. Ma quello che porterò sempre nel mio cuore è relativo alla partecipazione al concorso “Musica senza Parole”, svoltosi a Castelfidardo il 6 maggio 2015, in cui si doveva presentare un brano inedito composto dall’artista esecutore, oppure da un compositore non esecutore. Io, per quella occasione, composi il brano Madame Accordeon e lo eseguii. Non si può immaginare lo stupore quando il presidente di giuria pronunciò il mio nome come vincitore di quell’edizione. Questo perché, visto gli artisti partecipanti, non mi sarei mai aspettato di vincere. Ma ben presto, proprio quello stupore, si tramutò in una grande gioia.
Collabori a stretto contatto con “Tiranti Fisarmoniche”, nota azienda del settore. Quando e com’è nato questo sodalizio professionale?
Conosco Marco Tiranti da tanti anni. Ma ho conosciuto anche il padre Carlo, grande artigiano della fisarmonica. Un giorno andai al loro laboratorio per farmi accordare uno strumento e mi fu chiesto di provare una fisarmonica che avevano appena ultimato. Ricordo che rimasi subito colpito dalla qualità di quell’accordion. Era il 2008: quel giorno, e quell’anno, hanno sancito la nascita del nostro rapporto professionale.
A proposito di questa azienda, hai lavorato per la realizzazione della fisarmonica “Evolution”, strumento con doppio basson. Nello specifico, quali sono le caratteristiche tecniche di questo accordion?
L’idea è stata quella di creare uno strumento professionale mirato a soddisfare il musicista che si occupa di musica da ballo e pop in generale, ma che avesse anche la possibilità di avere delle combinazioni di voci adatte per sonorità jazz o blues. Così, dopo un’attenta ricerca insieme a Marco e Nicholas Tiranti, è nato il modello “Evolution”.
Oltre a essere molto attivo come concertista, sei anche un raffinato compositore. Soffermandosi in particolar modo sullo stile della scrittura compositiva, quali sono i tratti distintivi dei tuoi brani originali?
Direi che non ho un tratto distintivo assoluto. Nel senso che quando scrivo mi lascio guidare dallo stato emotivo in cui mi trovo in quel momento.
Da venticinque anni ti dedichi all’insegnamento della fisarmonica, ma anche del pianoforte e delle tastiere. Durante questo percorso da docente, avendo incontrato ovviamente numerosi allievi, è mai successo di esserti trovato di fronte a puri e giovani talenti che, a tuo giudizio, potranno diventare grandi musicisti nell’immediato futuro?
Ho avuto la fortuna di avere allieve e allievi che, al compimento della maturità scolastica, hanno deciso di affrontare il percorso accademico sia come studenti di fisarmonica che di pianoforte. E tuttora si stanno impegnando con profitto nel loro percorso di crescita.
Attualmente, in ambito discografico e concertistico, quali sono i tuoi progetti più importanti?
Il nuovo lavoro discografico realizzato in duo con una cantante molto brava, Barbara Andreini, riguarda il repertorio di Fabrizio De André, in cui abbiamo scelto dei brani che abbiamo arrangiato per voce e fisarmonica dando vita al progetto Khorakhané – Storie di Fabrizio.
Proprio focalizzando l’attenzione sugli impegni artistici imminenti, a settembre sarai impegnato all’Accordion Show Cremona 2025. Che repertorio proporrai in occasione di questo evento?
In occasione della partecipazione all’Accordion Show Cremona 2025 sto lavorando su un repertorio trasversale che toccherà la musica nei suoi vari stili, cercando di valorizzare le potenzialità del modello di fisarmonica “Tiranti Evolution”.