Crowfunding per “Populara Kantoj”, il nuovo album di Massimo Ferrante

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Ferrante e CaposselaSi intitolerà “Populara Kantoj” il nuovo disco di Massimo Ferrante, cantautore di origini calabresi ma di stanza a Napoli. Il progetto è ambizioso e interessate, perché conterrà una selezione di brani popolari del sud Italia. Ferrante lo ha lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Musicraiser, chiedendo ai “contribuenti” di affiancarlo nella scelta di continuare a produrre la musica che piace a lui e alla sua banda, e non quella che piace agli altri, all’industria. E proprio perché l’industria non c’è dietro le spalle di questo bravissimo artista – che, prima di intraprendere la carriera solista, ha collaborato per anni con Daniele Sepe – dovranno essere proprio i “sostenitori”, quelli cioè che condividono con lui l’importanza di una scelta libera, oltre che il gusto per la musica libera, passionale e diretta, a dover fare il primo passo: comprare in anticipo il disco attraverso le varie soluzioni che sono state pensate e presentate sul sito della piattaforma. Come dice Ferrante nel videomessaggio con cui introduce la campagna di finanziamento del suo nuovo progetto, il disco si preannuncia interessante oltre che impegnativo, perché può essere considerato una vera e propria panoramica su un repertorio musicale vasto ancorché molto studiato e riproposto. Conterrà infatti brani di alcuni degli autori e personaggi più importanti dello scenario delle musiche popolari del sud Italia. Tra questi vi è Matteo Salvatore, che “rappresenterà” la Puglia, ma anche Nonò Salomone, Rosa Balestreri e alcuni brani presi dalle registrazioni di Alan Lomax (in Sicilia) e Goffredo Plastino (in Calabria). Di Otello Prefazio è stato selezionato un brano che parla dell’occupazione delle terre in Calabria nel 1949, che era stato inserito nello spettacolo teatrale “Donne e Sud” di Myriam Lattanzio con la compagnia, tutta al femminile, dei Teatri di Seta. Le espressioni musicali della Campania saranno rappresentate da “una bellissima serenata d’autore della terra casertana” e dal “Comitato Mogli degli operai Fiat di Pomigliano, che ha scritto un bel testo (“Non lavoro più … in Fiat”) sulla tragica situazione degli operai cassintegrati confinati a Nola, mutuando la musica da una celebre canzone francese”. Insomma, a partire dal titolo in esperanto, il disco si preannuncia come ricco di sorprese e sicuramente articolato e profondo, sia sul piano musicale che dei contenuti testuali. Massimo Ferrante – che può vantare una carriera musicale importante sia in Italia che all’estero, oltre che una ricca discografia, che si può consultare sul suo sito – è un musicista raffinato e con le idee molto chiare. Mi piace ricordare che da alcuni anni fa parte del Gruppo Operaio E Zezi di Pomigliano d’Arco, una delle realtà più significative del panorama della musica tradizionale e politica del nostro paese.

Tutte le informazioni sul progetto si possono reperire qui.