I musicisti del Friuli: intervista al fisarmonicista Nicola Milan

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Il maestro Nicola Milan è nato a San Vito nel 1975 dove comincia a studiare musica all’età di 9 anni con il Maestro D. Biasin. Il primo approccio, per diletto, con la tastiera elettronica si è poi trasformato in una seria passione con lo studio del pianoforte (con i Maestri F. Della Bianca e A. Del Cont) fino agli esami sostenuti presso il conservatorio di Trieste. Comincia a studiare fisarmonica con il Maestro G. Fassetta per poi diplomarsi in soli 5 anni in Fisarmonica Classica al Conservatorio di Mantova, sotto la guida delIa Prof.ssa E. Zajec. Accanto alla formazione classica si è sempre interessato a tutti i generi musicali, esibendosi con diverse formazioni (“St. John upon the firedhouse” blues, “Braul” musica etnica friulana). Ha iniziato presto anche l’attività di compositore, scrivendo musica per pianoforte e musiche di scena per compagnie teatrali. La svolta artistica avviene nel 1990 dopo aver ascoltato un concerto di musiche di A. Piazzolla e da lì la volontà, non facile allora, di reperire tutto il materiale discografico di questo compositore. Nel 2006 decide di fondare il “QUINTETO PORTEÑO” (N. Milan fisarmonica, D. Labelli pianoforte, S. D’Eusanio violino, A. Turchet contrabbasso, R. Colussi chitarra), con il quale tiene numerosi concerti suonando appunto le musiche del grande compositore argentino. Con questa formazione ha inciso nel 2008 il CD “Decarisimo” omaggio ad Astor Piazzolla. Nel 2010 la casa discografica Alfamusic di Roma ha pubblicato il CD “Desiderata” che segna il debutto di Nicola Milan come compositore e arrangiatore. Il CD “Desiderata” è stato nominato all’Orpheus Music Award fra i 5 migliori dischi di Jazz con Fisarmonica pubblicati nel 2010 in Italia. Di seguito l’intervista rilasciata da Milan per “Strumenti&Musica”.

Come si è accesa la passione per la musica?

Penso di averla sempre avuta. A casa mia si ascoltava musica di tutti i generi per cui quando c’è stata la possibilità, mia madre mi ha iscritto ad un corso strumentale. Dopo i primi mesi era già maturata in me la convinzione che la musica sarebbe stata la mia passione e la mia professione, e così è andata! Segno che quando si ha una passione bisogna seguirla e crederci fortemente.

Quali sono i musicisti di riferimento?

Ho ascoltato e ascolto tutti i generi ritenendo che ogni musica, se fatta bene, abbia molto da dare. Ma certamente trovo che Piazzolla e Galliano, che ho avuto la fortuna di ascoltare in vari concerti e formazioni dal vivo come anche Art Van Damme e Frank Marocco siano, con la musica sinfonica, i miei punti di riferimento.

Hai un sogno musicale nel prossimo futuro?

Sì. Dopo “Decarissimo” omaggio ad Astor Piazzolla e “Desiderata”, sto ora lavorando ad un nuovo CD. Il sogno è quello di riuscire a scrivere delle composizioni che accolgano varie suggestioni musicali all’insegna della multiculturalità, ma che al tempo stesso siano anche riconoscibili come italiane. E qui bisogna chiedersi cosa resta della millenaria cultura musicale italiana oggi e ricercare gli elementi tipicamente italiani da riproporre.

C’è stato qualche avvenimento particolare che ha caratterizzato la tua carriera musicale?

Di avvenimenti importanti ne potrei raccontare diversi, però voglio citare il concerto tenuto con il Quinteto Porteno a Bologna all’interno del festival “Accordeons” organizzato da Massimo Tagliata dove fra il pubblico c’era Biagio Antonacci che a fine concerto ha voluto esprimere parole di grande apprezzamento per il Quinteto e per le musiche originali eseguite.

Come pensi si possa sviluppare un progetto musicale in una città?

Ci dev’essere una grande sinergia fra le realtà che si occupano di musica: scuole private, scuole pubbliche, conservatori, teatri, enti che organizzano manifestazioni, negozi di musica ecc. Tutte le persone e le istituzioni che amano la musica devono collaborare per dare la possibilità a tutti, dai bambini agli adulti, di praticare uno strumento. Importante, poi, è che ci siano degli spazi dove accanto ai nomi noti si possano esibire i giovani e soprattutto, i giovani talenti proponendo sempre degli spazi nei festival e nelle rassegne per le nuove proposte.

Quale pensi possa essere il metodo per far crescere la passione per lo studio della fisarmonica?

La passione per la fisarmonica cresce se c’è la possibilità per i giovani di ascoltare concerti di musica classica, leggera, etnica o jazz, dove la fisarmonica sia protagonista o almeno sia parte fondamentale dell’organico. Quali sono i prossimi progetti musicali? Ho vari concerti già programmati sia in autunno che in inverno e, come ho già anticipato, sto lavorando al prossimo CD. Il mio primo progetto rimane, comunque, quello di cercare di diffondere in ogni modo, anche attraverso le mie composizioni, l’amore e la passione per questo affascinante strumento che è la fisarmonica.

Denis Biasin