Teknofisa di Vercelli, strumenti artigianali e di qualità
Intervista a Luca Bronzini, titolare dell'azienda.
Nel periodo della grande diffusione della fisarmonica, tra fine Ottocento e inizio Novecento, in Italia si erano sviluppate moltissime ditte, da nord a sud del Paese. In Piemonte, nella città di Vercelli, si era sviluppato un grande centro produttivo con numerose ditte e ancora oggi è possibile trovare artigiani con grande esperienza e professionalità.
Abbiamo intervistato Luca Bronzini, titolare della ditta Teknofisa.
Luca Bronzini, quando nasce Teknofisa?
La Teknofisa nasce nel 2007, a Vercelli, con l’obiettivo di creare un laboratorio artigianale in grado di rispondere alle esigenze dei clienti. Attualmente, siamo tre soci e, oltre alla produzione, trattiamo anche riparazioni e restauri di qualunque tipologia di strumento.
Ci racconti com’è nata la sua passione verso la fisarmonica.
Vercelli mantiene una tradizione secolare nella produzione delle fisarmoniche e tutt’oggi ci sono ancora alcune ditte. Nel mio caso ho iniziato come dipendente in una ditta vercellese, ormai trentotto anni fa, specializzandomi nel reparto di falegnameria e sulle meccaniche dello strumento. Nel 2007, ho deciso di mettermi in proprio e, insieme ad altri soci, abbiamo aperto la ditta Teknofisa.
Ha citato la tradizione secolare di Vercelli, ci racconti di più…
La produzione di fisarmoniche in Italia inizia ufficialmente a Castelfidardo con la ditta di Paolo Soprani fondata nel 1863, aprendo la strada a una rapida diffusione. La prima ditta in Piemonte nasce a Vercelli nel 1890 ed è la Ranco Antonio. A seguire vengono fondate altre ditte e, ancora oggi, la tradizione è viva.
Come potrebbe descrivere la sua azienda?
La Teknofisa è una bottega artigiana composta da tre soci, tutti con esperienza e professionalità. Io mi occupo della parte delle lavorazioni di falegnameria, realizzo personalmente le casse e i somieri oltre a curare le riparazioni e i restauri. Il montaggio delle meccaniche e dei supporti elettronici è realizzato da Alessio Galazzo, mentre le decorazioni e tutte le specifiche riguardanti l’estetica dello strumento sono curati da Fabio Setteradice. Entrambi hanno un’esperienza ventennale. Per l’accordatura, invece, ci avvaliamo della collaborazione di professionisti esterni.
Quale tipologia di strumenti realizzate?
Produciamo qualunque tipo fisarmonica, sia a basso standard che a bassi sciolti. Abbiamo scelto di valorizzare l’aspetto artigianale e di seguire tutte le fasi della lavorazione. Privilegiamo la qualità, rispetto ai grandi numeri di produzione. Per esempio, realizziamo ancora interamente le casse, i somieri, il montaggio delle voci, i disegni del traforo. Questo permette di poter seguire il cliente in tutte le sue richieste, anche quelle più particolari e meno convenzionali.
Ci potrebbe riportare qualche esempio.
La nostra scelta è di non avere una produzione basata su strumenti standard, ma di seguire le richieste del cliente e consigliarlo in base al genere musicale e al suo modo di suonare. Per esempio, un fisarmonicista della Valle d’Aosta, Andrea Costamagna, cercava uno strumento a basso standard con due voci in cassotto, che fosse particolarmente compatto e maneggevole ma che avesse un timbro caldo e sonoro. Per conferire maggiore maneggevolezza, si è scelto di realizzare un classico strumento a 41/120 ma con cassa ridotta. L’aspetto interessante ha riguardato lo studio per l’emissione del suono. Si è scelto di intervenire sulla struttura della cassa interna, generalmente in multistrato, e sono stati inseriti dei pannelli di abete in particolari punti in modo da riflettere meglio il suono. Gli accorgimenti nella scelta dei legni, il cassotto in ottone e l’uso di ance di grande qualità hanno portato a un risultato sorprendente. Occorre ricordare, che la scelta delle ance determina sicuramente la qualità del suono, ma i legni utilizzati e la conformazione della cassa incidono fortemente. Sotto questo aspetto nella fisarmonica c’è ancora molto su cui intervenire.
Un altro strumento innovativo e molto interessante è il Bercandeon, realizzato su progetto di Fiorenzo Bernasconi.
Si tratta di uno strumento che può avvicinarsi alla fisarmonica, per l’utilizzo delle ance e per il principio di funzionamento, anche se in realtà differisce per molti aspetti. Il Bercandeon è dotato di due tastiere simmetriche e conformate in modo da evitare la piegatura del polso e rendere così più comoda la posizione per il musicista. Il mantice, invece, viene azionato dalle gambe in modo da liberare le braccia e agevolare il musicista.
Ci diceva che la ditta è nata nel 2007, quindi vi apprestate a compiere vent’anni di attività. Quali sono le prospettive per il futuro?
Siamo molto felici perché dopo quasi vent’anni abbiamo avuto molte soddisfazioni e vediamo numeri sempre in crescita. Riusciamo a esportare verso gran parte dei mercati mondiali. Sicuramente, il punto di forza è l’aspetto artigianale, la ricerca continua e l’attenzione verso le richieste del cliente. Come costruttori continueremo a investire sulla qualità e la ricerca. Credo sia importante anche il fatto di accogliere e cercare di realizzare le richieste dei clienti, perché questo permette di capire quali sono le esigenze e riuscire così a produrre strumenti sempre migliori.