La musica secondo Bonaparte

Monica Guarraccino, Giulia Perni, "Napoleone e la musica. Un itinerario musicale"

502

Napoleone BonaparteNapoleone fu davvero un appassionato di musica? O, piuttosto, intuì che la musica, al pari e più di altre espressioni artistiche, poteva costituire un formidabile strumento, funzionale all’affermazione del proprio potere personale? A questo e ad altri quesiti musicali relativi all’epopea napoleonica rispondono Monica Guarraccino e Giulia Perni nel loro agile volumetto (il diminutivo si riferisce alle dimensioni, non certo alla qualità del testo) dal titolo esplicito: Napoleone e la musica. Un itinerario musicale (Sillabe, 2014). L’anno di pubblicazione non può ingannare: non si tratta di un instant book, da «cuocere e mangiare» per l’occasione del duecentesimo anniversario della morte del còrso, ma del frutto del puro interesse per la ricerca su questo tema da parte delle due autrici.

Storica dell’arte la prima, musicologa la seconda, Guarraccino e Perni, fin dalle primissime pagine, sgomberano il campo da ogni equivoco, con un duplice responso affermativo a quegli interrogativi: Napoleone fu entrambe le cose. Amò la musica, ma seppe anche, da abile comunicatore qual era, utilizzarla a vantaggio della grandezza propria e dell’Impero. E della Repubblica, prima ancora. Perché l’itinerario «politico-musicale» di Bonaparte ebbe inizio almeno dal 1799, da quando, cioè, era divenuto Primo Console. Come uomo di potere promosse la realizzazione di opere che esaltassero – nemmeno troppo subliminalmente – le prodezze della Francia e del suo condottiero o, del tutto palesemente, marce e inni militari. Come amante della musica tout court, invece, Napoleone ebbe una spiccata preferenza per l’opera italiana. Il suo musicista prediletto fu Giovanni Paisiello (1740-1816). Talmente prediletto che, nel 1802, lo volle come musicista della residenza delle Tuileries. “L’ormai anziano Maestro” – ci racconta il libro – “fece però in modo, giustificandosi con motivi di salute, di sottrarsi agli onori e agli oneri connessi alla carica, ottenendo di poter tornare nel Regno di Napoli già nel 1804”. Tra i compositori favoriti di Bonaparte ci fu anche Gaspare Spontini (1774-1851), assai più avvezzo di Paisiello alla vita di corte e, indubbiamente, più abile a soddisfare, pur senza venir meno ad “un’elevatissima qualità estetica” le esigenze celebrative. Lungo l’elenco dei musicisti che si confrontarono con Napoleone prima, durante (notevole il programma musicale della cerimonia d’incoronazione, nel corso della quale “500 cantanti e attori erano stati organizzati in due orchestre e cori”) e dopo l’ascesa al trono imperiale. Vi lascio il gusto di scoprirlo per intero leggendo il libro. Ma non si può non ricordare, almeno en passant, la nota vicenda che vide protagonista Beethoven. Che, profondamente deluso da colui che aveva ritenuto il “liberatore dei popoli dalla tirannia” modificò l’intitolazione a Bonaparte della sua Terza Sinfonia.

Il libro di Giulia Perni e Monica Guarraccino apre anche una finestra sulla contemporaneità, prendendo in considerazione quei compositori del Novecento, che, in circostanze diverse, hanno destinato la propria attenzione all’Imperatore dei francesi. Da Arnold Schönberg, che con la sua Ode to Napoleon Buonaparte denunciò la tirannide hitleriana, a Nino Rota, autore della colonna sonora del film Waterloo di Sergej Fëdorovič Bondarčuk (Italia-URSS, 1970); da Arthur Honegger, che compose la partitura per il kolossal di Abel Gance, Napoléon (Francia, 1927) a Zoltán Kodály, che, nel 1926, compose le musiche di scena per il Liederspiel Háry János, imperniata sulle memorie di un veterano delle guerre napoleoniche.

Napoleone e la musica è un libro in grado di soddisfare i palati, anche i più raffinati, di diverse categorie di lettori: quello, naturalmente, degli appassionati di storia napoleonica, che, forse, nel corso delle proprie letture, hanno trascurato di approfondire questo aspetto; quello dei cultori di storia dell’arte, che godranno di un significativo apparato iconografico e di passaggi esaustivi a proposito degli arredi della residenza di Bonaparte all’Elba; il palato, infine, dello stesso pubblico del nostro giornale: musicisti, musicologi o appassionati della “quarta arte” ai quali le autrici aprono un mondo, ne sono certo, in gran parte inedito o poco navigato.

 

Monica Guarraccino è storica dell’arte e ha lavorato per molti anni come imprenditrice, collaborando con le più prestigiose istituzioni culturali della Toscana. Ha, inoltre, dedicato gran parte della propria carriera alla ricerca, specializzandosi nella storia napoleonica e partecipando a molteplici eventi espostivi e culturali. Attualmente, sta lavorando ad un volume sulla storia di Napoleone all’isola d’Elba e alla pubblicazione di un ricco e inedito carteggio di Elisa Bonaparte Baciocchi e dei napoleonidi a lei contemporanei.

Giulia Perni, musicologa, è diplomata in chitarra classica al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze. Dopo la laurea in Storia della Musica, si è specializzata in notazione antica alla Scuola di Paleografia e Filologia musicale di Cremona-Università di Pavia. Attualmente, è Responsabile del settore Musica e dell’Ufficio Stampa della casa editrice Sillabe. Ha scritto e curato numerose pubblicazioni musicali dedicate, tra gli altri, a Vincenzo Galilei, Marta Nervi, Pietro Mascagni, Riccardo Muti, Astor Piazzolla.

 

Monica Guarraccino, Giulia Perni, Napoleone e la musica. Un itinerario musicale
Editore: Sillabe, Livorno
Anno edizione: 2014
Pagine: 59, illustrato, brossura, € 9,41

 

Foto: Joseph Chabord, Public domain, via Wikimedia Commons

 

ACQUISTA IL LIBRO