Archiviato il PIF, il “Lecce Accordion Project”, programma il futuro

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Dalla Puglia sul tetto del mondo

Il trio “Lecce Accordion Project” trionfa al PIF

 

Lecce Accordion ProjectDa Castelfidardo sono tornati nella loro Puglia da indubbi vincitori.

In una edizione del PIF in cui c’è stata molta Italia, il trio “Lecce Accordion Project”, nella categoria riservata ai gruppi di fisarmoniche senza limiti di età, non ha avuto rivali. Titolo conquistato per pochissimi centesimi sugli islandesi “Itriò” e su un duo Polacco, ma questo rende ancora meglio l’idea del livello altissimo della competizione marchigiana in cui le scuole di tutto il mondo si mettono annualmente a confronto.

Da veri navigatori internauti, come sono i giovani d’oggi, hanno postato a caldo sulla pagina fb la soddisfazione di un risultato e dei sacrifici di anni di studio. “L’Italia vince! Dopo aver sudato tanto torniamo a casa con un prestigioso e unico risultato!
#LecceAccordionProject.

Li raggiungiamo telefonicamente per farci raccontare un po’ di loro.

Il trio nasce musicalmente tre anni fa all’interno della classe del maestro Germano Scurti, docente di fisarmonica del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Lui intuisce subito le potenzialità dei tre fisarmonicisti. La bravura è quella anche di convincerli a formare il trio. Un connubio che darà ai tre non solo il gusto di esibirsi insieme, dopo tanti anni di studio, ma anche dell’amicizia.

Vediamo i protagonisti di questa storia. Stiamo parlando di Francesco Coluccia, 24 anni. Frequenta il 10° anno della classe di fisarmonica del Conservatorio leccese. Fa anche parte dal 2007 del gruppo di musica etnica salentina “Allabua”, con il quale ha partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali.

Michele Bianco, 23 anni, frequenta il 2° anno del biennio di secondo livello al Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali di musica classica, nel 2013 partecipa ad una gara tra i Conservatori, su Rai 1, nella rubrica “Unomattina in famiglia” con l’Ensemble “Terminal Quartet”. Si esibisce con diverse orchestre (ICO Schipa di Lecce, Orchestra Nazionale dei Conservatori). Nel 2014 collabora con il soprano Katia Ricciarelli ed il tenore Francesco Zingariello in uno spettacolo autobiografico firmato da Maurizio Costanzo. Ha seguito corsi di perfezionamento con i maestri Deschamps, Shishkin, Angelis, Maric, Pitocco, Scigliano, Flammini e Ranieri.

Giovanni Fanizza, 20 anni, anche lui al 10° anno di fisarmonica, ha vinto concorsi nazionali ed internazionali. Si esibisce con Ensemble di vario tipo ed ha collaborato nel 2014 con l’Orchestra ICO di Lecce per il concerto sinfonico del M° Piovani. Partecipa a masterclass e corsi di perfezionamento tenuti dai maestri Pitocco, Chiacchiaretta, Scigliano, Maric, Pietrodarchi, Feniuk e Vasovic.

Il trio leccese in questi pochi anni ha iniziato a conquistarsi il pubblico non solo nel sud d’Italia. Una crescita che si percepisce in costante evoluzione. Merito, come si diceva, di un impegno costante, fatto di tanti sacrifici, ma sicuramente redditizio.

Lecce Accordion ProjectAvete vinto, soprattutto singolarmente, numerosi concorsi in Italia ed all’estero. Ora avete ottenuto questo prestigioso riconoscimento. Cosa vuol dire per chi suona la fisarmonica imporsi a Castelfidardo?

“È stato un risultato inaspettato. Certo siamo arrivati qui carichi. Far vedere cosa potevamo fare è stato il nostro obiettivo principale ed allo stesso tempo confrontarci con fisarmonicisti di alto livello, come alla fine è stato. Nessuno di noi si sarebbe immaginato di raggiungere un traguardo simile! Ma siamo stati sempre fiduciosi del lavoro che abbiamo fatto ed ora questo premio segna un nuovo inizio per noi: dimostrare ciò che siamo e cosa possiamo trasmettere. Vincere qui, a Castelfidardo, significa anni di sacrificio e duro lavoro finalmente riconosciuti”.

Metaforicamente, che aria avete respirato nella patria della fisarmonica?

“Appena giunti a Castelfidardo ci siamo tuffati in una grande festa, la città era in subbuglio, abbiamo incontrato amici e personaggi di spicco del panorama fisarmonicistico. C’era insomma un gran fermento. Vedere gente da tutto il mondo venire fin qui a dare il meglio di sé ci ha dato la carica in più per affrontare la prova ed al contempo lo stimolo a far sempre meglio tornati a Lecce”.

Credo di non sbagliare quando dico che per voi il risultato di questi giorni è un punto di partenza, non certo di arrivo. Dal confronto con le altre scuole mondiali si può dire che finalmente gli esecutori italiani sono tornati ad alzare la testa? 

“A Lecce, nel nostro Conservatorio, per quanto riguarda la fisarmonica, grazie al nostro insegnate, viviamo in una condizione di eccellenza, che ci consente, dal punto di vista tecnico strumentale, di imporci nelle competizioni internazionali e vincerle. Allo stesso modo ci si concentra sulla dimensione espressiva della musica, punto su cui il nostro maestro, Germano Scurti, insiste molto, rappresentando per noi una fonte esigente e continua, ricca di stimoli non focalizzati soltanto sugli aspetti competitivi”.

Ho notato che nei vostri concerti privilegiate eseguire musiche tratte in prevalenza dal repertorio di autori contemporanei del Novecento. Preferenze particolari? Spaziate anche altrove?

“È esatto, si tratta più che altro di un nostro principio. Soprattutto nelle nostre zone, a Sud, le potenzialità della fisarmonica, specificatamente “Bayan”, sono quasi sconosciute o notoriamente attribuite a una dimensione strettamente popolare. Ci sentiamo in dovere di presentare quella che è la letteratura originale per questo strumento e per trio stesso con autori illustri come Zubitsky, Tiensuu, Kusyakov, Precz, Solotarev e con trascrizioni curate da noi come quella di Schnittke. Nessuna particolare preferenza. Ogni brano da noi eseguito ci affascina tremendamente”.

Lecce Accordion ProjectAvete prodotto o state per produrre un compact? Dopo questo successo come intendete muovervi?

“L’idea è in cantiere, anche perché abbiamo molta richiesta durante i concerti da parte del pubblico. Quest’inverno andremo a pensare al tipo di repertorio da incidere, sicuramente fra gli autori sopracitati, in modo che ci rappresenti quanto più possibile. Sicuramente non ce ne staremo con le mani in mano. Questo concorso è una opportunità e vogliamo sfruttarla, continuando a confrontarci a livello internazionale in altri concorsi. Proprio qualche giorno fa, del resto, siamo stati selezionati per il “15° International Chamber Music Competition” in Almere (Paesi Bassi), e siamo pronti a far vedere che la scuola italiana c’è e si fa sentire”.

Chiudendo questa intervista mi sembra logico chiedervi se volete dedicare questa vittoria a qualcuno.

“Certamente. La dedichiamo in primis ai nostri genitori che da tanti anni ci supportano e poi a noi stessi visti gli innumerevoli sacrifici fatti e che continueremo a fare, spendendo una vita sullo strumento”.

Qui di seguito proponiamo l’esibizione del trio “Lecce Accordion Project” al teatro Astra durante le premiazioni del PIF (in collaborazione con “Fisarmonica.tv”).

 

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