La storia di Franco Bagutti

6.432

Franco BaguttiNato a Gragnano, piccolo paese in provincia di Piacenza, il 6 Aprile 1943, Franco Bagutti trascorre gli anni della sua infanzia nel cuore della Pianura Padana. Rimasto orfano di entrambi i genitori all’età di dieci anni, viene preso in cura dagli zii che, vista la passione e la predisposizione per la musica, avvicinano il giovane Franco alla fisarmonica, strumento all’epoca assai diffuso, portandolo a frequentare alcune lezioni nella bottega del sarto del paese, grande appassionato e virtuoso fisarmonicista. A 16 anni si iscrive al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza e, da subito, inizia a frequentare un gruppo di musicisti di talento che si riveleranno fondamentali per la sua maturazione musicale e professionale. Segue regolarmente i concerti in cui si esibisce il suo insegnante, prof. Russato, primo contrabbasso del Teatro alla Scala, e proprio in una di queste occasioni arriva la svolta decisiva della sua carriera.
Spirito libero, poco incline alle regole rigide del Conservatorio, Franco non si lascia sfuggire l’occasione che lo porterà nei primi anni Sessanta ad abbandonare il repertorio classico per dedicarsi alla musica leggera, entrando nell’Orchestra diretta dal Maestro Vitali, con cui si esibisce in diversi Paesi europei. L’Orchestra, in tournée in Iran, arriva a suonare nel palazzo reale di Teheran alla corte dello Scià di Persia, Reza Pahlavi. In quell’occasione, il Maestro è protagonista di un pittoresco episodio che ha il sapore della fiaba: un vecchio persiano gli si avvicina e gli regala un tappeto: “Con questo un giorno volerai!”. Augurio che, a giudicare dai successi ottenuti nella sua carriera, ha decisamente portato fortuna a Bagutti che ancora oggi, tra il serio e il faceto, definisce il tappeto ricevuto in dono “il mio talismano”. In Italia, Franco inizia a collaborare con l’Orchestra del sassofonista Leo Bruni e con quella del Maestro Pippo Caruso (futuro “braccio musicale” di Pippo Baudo in tanti spettacoli televisivi di successo), continuando a suonare per diletto con un gruppo di amici musica da ballo e, in particolare, il “liscio”. Seguendo il consiglio di un amico, il cantante e autore Avos, e dopo aver assistito ad un’esibizione dell’Orchestra di Raul Casadei, che nei suoi spettacoli presenta una cura dei particolari e un allestimento scenico da far invidia anche ai celebri cantautori più in auge del momento, si persuade a trasformare la sua passione in professione.
Decide così di tentare. Le vecchie formazioni amatoriali, “Opera” e “Il Bagu”, si trasformano, nel 1973, nell’Orchestra Franco Bagutti: un ensemble destinato a rivoluzionare profondamente la musica da ballo italiana. All’inizio, però, le grandi sale da ballo romagnole sono precluse a tutte le orchestre “sprovviste della targa Forlì”. Alla base di queste convinzioni non ci sono futili motivi campanilistici, bensì l’adorazione e la predilezione che i ballerini hanno per i vari Borghesi, Casadei e Castellina che, nel tempo, hanno imposto un proprio genere ed una propria sonorità. Nonostante tutto, la carriera di Franco Bagutti prosegue e, grazie alla qualità del suo repertorio, comincia a far breccia nel cuore dei ballerini. A questo contribuisce in modo determinante anche il maestro Umberto Lamberti, autore e arrangiatore di successo, con cui Franco Bagutti inizia una collaborazione che porterà all’affermazione di un nuovo stile musicale, fondato sulla valorizzazione e armonizzazione delle voci, sulla ricerca degli arrangiamenti e, soprattutto, sulla grande attenzione alla sezione ritmica, elemento fondamentale per il ballo. Il binomio si rivela subito vincente, proponendo una lunga serie di brani che ben presto diventano insostituibili nei repertori delle varie orchestre italiane.
Il resto è attualità. Le partecipazioni televisive (“Italia in musica”, “Musica Maestro”, “Ballo, amore e fantasia” e “Un Circo per l’Estate”) accrescono la popolarità dell’Orchestra Bagutti, che partecipa anche alle edizioni del 2001, 2002 e 2003 di “Buona Domenica”, diventando presenza fissa della trasmissione e riscuotendo un sempre maggiore successo. È in questi anni, con la collaborazione del figlio Gianmarco, responsabile della gestione e dell’immagine dell’Orchestra, che l’aspetto scenico diviene progressivamente l’elemento vitale per lo spettacolo. Grazie a Gianmarco, da anni a fianco del padre sul palco dell’Orchestra e considerato il suo erede naturale, viene esaltata la scenografia degli spettacoli attraverso un sofisticato sistema di strutture ed un supporto audio-video-luci in grado di creare effetti di altissimo livello.
Il 28 novembre 2006, festeggiati i trentacinque anni di attività al Palabanca di Piacenza con uno spettacolo irripetibile, in cui il confine virtuale fra musica da ballo e musica leggera viene completamente annullato, oggi, Franco Bagutti ama trascorrere il tempo libero giocando a tennis e pedalando in sella alla sua bici da corsa, ma da grande musicista qual è sa che al richiamo del palco è impossibile sottrarsi, ed è ancora lì, in prima fila, con il carisma e la professionalità di sempre a dirigere le operazioni della sua richiestissima e grande Orchestra.