Gli altri mondi di Giacomo Puccini

Paola Massoni, “Giacomo Puccini nato per il teatro. Un viaggio nella messinscena alla scoperta di un compositore visionario”

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Giacomo Puccini nato per il teatroPotremmo affermare, senza il timore di essere smentiti, che Giacomo Puccini fu autore «totale» delle proprie opere. È vero che ogni musicista, nella fase compositiva e creativa, interloquisce – e con quale frequenza! – con i propri librettisti (basterebbero i carteggi a dimostrarlo), ma Puccini fece molto di più. Per esempio, se la partitura di Turandot rimase incompiuta, non fu solo per la malattia che lo colse e lo condusse alla morte, ma anche perché qualcosa del finale della storia scritta da Giuseppe Adami e Renato Simoni non lo convinceva. Innumerevoli lettere sottolineano il tormento del Maestro, alla ricerca di una conclusione drammaturgicamente efficace del suo melodramma cinese. Puccini, però, non si limitò a queste “incursioni” nel campo di pertinenza dei librettisti: intervenne anche sulle scenografie, sulla regia, sui costumi, sulla scelta degli interpreti, sugli arredi, annotandone addirittura in partitura, in molti casi, la collocazione, e creando così, non di rado, occasioni di contrasto con gli artisti che collaboravano alla messinscena delle sue opere.

Il 21 agosto 1918,  a proposito del Tabarro, Puccini scrive a Tito Ricordi: “[…] La scena che mi mandasti ultimamente è ben disegnata, ma ha al solito tutto lo sfogo verso il pubblico, e per questo per la 1000.ma volta io devo dirtelo, non va. Pare che tu non conosca come è costruito questo Tabarro! Hanno massima importanza gli episodi e i dettagli che debbono arrivare dal fondo. Se il Tabarro si fa come io voglio, riesce una cosa, oltre che interessante, anche nuova; altrimenti non va e risulta meno d’una solita opera. La scena dunque ha importanza massima […]”.

Nel suo Giacomo Puccini nato per il teatro. Un viaggio nella messinscena alla scoperta di un compositore visionario, edito da ETS, Paola Massoni, soprano (tra le tante altre interessanti attività che coltiva) indaga proprio questi aspetti meno noti dell’approccio al melodramma del Maestro lucchese e lo fa con il rigore scientifico della studiosa e la passione dell’interprete. Oltre alle lettere, ha consultato e analizzato documenti, partiture, fonti letterarie, libretti, bozzetti di scene e di costumi, facendo affiorare il ritratto ad «alta definizione» di un artista, che, seppur radicato nell’Ottocento, è “alla ricerca di un linguaggio proprio”, e, indubbiamente, proiettato, come pochi altri in Italia, nel Novecento europeo. Una ricerca che consente di rivisitare, in una nuova e molteplice prospettiva, l’impegno creativo di Puccini. Un artista “visionario”, lo definisce Paola Massoni, “non solo perché ‘vede’ le sue opere prima ancora di averne scritto la musica, ma soprattutto perché è la sua arte ad essere ‘visionaria’, in quanto capace di far emergere in noi altri mondi che, seppur stimolati dalla sua stessa musica e dalla sua scena, si riverberano oltre quella musica e quella scena; in questi mondi […] si fa luce sul possibile inganno della presunta verità delle nostre certezze, sull’oscurità che risale dagli abissi della nostra anima, su quell’ombra che fa parte della stessa infinita potenza dell’amore […].

 

Paola Massoni è soprano, performer, autrice, docente di “Canto” e “Materie letterarie”. Laureata in Lettere (“Storia della musica”), in “Pianoforte” e in “Canto e Discipline Musicali”, è insegnante certificata nel Metodo Barthélémy (Parigi) e ha collaborato con il Centro studi Giacomo Puccini. Svolge attività concertistica in opere, festival e trasmissioni radiotelevisive (Rai). È autrice dello spettacolo pucciniano Addio mio dolce amor! e compositrice di Alkemèlia (2019).

 

Paola Massoni, Giacomo Puccini nato per il teatro. Un viaggio nella messinscena alla scoperta di un compositore visionario

Editore: ETS, Pisa

Anno di edizione: 2021

Pagine: 300, ill., bross., € 26,00

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Foto di Giacomo Puccini – Copyright: CC BY-SA 4.0